Profughi ucraini a Bisceglie
Profughi ucraini a Bisceglie
Attualità

Profughi ucraini a Bisceglie, la situazione

Il racconto dei responsabili Caritas

I referenti della Caritas di Bisceglie hanno riassunto quanto accaduto nel corso di queste settimane alla quindicina di cittadini ucraini giunti a Bisceglie in seguito all'aggravarsi del conflitto - in corso dal 2014 - e della sua diffusione su più vasta scala. con il coinvolgimento di altre zone del Paese. Secondo quanto riferito, i profughi al momento ospitati in città sono «ragazzi di 11 e 14 anni e donne che sono ancora in cerca di lavoro o hanno lasciato i loro bimbi piccoli ad amici e conoscenti».

Le circa quindici persone ospitate - hanno fatto sapere da Caritas - «hanno ripulito i giardini della struttura di via professor Mauro Terlizzi e li hanno abbelliti piantando dei fiori». Maryna Dobryden, originaria di Odessa, in Italia dal 2004 ed a Bisceglie dal 2011, ha spiegato: «Lo facciamo con il cuore ed è il segno tangibile della nostra riconoscenza alla Caritas che ci sta aiutando enormemente sin dall'arrivo in Italia». La donna fa da interprete ai profughi che arrivano e la contattano da tutta Italia e organizza spedizioni per quanti sono rimasti in patria e soprattutto per gli orfanotrofi che accolgono tanti orfani di guerra. «Peccato che dei fiori piantati venerdì siano stati trafugati nel weekend» ha sottolineato.

La volontaria ha raccontato che al momento dell'escalation della guerra, nel mese di febbraio, era rimasta scioccata, amareggiata e quasi in colpa per il fatto di trovarsi al sicuro in Italia. La onlus "Universo", istituita nel gennaio 2021 da don Salvino Porcelli e della quale Maryna è vicepresidente, è diventata l'interlocutrice principale di tutte le iniziative partite da Bisceglie, nonostante l'esito negativo della richiesta di appoggio ai vari progetti presentati alla Regione Puglia.

Secondo quanto sostenuto dalla Caritas di Bisceglie, la onlus "Universo" aveva già aiutato 23 orfanotrofi ucraini nei mesi precedenti e, tramite la sua presidente Rossana, fornisce informazioni di prima mano sugli effettivi bisogni della gente: famiglie senza più la casa, una giovane donna costretta a lasciare in orfanotrofio il proprio piccolo per l'impossibilità per lei di accudirlo e sfamarlo, la necessità di far fuggire i 17enni perché, raggiunta la maggiore età, sono costretti ad arruolarsi dalla legge marziale istituita.

Marina si è attivata trovando sostegno nella Caritas in primis, che ha accolto e ospita un nucleo familiare di sei persone (due anziane, due bimbi ed una coppia giovane) provenienti da Mariupol; Confagricoltura che ha dato un impiego ad altri profughi per la raccolta delle ciliegie o per i lavori nelle vigne, inltre ha messo a disposizione un capannone per la raccolta materiale; Casale San Nicola ha messo a disposizione una villa per alcuni profughi ed ha dato lavoro ad una di esse; l'Hotel Salsello ha dato ospitalità ad alcuni altri; un vivaio di Ruvo ha offerto lavoro; alcuni privati che hanno offerto la loro stanza libera in casa; farmacia Simone ha regalato il latte per neonati spedito in Ucraina; Roma Intangibile ha effettuato una raccolta fondi. È attiva, intanto, una scuola di italiano coordinata da Mauro De Cillis: le lezioni di svolgono negli spazi della parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli e del Seminario diocesano.

«Ciò che angoscia l'interprete ucraina è la reale destinazione del materiale raccolto» hanno evidenziato dalla Caritas. «Nessuna associazione istituzionale (Croce Rossa o Protezione Civile) fornisce la sicurezza che il materiale raccolto possa giungere alla destinazione da loro scelta, come anche il consolato ucraino. Molti aiuti sono bloccati alla frontiera polacca che al momento ha milioni di profughi da supportare. Alcune associazioni chiedevano la metà del carico per destinazioni di loro interesse in zone del nord-ovest nelle quali l'emergenza non è così impellente coe nelle zone di guerra e chissà se poi non erano rivenduti...» hanno aggiunto.

«Un privato di Foggia ha messo a disposizione un mezzo proprio ed un carico di prodotti fra un paio di settimane partirà per destinazione certa con indirizzo preciso e porterà sollievo ad alcuni orfanotrofi. Sono state formulate richieste specifiche: innanzitutto una lavastoviglie per grandi numeri per sollevare il lavoro negli orfanotrofi, magari di seconda mano da qualche albergo e ristorante. E poi tutto ciò che può servire a bimbi e ragazzi da 0 a 14 anni: prodotti per l'igiene personale e della struttura (detersivi per biancheria, spazzolini, dentifrici, sapone liquido, pannolini, shampoo, lenzuola, copertine, plaid, ecc), alimenti (latte in polvere e concentrato, vitamine, marmellate, biscotti, miglio, orzo, riso, ecc) materiale per disegnare, abbigliamento e scarpe 0-14 anni».

La nota positiva è l'arrivo del contributo statale di 300 euro per adulto e 150 per bambino a beneficio di coloro che avevano presentato richiesta entro il 20 aprile scorso.

«La Caritas cittadina aiuta con le sue strutture dell'Emporio eco-solidale, RecuperiAmoci, la falegnameria e la Sartoria sociale; sta sostenendo dal punto di vista alimentare circa 130 profughi, provenienti soprattutto da Chernivzi, ai confini con la Romania: ora gli alimenti raccolti dalle scuole e dal centro raccolta allestito dal comune di Bisceglie, sono esauriti. C'è bisogno di ulteriori alimenti e non solo, a partire dai farmaci, perché l'emergenza purtroppo continua». L'organizzazione caritatevole della Chiesa cattolica ha chiesto a tutti i biscegliesi, che sempre hanno risposto ad ogni emergenza con tanta generosità, «un sostegno per contribuire alle spese di viaggio e di carburante ringraziando in anticipo quanti risponderanno a questo appello solidaristico».
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