
Attualità
La biscegliese Lucia Silvestris a capo di un progetto internazionale del Cern
Guiderà la comunita scientifica italiana nell'esperimento Cms cui partecipano oltre 3000 fisici da 55 paesi
Bisceglie - giovedì 7 gennaio 2021
8.31
Tre anni, da gennaio 2021 a dicembre 2023, alla guida della comunità italiana di ricercatori nell'ambito dell'esperimento Cms (compact muon solenoid) del Cern, cui prendono parte oltre 3000 fisici da 55 paesi diversi. Una responsabilità non da poco, quella appena assunta dalla ricercatrice biscegliese Lucia Silvestris.
Il Cms è uno dei quattro grandi rivelatori di particelle installati all'interno dell'acceleratore Lhc (large hadron collider). La dottoressa Silvestris ha rilevato il testimone dal collega Giovanni Billei, sarà a capo di circa 350 tra fisici e ingegneri provenienti da 14 sezioni e due laboratori nazionali e si occuperà di coordinare le attività dei gruppi italiani impegnati in prima linea nella collaborazione, alla vigilia dell'avvio del terzo ciclo di presa dati e dei lavori di upgrade in vista della fase di alta luminosità di Lhc.
Formatasi a Bisceglie (con la maturità scientifica al liceo scientifico "Leonardo da Vinci"), Lucia Silvestris ha conseguito il dottorato di ricerca all'Università degli studi di Bari, entrando nell'Istituto nazionale di fisica nucleare di Bari e quindi nel Cms, del quale fa parte dal 1993.
La sua attività di ricerca in fisica subnucleare con acceleratori ha avuto inizio al Cern (l'organizzazione europea per la ricerca nucleare) nel 1986 con l'esperimento Aleph, partecipando attivamente alle misure di precisione dei bosoni mediatori della forza elettrodebole (Z e W) ed alla ricerca di nuova fisica. Un'esperienza che le ha permesso di entrare nel progetto di collaborazione Cms, di cui ricopre ruoli di coordinamento dal 2005. La biscegliese ha partecipato da protagonista anche alla scoperta del Bosone di Higgs (2012).
«Questa nomina è un riconoscimento del lavoro svolto negli anni all'interno della comunità Cms, nella quale ho sempre ricoperto posizioni di responsabilità in ambito internazionale» ha commentato la ricercatrice. «Rappresentare oggi il gruppo degli scienziati italiani impegnati nell'esperimento, uno dei più numerosi tra quelli che compongono la collaborazione, è quindi un grande privilegio».
L'attività della collaborazione Cms è proseguita malgrado l'emergenza epidemiologica, con l'avanzamento della campagna di analisi dei dati finora raccolti, gli aggiornamenti hardware e software necessari per l'avvio della terza fase dell'esperimento e il via ai test dei rivelatori necessari per la quarta fase dell'esperimento. Un'attività, quest'ultima, in cui l'Infn svolgerà un ruolo da protagonista e che fornirà indicazioni utili in previsione dell'attuazione del progetto High-Luminosity, grazie al quale, dopo il 2027, Lhc sarà in grado di produrre un numero maggiore di collisioni allo scopo di osservare fenomeni e segnali di nuova fisica.
«Le principali sfide che la comunità italiana di Cms dovrà affrontare nei prossimi tre anni riguardano la preparazione per il Run 3 (periodo di raccolta dati), il cui inizio è previsto nel 2022, il completamento delle analisi dei dati già acquisiti e l'inizio della costruzione dei nuovi rivelatori di upgrade per la fase di alta luminosità di LHC» ha spiegato Lucia Silvestris. «Importanti sfide saranno inoltre quelle relative al mantenimento delle competenze legate alle componenti hardware, software ed elettroniche dell'esperimento e al ricambio generazionale».
Il Cms è uno dei quattro grandi rivelatori di particelle installati all'interno dell'acceleratore Lhc (large hadron collider). La dottoressa Silvestris ha rilevato il testimone dal collega Giovanni Billei, sarà a capo di circa 350 tra fisici e ingegneri provenienti da 14 sezioni e due laboratori nazionali e si occuperà di coordinare le attività dei gruppi italiani impegnati in prima linea nella collaborazione, alla vigilia dell'avvio del terzo ciclo di presa dati e dei lavori di upgrade in vista della fase di alta luminosità di Lhc.
Formatasi a Bisceglie (con la maturità scientifica al liceo scientifico "Leonardo da Vinci"), Lucia Silvestris ha conseguito il dottorato di ricerca all'Università degli studi di Bari, entrando nell'Istituto nazionale di fisica nucleare di Bari e quindi nel Cms, del quale fa parte dal 1993.
La sua attività di ricerca in fisica subnucleare con acceleratori ha avuto inizio al Cern (l'organizzazione europea per la ricerca nucleare) nel 1986 con l'esperimento Aleph, partecipando attivamente alle misure di precisione dei bosoni mediatori della forza elettrodebole (Z e W) ed alla ricerca di nuova fisica. Un'esperienza che le ha permesso di entrare nel progetto di collaborazione Cms, di cui ricopre ruoli di coordinamento dal 2005. La biscegliese ha partecipato da protagonista anche alla scoperta del Bosone di Higgs (2012).
«Questa nomina è un riconoscimento del lavoro svolto negli anni all'interno della comunità Cms, nella quale ho sempre ricoperto posizioni di responsabilità in ambito internazionale» ha commentato la ricercatrice. «Rappresentare oggi il gruppo degli scienziati italiani impegnati nell'esperimento, uno dei più numerosi tra quelli che compongono la collaborazione, è quindi un grande privilegio».
L'attività della collaborazione Cms è proseguita malgrado l'emergenza epidemiologica, con l'avanzamento della campagna di analisi dei dati finora raccolti, gli aggiornamenti hardware e software necessari per l'avvio della terza fase dell'esperimento e il via ai test dei rivelatori necessari per la quarta fase dell'esperimento. Un'attività, quest'ultima, in cui l'Infn svolgerà un ruolo da protagonista e che fornirà indicazioni utili in previsione dell'attuazione del progetto High-Luminosity, grazie al quale, dopo il 2027, Lhc sarà in grado di produrre un numero maggiore di collisioni allo scopo di osservare fenomeni e segnali di nuova fisica.
«Le principali sfide che la comunità italiana di Cms dovrà affrontare nei prossimi tre anni riguardano la preparazione per il Run 3 (periodo di raccolta dati), il cui inizio è previsto nel 2022, il completamento delle analisi dei dati già acquisiti e l'inizio della costruzione dei nuovi rivelatori di upgrade per la fase di alta luminosità di LHC» ha spiegato Lucia Silvestris. «Importanti sfide saranno inoltre quelle relative al mantenimento delle competenze legate alle componenti hardware, software ed elettroniche dell'esperimento e al ricambio generazionale».