Morte di un gettonista
Morte di un gettonista
Morte di un gettonista

Capitolo trentottesimo

Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano

Dopo circa cinque minuti torna Emma e con Mustafà si allontana.
«Da quel giorno non li ho più visti.»
«Ora, Commissario, lei mi dice che il dottore è venuto in Italia, a Randolfi, in ospedale, e lì è stato ucciso... è mostruoso!»
«Mustafà era una brava persona ed ha avuto solo il torto di innamorarsi di Emma, una bella ragazza italiana, e di metterla incinta; ma non credo che questo sia un motivo sufficiente per ucciderlo.»
«Forse hai ragione, Sofia... forse... dobbiamo trovare questa ragazza. È il prossimo passo da fare. Grazie.»
Ci congediamo da Sofia, chiedendole se, qualora fosse necessario, dovrà dare la sua testimonianza, e ritorniamo in aeroporto, dove prenderemo il primo volo per Bari.
L'attesa è lunga e abbiamo tutto il tempo per pensare, riflettere, fare ipotesi, manifestare teorie, farle e disfarle.
«Andiamo a sederci a un tavolino del bar» dice Giacinto.
Una volta seduti e fatte le ordinazioni — birre, panini, moussaka e caffè — Giacinto, a bassa voce, chiede: «Ragazzi, allora... a cosa state pensando? Che idea vi siete fatti?»
«Coraggio, non abbiate timore di parlare... qui nessuno è depositario della verità.»
La mia sedia è molto comoda, una vera poltroncina, per cui chiudo gli occhi: ho bisogno di riposare.
E come molto spesso mi capita, nonostante il vociare dei tanti viaggiatori, di tutti coloro che sono seduti al bar, dei numerosi bambini che corrono, giocano, urlano, io mi addormento.
E... nel dormiveglia mi ritornano in mente gli episodi della mia vita in cui una donna che, per un motivo o per un altro, decide così all'improvviso di cambiare compagnia, può fare molto male.
E personalmente mi tornano questi avvenimenti anche se, a pensarci bene, nel caso di Mustafà lui è la vittima e non certo il carnefice.
Ma sono solo pochi minuti, perché Satir mi rimprovera ad alta voce.
«Dottori, è sempre a dormire!» Mi sveglio di soprassalto, prendo il panino che avevo ordinato e inizio a masticarlo.
«Pasquale, ognuno dei compagni di viaggio ha espresso la sua teoria, anche Satir, che fino ad ora si è limitato solo a tradurre in presenza.» «Ora tocca a te.»
«Satir, ripeti... qual è la tua ipotesi?»
«Io, lo sai, sono marocchino e vivo da molti anni in Italia. E non ho dimenticato quanto le donne arabe possano essere vendicative.
La mia ipotesi è che la giovane moglie di Mustafà sia venuta a sapere che non solo il marito si era invaghito di un'altra donna, ma che questa donna fosse italiana, che aspettasse un figlio da lui e che lui avesse deciso di cercarla e raggiungerla in Italia.
Per cui, colta dalla disperazione e dal desiderio di vendetta, avesse commissionato a un sicario — che a Beirut sicuramente non mancano — una volta trovato il marito, di ucciderlo.»
«Certo, può essere!» «E comunque, Satir, non sono solo le donne arabe ad essere vendicative, devi vedere le italiane!»
E tutti scoppiamo in una fragorosa risata.
«Vedi, per esempio, la nostra Ispettrice, con il faccino dolce, con la sua espressione delicata, sempre così corretta, sempre così prudente e misurata, ma guai se viene a sapere che il marito sgarra... non è così?» «Ho saputo che ogni sera, arrivata a casa, prima gli dà un bacio, subito dopo una bastonata... e sì... così te la trovi presa e ti ricordi di rigare dritto, giusto?»
«Sì,» risponde, «fisso ogni sera.»
E tutti a ridere a crepapelle!
«Pasquale, sei il solito, non cambi mai, sei diventato anziano e continui a sparare fesserie,» dice Giacinto.
«Chiamale fesserie!»
E gli ispettori a piegarsi dal ridere.
Guardo l'orologio. Mancano ancora due ore per l'imbarco.
«Ragazzi, mi rimetto a dormire!»
E... ripiombo nel mio buio doloroso:
«Lei non sarà mai un buon medico, si ritiri dagli studi di Medicina...»
«Non venire più!» In una sera di gennaio, mi piego in avanti come a proteggermi da una coltellata.
E la strada nel buio della notte, in un silenzio carico di sofferenza, muta:
non una parola, né un saluto... il nulla, solo preludio della fine!
Sono morto più di una volta ed ogni volta si portavano via una parte importante di me che, dopo, con tanta difficoltà, dovevo cercare di recuperare.
Sì, possono fare male... molto male, e queste ferite profonde ed invisibili fanno fatica a guarire.
Mi sono poi accorto che è più facile guarire da una ferita lacero-contusa, suturata con trenta punti di sutura, piuttosto che dalle altre ferite mute.
Le ho conservate gelosamente, pur non volendo, nella parte più profonda e inaccessibile del mio cervello, e quando sembra che non possano più nuocere, ecco che riesplodono come la lava di un vulcano in eruzione...
«Non sei più il mio pediatra... addio.»
«Chi ha vissuto nel dolore, non deve cercare la felicità, troverà solo un dolore più grande.» — Enzo Bettiza.
E rivedo mio padre: ogni giorno mi raccontava storie di cui ora non ho più nessun ricordo.
Ma ciò che porto dentro è il suo dolore: l'addio al piccolo paese, l'addio alla famiglia, l'addio alla professione per la quale aveva tanto studiato e con tanto successo.
La via di fuga verso un luogo sconosciuto. L'ostilità delle autorità, l'odio dei colleghi, le minacce e i soprusi dei burocrati comunali.
«Figlio di contadino, animato da un forte senso di giustizia sociale, dalla volontà di essere dalla parte dei più deboli e bisognosi, aveva trovato un egoismo ed una cattiveria senza confini:
"Dottore, la deve finire di prescrivere tutti questi farmaci e non solo per i poveri!"
"Sindaco, ma sono proprio i poveri che io, da Medico Condotto, assisto, che hanno più bisogno."
"Vivono in case vecchie, umide, fatiscenti. È normale che siano loro ad ammalarsi di più ed ad avere più bisogno di farmaci."
"I farmaci sono a carico del Comune e il Comune spende tanti soldi per questi morti di fame: cambi modo di fare, altrimenti alla scadenza dell'anno di prova io dichiarerò che lei non è idoneo a svolgere la sua figura di Medico Condotto qui a Glielfi."
"La manderò via!"»
«Pasquale, sveglia... hanno chiamato per l'imbarco!»
  • Antonio Marzano
  • dottor Antonio Marzano
Morte di un gettonista

