
Spettacoli
Giovanni Impastato ospite alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie
L’appuntamento del 30 maggio chiude il programma del mese
Bisceglie - giovedì 29 maggio 2025
10.08 Comunicato Stampa
Un racconto necessario, doloroso e pieno di coraggio. Venerdì 30 maggio, alle ore 19:00, le Vecchie Segherie Mastrototaro ospiteranno Giovanni Impastato, fratello di Peppino, per la presentazione del libro "Mio fratello. Tutta una vita con Peppino" (Libreria Pieno Giorno). L'incontro, coordinato da Franco Papagni, è realizzato in collaborazione con ARCI, Libera, Città di Bisceglie e Avviso Pubblico.
Tra documenti inediti e testimonianze mai rivelate, il libro ripercorre la storia di Cinisi, la città del palermitano che vide crescere i fratelli Impastato e che, per convenzione, separava con soli "cento passi" la casa dei ragazzi da quella del boss Gaetano Badalamenti.
Mentre Peppino restava per sempre ragazzo, Giovanni è diventato il custode di una memoria scomoda, militante e lucida. I passi che li separavano da Badalamenti sono diventati milioni e sono il simbolo di un cammino collettivo di chi si oppone alla mafia.
Una storia familiare che si intreccia con quella del Paese
Nel libro, Giovanni Impastato racconta per la prima volta in modo diretto, personale e inedito la sua storia e quella della sua famiglia, segnate dalla presenza soffocante della mafia e dal senso di giustizia di Peppino. Il racconto si apre con la morte dello zio Cesare Manzella, boss storico del traffico di droga, e con il clima di terrore che cala sulla famiglia: occhi che osservano, paura del buio, del silenzio, di una luce che espone.Tra documenti inediti e testimonianze mai rivelate, il libro ripercorre la storia di Cinisi, la città del palermitano che vide crescere i fratelli Impastato e che, per convenzione, separava con soli "cento passi" la casa dei ragazzi da quella del boss Gaetano Badalamenti.
La lotta di Peppino e il coraggio del fratello Giovanni
Il libro non è solo un memoriale su Peppino Impastato, giovane attivista ucciso dalla mafia nel 1978 e inizialmente presentato dalle autorità come un terrorista, ma anche, e soprattutto, la testimonianza di una vita intera trascorsa nella difesa della verità, contro le complicità e le opacità di uno Stato spesso sordo o omertoso.Mentre Peppino restava per sempre ragazzo, Giovanni è diventato il custode di una memoria scomoda, militante e lucida. I passi che li separavano da Badalamenti sono diventati milioni e sono il simbolo di un cammino collettivo di chi si oppone alla mafia.