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Attualità
Identificato e denunciato uno dei responsabili dell'esposizione dello striscione a Bisceglie
Alcune delle foto della manifestazione, hanno permesso l'identificazione del giovane. Indagini della Polizia di Stato sugli altri individui ritratti
Bisceglie - sabato 4 ottobre 2025
15.44
È un giovane 30enne di Andria, uno dei responsabili dell'esposizione di uno striscione - avvenuta lo scorso 2 ottobre in piazza Margherita a Bisceglie, durante la manifestazione pro Gaza - contenente un messaggio violento contro i leader del centrodestra, recante la scritta "Meloni, Tajani, Salvini, farete la fine di Mussolini".
Ad identificarlo sono stati i poliziotti del Commissariato di P.S. di Trani e dei colleghi della Digos Bat (ex ufficio politico) della Questura di Andria, grazie ad alcune fotografie della manifestazione, diffuse anche sui social. Nei confronti del manifestante -mentre sono in corso indagini per risalire all'identità delle altre persone ritratte-, è scattata la denuncia per "violenza o minaccia a un Corpo politico Corpo politico, amministrativo o giudiziario, ai singoli componenti o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorità costituita in collegio o ai suoi singoli componenti, per impedirne, in tutto o in parte, anche temporaneamente, o per turbarne comunque l'attività", reato contenuto nell'articolo 338 del Codice penale, la cui sanzione prevista è la reclusione da uno a sette anni.
Ad identificarlo sono stati i poliziotti del Commissariato di P.S. di Trani e dei colleghi della Digos Bat (ex ufficio politico) della Questura di Andria, grazie ad alcune fotografie della manifestazione, diffuse anche sui social. Nei confronti del manifestante -mentre sono in corso indagini per risalire all'identità delle altre persone ritratte-, è scattata la denuncia per "violenza o minaccia a un Corpo politico Corpo politico, amministrativo o giudiziario, ai singoli componenti o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorità costituita in collegio o ai suoi singoli componenti, per impedirne, in tutto o in parte, anche temporaneamente, o per turbarne comunque l'attività", reato contenuto nell'articolo 338 del Codice penale, la cui sanzione prevista è la reclusione da uno a sette anni.