Morte di un gettonista

Racconto giallo a cura del dott. Antonio Marzano

Indice rubrica
Capitolo trentasettesimo 24 luglio 2025 Capitolo trentasettesimo
Capitolo trentaseiesimo 22 luglio 2025 Capitolo trentaseiesimo
Capitolo trentacinquesimo 17 luglio 2025 Capitolo trentacinquesimo
Capitolo trentatreesimo 10 luglio 2025 Capitolo trentatreesimo
Capitolo trentaduesimo 8 luglio 2025 Capitolo trentaduesimo
Capitolo trentunesimo 3 luglio 2025 Capitolo trentunesimo
Capitolo trentesimo 1 luglio 2025 Capitolo trentesimo
Altri contenuti a tema
Chopin il vate del romanticismo Chopin il vate del romanticismo Rubrica di musica classica a cura di Antonio Marzano
Medicina di Genere Medicina di Genere Rubrica a cura del dottor Antonio Marzano - Ex pediatra di famiglia
Capitolo trentasettesimo Capitolo trentasettesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo trentaseiesimo Capitolo trentaseiesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo trentacinquesimo Capitolo trentacinquesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo trentaquattresimo Capitolo trentaquattresimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo trentatreesimo Capitolo trentatreesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
Capitolo trentaduesimo Capitolo trentaduesimo Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
© 2001-2025 BisceglieViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
BisceglieViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.