
Attualità
Club UNESCO Bisceglie ricorda il 50° anniversario della Giornata mondiale della terra
I passaggi salienti della relazione del professor Benito Leoci dell'Univeristà del Salento
Bisceglie - lunedì 20 aprile 2020
13.51
Il Club per l'UNESCO di Bisceglie, presieduto da Pina Catino, si mobilita, seppure solo in rete, in vista del 22 aprile, giornata in cui ricorre il 50° anniversario della Giornata mondiale della terra, che ricade peraltro nell'Anno internazionale delle piante sane 2020.
Il primo allarme fu lanciato da Rachel Carson il 1962 con la pubblicazione di un libro intitolato "Primavera silenziosa", come ha ricordato il professor Benito Leoci dell'Università del Salento, autore di una relazione su invito del Club per l'UNESCO di Bisceglie,.
Carson avvertiva che i campi agricoli erano sempre più avvelenati da pesticidi e di conseguenza lo erano i semi che a loro volta uccidevano gli uccelli. Di qui la "primavera silenziosa", ovvero priva del canto degli uccelli. Fu poi la volta delle denunce di Ralph Nader negli anni '70 con l'intervento sull'uso degli additivi alimentari riportato in Italia nel libro "Il cibo che uccide" del 1974. Le accuse di Nader si riferivano alla circostanza che gli alimenti fossero sempre più interessati (e avvelenati) da additivi chimici.
«Da quegli anni tutto è andato peggiorando - ha spiegato il professor Leoci - sotto la spinta della necessità di alimentare una massa crescente di popolazioni e quindi disporre di alimenti in misura crescente, favorendo la loro durata con l'uso degli additivi chimici e ostacolando l'opera degli insetti e la diffusione delle erbacce con l'uso dei pesticidi.
Lo sfruttamento eccessivo dei terreni, la distruzione delle foreste, le variazioni climatiche e il crescente processo di desertificazione in diverse aree geografiche presentano conseguenze negative difficili da prevedere. Mentre però le cause delle variazioni climatiche e dell'aumento delle temperature del pianeta sono difficili da individuare e da attribuire, per quanto attiene la distruzione delle foreste e l'uso massiccio di pesticidi non vi sono dubbi: l'unico colpevole è l'uomo» ha aggiunto.
«I quantitativi di pesticidi utilizzati ogni anno per proteggere le coltivazioni agricole e i prodotti derivanti sono spaventosi. Alcune cifre: in tutto il mondo in questi ultimi tempi sono stati utilizzati circa 2.8 milioni di tonnellate l'anno di pesticidi, sufficienti per riempire una fila di camion lunga da Bari a Parigi! Pesticidi formati da circa 500 tipi diversi di composti chimici (utilizzati in oltre 50 mila formulazioni) e quindi difficili per il loro numero da valutare fino in fondo anche per i tempi lunghi necessari per individuare il loro impatto sull'ambiente e sulla salute umana. L'uomo si è dunque infilato in una trappola.
L'aumento continuo delle popolazioni (da circa 1,5 miliardi del 1900 agli attuali oltre 7,5 miliardi di persone) necessita di aumenti continui di alimenti e quindi di pesticidi con aumento di malattie e avvelenamento dei terreni e delle acque sia dolci che marine. Come uscirne?».
La relazione completa è pubblicata sulla pagina Facebook del Club per l'UNESCO di Bisceglie e sul sito web Ficlu
Il primo allarme fu lanciato da Rachel Carson il 1962 con la pubblicazione di un libro intitolato "Primavera silenziosa", come ha ricordato il professor Benito Leoci dell'Università del Salento, autore di una relazione su invito del Club per l'UNESCO di Bisceglie,.
Carson avvertiva che i campi agricoli erano sempre più avvelenati da pesticidi e di conseguenza lo erano i semi che a loro volta uccidevano gli uccelli. Di qui la "primavera silenziosa", ovvero priva del canto degli uccelli. Fu poi la volta delle denunce di Ralph Nader negli anni '70 con l'intervento sull'uso degli additivi alimentari riportato in Italia nel libro "Il cibo che uccide" del 1974. Le accuse di Nader si riferivano alla circostanza che gli alimenti fossero sempre più interessati (e avvelenati) da additivi chimici.
«Da quegli anni tutto è andato peggiorando - ha spiegato il professor Leoci - sotto la spinta della necessità di alimentare una massa crescente di popolazioni e quindi disporre di alimenti in misura crescente, favorendo la loro durata con l'uso degli additivi chimici e ostacolando l'opera degli insetti e la diffusione delle erbacce con l'uso dei pesticidi.
Lo sfruttamento eccessivo dei terreni, la distruzione delle foreste, le variazioni climatiche e il crescente processo di desertificazione in diverse aree geografiche presentano conseguenze negative difficili da prevedere. Mentre però le cause delle variazioni climatiche e dell'aumento delle temperature del pianeta sono difficili da individuare e da attribuire, per quanto attiene la distruzione delle foreste e l'uso massiccio di pesticidi non vi sono dubbi: l'unico colpevole è l'uomo» ha aggiunto.
«I quantitativi di pesticidi utilizzati ogni anno per proteggere le coltivazioni agricole e i prodotti derivanti sono spaventosi. Alcune cifre: in tutto il mondo in questi ultimi tempi sono stati utilizzati circa 2.8 milioni di tonnellate l'anno di pesticidi, sufficienti per riempire una fila di camion lunga da Bari a Parigi! Pesticidi formati da circa 500 tipi diversi di composti chimici (utilizzati in oltre 50 mila formulazioni) e quindi difficili per il loro numero da valutare fino in fondo anche per i tempi lunghi necessari per individuare il loro impatto sull'ambiente e sulla salute umana. L'uomo si è dunque infilato in una trappola.
L'aumento continuo delle popolazioni (da circa 1,5 miliardi del 1900 agli attuali oltre 7,5 miliardi di persone) necessita di aumenti continui di alimenti e quindi di pesticidi con aumento di malattie e avvelenamento dei terreni e delle acque sia dolci che marine. Come uscirne?».
La relazione completa è pubblicata sulla pagina Facebook del Club per l'UNESCO di Bisceglie e sul sito web Ficlu