Francesco Nacci
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Politica

«Azione è contro la mediocrità imperante a livello locale: ecco perché sosterremo Spina»

L'intervento del segretario biscegliese Francesco Nacci al primo congresso provinciale

Francesco Nacci, coordinatore cittadino biscegliese di Azione, è intervenuto nel corso del congresso provinciale del partito fondato da Carlo Calenda, tenutosi lo scorso 16 gennaio al Teatro Politeama Italia di Bisceglie.

Desidero ringraziare il neoeletto segretario provinciale Nicola Colangelo e la commissione congressuale provinciale insieme al generale Vincenzo Smurro, membro della commissione regionale, per l'eccellente organizzazione di questo primo importantissimo passaggio politico per la vita del nostro partito.

Con la nascita di Azione il panorama politico italiano, quanto mai polverizzato e in preda ad una profonda crisi di sistema, vede finalmente affermarsi una proposta matura, responsabile, civica nel vero senso della parola, ma soprattutto radicale e intransigente, perché votata ad imprimere nella nostra vita pubblica un nuovo e appassionato slancio riformatore. Vi sono malattie, apparentemente insanabili, che da troppo tempo affliggono i comportamenti degli elettori e il modo con cui questi interpretano la politica: l'indifferenza, il cinismo, il trasformismo, la demagogia; ma v'è sopra le altre una malattia morale, prima ancora che politica, che ci impedisce di assumere un'iniziativa e di impegnarci a vario titolo nella politica, nella cultura, nella società civile, per contribuire alla costruzione di quelle basi fondamentali per una corretta e avanzata vita associata. Questa malattia è il conformismo, figlio della rassegnazione e dell'incultura. Combattere il conformismo; questa è la difficile missione che Azione sin dal primo giorno sta affrontando caparbiamente.

Le sfide di questa epoca richiedono uno sforzo considerevole e impongono a tutti noi di riappropriarci di valori e ideali che in ogni momento dovrebbero riempire di significato il percorso di sviluppo democratico delle comunità, sebbene vengano spesso e da più parti sottoposti a una dura contestazione. Questi sono: il principio dello Stato di diritto, il dovere della tolleranza, il diritto alla libertà individuale e di pensiero, il garantismo, la solidarietà fra gruppi e classi sociali, il principio di uguaglianza sostanziale, l'orizzonte del federalismo europeo. Gli elementi che ho appena elencato sono quelli che dovrebbero costituire i pilastri irrinunciabili di una cultura politica che sento mia e che credo rappresenterà il riferimento del pensiero politico che ispirerà l'avventura di Azione. È la cultura del liberalismo sociale, del repubblicanesimo, di quell'area laica e democratica minoritaria nelle urne ma da sempre viva e feconda nella cultura italiana, nella storia delle sue istituzioni, nel mondo accademico e delle professioni, che ha avuto fra i suoi uomini migliori anche alcuni figli della nostra terra: penso a Gaetano Salvemini, penso soprattutto a due nobili figure della politica biscegliese, Vincenzo Calace (vittima di una violenta ondata di conformismo che investì l'Italia nel Novecento) e il da poco scomparso professor Giovanni Bruni.

"Libertà nell'uguaglianza"; "Giustizia e Libertà"; "Pensiero e Azione". Sono solo alcune delle formule in grado di riassumere gli ideali che ho prima richiamato; ve n'è però un'altra che spero possa esprimere lo spirito di Azione: "Conoscere per deliberare", dal titolo della prima "predica" di un maestro del pensiero liberale, Luigi Einaudi. "Conoscere per deliberare, conoscere la realtà nella quale si deve operare, conoscerla attraverso studi disinteressati, non adulterati da tendenziosità, schemi preconcetti, interessi particolari, anche se rispettabili, da promuovere". E' da questa idea, così semplice e al tempo stesso così profonda, che dovrebbe essere ispirata la nostra attività, la nostra visione programmatica, il nostro approccio ad ogni tipo di dibattito. E, proprio in virtù di ciò, continueremo a ribadire in ogni sede che le nostre priorità sono il rilancio del sistema scolastico e il rafforzamento degli investimenti nella sanità, quindi la difesa del carattere pubblico di questi due servizi fondamentali. Pensiamo che la Scuola, l'Università, l'istruzione nel suo complesso, debbano essere il perno di una nuova stagione di riforme necessarie per affrontare la complessità e la drammaticità della fase attuale; una società in cui lo Stato coltiva il bene della conoscenza e investe maggiori risorse sulle generazioni più giovani è certamente una società più giusta, democratica e consapevole, in cui il progresso economico e tecnologico si accompagna ad un maggior grado di equità e sostenibilità.

