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Il Ponte dell'Almà
Capitolo quarto
"Il Ponte dell'Almà", il nuovo romanzo a puntate del dott. Antonio Marzano
domenica 12 ottobre 2025
Iride ha gli occhi scuri, i capelli lisci che le cadono sulle spalle ed un sorriso accattivante.
Mi ascolta pazientemente senza tradire la sua sufficienza verso le mie parole. E come darle torto? La brutta storia delle persone anziane è quella di non accorgersi di aver perso il pudore di tacere. E parlano... parlano... e più parlano più diventano patetici.
E non perché le storie che raccontano non siano interessanti, ma perché sono sempre le stesse, sempre uguali a se stesse ed anzi molto spesso si arricchiscono di elementi che sembrano nuovi, ma che in realtà sono in parte esagerazioni, in un'altra parte menzogne.
E tutto questo per un solo motivo: il motivo di non accettare che è arrivato il momento di mettersi da parte. Di lasciare spazio agli altri. A chi è dopo di noi e di cui noi abbiamo il dovere di avere rispetto, fiducia, benevolenza, simpatia, stima e affetto. Credo che sia un dovere, così come altri lo hanno avuto verso di noi.
Ma ho l'impressione che in questi ultimi tempi, nessuno lo senta questo dovere. Piuttosto tutti sentono il diritto di esserci sempre ed in tutti i modi ed in tutte le occasioni. E l'esserci non è un esserci defilato, quanto piuttosto un esserci invadente, prevaricante, a tratti arrogante ed indisponente.
Iride che sopporta pazientemente esclama:
«Dottore, lei dice storie interessanti ed io sono una buona ascoltatrice».
Abbozzo un sorriso penoso ed il mio è un tentativo patetico di chiedere scusa.
Mi sono distratto.
Mentre mi avvio verso la residenza del mio vecchio amico di scuola Ottavio, sento il disagio che mi accompagna ogni giorno da sempre. Mi sono convinto che sia una forma di depressione minore: può essere. Ho chiesto troppo a me stesso; ho raggiunto un risultato nella vita con tante difficoltà, non avrei dovuto neanche provarci... forse... ma il pensiero di Iride mi rassicura; con gli anni ho imparato ad essere più disinvolto e sempre nei ferrei limiti del rispetto e della educazione. E mi accorgo che essere diventato così simpaticamente prudente, mi concede la possibilità di un sano contatto umano, che stempera la mia innata poca fiducia in me stesso.
Conserverò il ricordo del sorriso di Iride. Mi aiuterà nelle indagini e mi farà bene.
Ottavio mi viene incontro e poi con una forte stretta di mano ci avviamo verso la sua abitazione.
«Ottavio, ma dimmi una cosa... da quando ti sono venuti questi sospetti? E di questi, tu ne hai parlato a tempo debito con gli investigatori?»
«Pasquale, Franca è stata ritrovata dopo sette giorni dalla mia denuncia ai carabinieri. La segnalazione ai carabinieri era arrivata dal proprietario del terreno che si trova sotto al ponte.»
«Ed i carabinieri da sempre collegano un cadavere ritrovato sotto il Ponte dell'Alma con un suicidio. Io non ho avuto neanche la possibilità di parlare con il Tenente dei carabinieri o meglio, l'incontro è stato brevissimo ed a lui è stato sufficiente per chiudere il gesto come suicidio, escludere che non si fosse trattato di omicidio e che non fossi io il responsabile»
«E meno male... ma tu hai aggiunto qualcosa, qualche perplessità, qualche dubbio?»
«No, allora no... mi sentivo stordito, i bambini mi chiedevano della mamma, non sapevo cosa rispondere, non potevo contare sull'aiuto di nessuno e poi in quel momento il Tenente non mi diede nessuna possibilità di parlare: era chiaro... chi si ritrova giù dal ponte dell'Alma si è suicidato. Stop!»
Mi ascolta pazientemente senza tradire la sua sufficienza verso le mie parole. E come darle torto? La brutta storia delle persone anziane è quella di non accorgersi di aver perso il pudore di tacere. E parlano... parlano... e più parlano più diventano patetici.
E non perché le storie che raccontano non siano interessanti, ma perché sono sempre le stesse, sempre uguali a se stesse ed anzi molto spesso si arricchiscono di elementi che sembrano nuovi, ma che in realtà sono in parte esagerazioni, in un'altra parte menzogne.
E tutto questo per un solo motivo: il motivo di non accettare che è arrivato il momento di mettersi da parte. Di lasciare spazio agli altri. A chi è dopo di noi e di cui noi abbiamo il dovere di avere rispetto, fiducia, benevolenza, simpatia, stima e affetto. Credo che sia un dovere, così come altri lo hanno avuto verso di noi.
Ma ho l'impressione che in questi ultimi tempi, nessuno lo senta questo dovere. Piuttosto tutti sentono il diritto di esserci sempre ed in tutti i modi ed in tutte le occasioni. E l'esserci non è un esserci defilato, quanto piuttosto un esserci invadente, prevaricante, a tratti arrogante ed indisponente.
Iride che sopporta pazientemente esclama:
«Dottore, lei dice storie interessanti ed io sono una buona ascoltatrice».
Abbozzo un sorriso penoso ed il mio è un tentativo patetico di chiedere scusa.
Mi sono distratto.
Mentre mi avvio verso la residenza del mio vecchio amico di scuola Ottavio, sento il disagio che mi accompagna ogni giorno da sempre. Mi sono convinto che sia una forma di depressione minore: può essere. Ho chiesto troppo a me stesso; ho raggiunto un risultato nella vita con tante difficoltà, non avrei dovuto neanche provarci... forse... ma il pensiero di Iride mi rassicura; con gli anni ho imparato ad essere più disinvolto e sempre nei ferrei limiti del rispetto e della educazione. E mi accorgo che essere diventato così simpaticamente prudente, mi concede la possibilità di un sano contatto umano, che stempera la mia innata poca fiducia in me stesso.
Conserverò il ricordo del sorriso di Iride. Mi aiuterà nelle indagini e mi farà bene.
Ottavio mi viene incontro e poi con una forte stretta di mano ci avviamo verso la sua abitazione.
«Ottavio, ma dimmi una cosa... da quando ti sono venuti questi sospetti? E di questi, tu ne hai parlato a tempo debito con gli investigatori?»
«Pasquale, Franca è stata ritrovata dopo sette giorni dalla mia denuncia ai carabinieri. La segnalazione ai carabinieri era arrivata dal proprietario del terreno che si trova sotto al ponte.»
«Ed i carabinieri da sempre collegano un cadavere ritrovato sotto il Ponte dell'Alma con un suicidio. Io non ho avuto neanche la possibilità di parlare con il Tenente dei carabinieri o meglio, l'incontro è stato brevissimo ed a lui è stato sufficiente per chiudere il gesto come suicidio, escludere che non si fosse trattato di omicidio e che non fossi io il responsabile»
«E meno male... ma tu hai aggiunto qualcosa, qualche perplessità, qualche dubbio?»
«No, allora no... mi sentivo stordito, i bambini mi chiedevano della mamma, non sapevo cosa rispondere, non potevo contare sull'aiuto di nessuno e poi in quel momento il Tenente non mi diede nessuna possibilità di parlare: era chiaro... chi si ritrova giù dal ponte dell'Alma si è suicidato. Stop!»