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Economia e lavoro

Fermo pesca sardine, negato l'anticipo: il rammarico delle marinerie biscegliesi

Il divieto scatterà il 1° novembre: «Ci saranno ripercussioni negative sulla produttività in una fase economica di profonda crisi»

Niente da fare. La richiesta di anticipazione del periodo di fermo biologico della pesca per le sardine e più in generale i piccoli pelagici (come le acciughe) nello specchio dei compartimenti dell'Adriatico centrale e meridionale compresi fra San Benedetto del Tronto e Gallipoli è stata rifiutata dal ministero delle politiche agricole e forestali. Un duro colpo, in particolare, per le marinerie di Bisceglie, tradizionalmente attive nei porti più pescosi di Marche e Abruzzo, in una fase di congiuntura complessiva particolarmente critica con la quale il comparto, già provato da una situazione sempre più insostenibile, deve fare quotidianamente i conti.

I rappresentanti delle organizzazioni di categoria, facendo leva sulle innegabili difficoltà dell'intero settore, avevano sollecitato una modifica del decreto ministeriale del 13 maggio 2022, domandando sostanzialmente di anticipare l'inizio dei 30 giorni consecutivi di divieto, per i pescherecci autorizzati all'utilizzo del sistema volante a coppia, ad effettuare quel tipo di attività.

Il dipartimento competente del Mipaaf ha confermato quanto già stabilito: il fermo pesca per le sardine sarà in vigore per l'intera durata del mese di novembre. Le speranze degli armatori biscegliesi, che hanno confidato in un differente arco temporale di vigenza del fermo (15 ottobre-14 novembre) sono rimaste disattese.

«Le nostre maggiori perplessità nascono non tanto dalla valutazione della necessità di adottare il fermo pesca ma dalla constatazione che non si hanno certezze che la stessa misura sia stata adottata dai Paesi frontalieri ed in primis dalla Croazia» hanno evidenziato da Federpesca. Le imbarcazioni che utilizzano il sistema volante a coppia non considerano più da tempo le sardine una risorsa target: le dinamiche della domanda sono cambiate e il loro basso valore commerciale ha fatto il resto. «Il rispetto di un fermo non è più giustificato né motivato dalle logiche del mercato: preferiremmo piuttosto un ulteriore periodo di interruzione dell'attività di pesca per tutelare le acciughe» hanno evidenziato i referenti delle organizzazioni del comparto, proponendo lo spostamento del fermo sardine nel periodo compreso fra il 31 agosto e il 29 settembre.

Le imprese del settore versano in uno stato di profonda debolezza economica: «L'aumento esponenziale del costo del gasolio ha avuto un impatto devastante sulla redditività: uscire in mare è divenuto antieconomico e la gravità del momento è tale che molti imprenditori, nell'impossibilità di assicurare il pagamento del minimo monetario garantito, hanno valutato la scelta del disarmo» hanno evidenziato dalle marinerie biscegliesi.

Il periodo invernale è tradizionalmente fruttifero per le volanti, a differenza di quanto accade in estate, con il pescato delle lampare a determinare una maggiore offerta di prodotto. «Non concederci l'anticipo di 15 giorni del fermo sardine avrà delle ripercussioni sulla produttività in una fase nella quale anche una sola uscita utile può portare giovamento alle nostre attività» hanno spiegato gli armatori di Bisceglie, che temono persino la "beffa" dell'invasione di pescato dall'estero.
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