Ecco, a chi, in maniera frettolosa e scomposta, si ostina ad accusarci di interpretare la politica in senso antipopolare, élitario, o addirittura tecnocratico, noi dovremo replicare con ancor più forza affermando che la politica di cui abbiamo bisogno non potrà che fondarsi sulla preparazione, sull'esperienza e sulla affidabilità delle classi dirigenti, sulla loro accountability, sulla moralità del proprio agire. Solo così si potrà assicurare la salvezza dello Stato, grazie alla cultura e alle qualità di chi è chiamato a guidarlo; solo così i cittadini torneranno ad avere fiducia nella politica, allorché verrà ricomposta quella inaccettabile frattura tra paese reale e paese legale. E' quindi uno sforzo civile quello che dobbiamo mettere in campo.

La nostra missione dovrà naturalmente investire anche la dimensione locale; sarà fondamentale perciò contribuire, insieme alle altre forze presenti sul territorio - in particolare con quelle di natura civica -, alla promozione di una nuova schiera di amministratori pubblici che facciano dell'onestà, del buongoverno e della conoscenza dei problemi i propri caratteri essenziali. Come ha più volte ripetuto lo stesso Carlo Calenda, una delle condizioni necessarie per restituire autorevolezza al nostro sistema politico è quella di insistere nella valorizzazione delle energie provenienti dai territori, lì dove i politici maturano, insieme ai cittadini con i quali quotidianamente si confrontano, le virtù dell'ascolto, lì dove sviluppano la cultura di governo e di gestione della cosa pubblica, che è tecnica ma è anche l'arte del saper riformare l'esistente.

Qui a Bisceglie, alla vigilia di questo primo congresso che oggi celebriamo, Azione già può contare su un buon numero di iscritti; come coordinatore pro tempore del gruppo di Bisceglie voglio rimarcare quanto sia fondamentale per il partito assumere una posizione chiara, precisa e ponderata sul destino politico-amministrativo della città. Di fronte alla mediocrità imperante e ai fallimenti conclamati di certa classe politica, di fronte all'assenza - direi asfissiante - di progetti, idee, movimenti innovativi, si pone la necessità di cogliere le opportunità che il momento storico ci offre. Siamo in una congiuntura che ci consentirebbe di avviare un'attenta opera di programmazione dei settori della vita economica e sociale, rilanciando il commercio, il lavoro, il settore turistico in particolare; dopo il buio degli ultimi anni, è forse possibile riscattare il territorio dal sonno profondo che l'ha colpito e favorire una nuova fase di risveglio culturale.

Sono convinto che per raggiungere questi ambiziosi obiettivi dovremo accompagnare una riorganizzazione della nostra classe politica, da troppo tempo avvitata su sé stessa e incapace di esprimere altro se non programmi amministrativi inconsistenti, coalizioni e accordi elettorali incomprensibili, di compagini politiche che si fanno e si disfano in modo schizofrenico, nel tripudio del più bieco trasformismo, dei più innaturali compromessi al ribasso, nel proliferare abnorme di finte liste civiche che annacquano il fair play democratico. Sono sicuro che Azione sia il luogo in cui davvero possa nascere quella reazione sana al cinismo e allo spirito di conservazione; se Azione riuscirà a diventare l'anima critica ma leale della coalizione riformista e civica che sta per nascere in vista del 2023, a sostegno della candidatura a sindaco dell'avvocato Francesco Spina, allora il nostro impegno non sarà stato del tutto inutile. Proviamoci!

  • Nicola COlangelo
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