Scheda Referendum 2 giugno 1946. <span>Foto Camera dei Deputati su Facebook</span>
Scheda Referendum 2 giugno 1946. Foto Camera dei Deputati su Facebook
Cultura

Quella volta nel '46 in cui Bisceglie votò per la Monarchia

Nel giorno della festa della Repubblica, un salto indietro nel tempo al 2 giugno 1946

«Lunghissima attesa davanti ai seggi. Sembra di essere tornati alle code per l'acqua, dei generi razionati. Abbiamo tutte nel petto un vuoto da giorni d'esame, ripassiamo mentalmente la lezione: quel simbolo, quel segno, una crocetta accanto a quel nome. Stringiamo le schede come biglietti d'amore» scrisse la giornalista Anna Garofalo, anche citata nel film di Cortellesi "C'è ancora domani", sul voto per il referendum del 2 giugno 1946, il primo a suffragio universale. Con il referendum veniva chiesto alle italiane e agli italiani di esprimersi sulla forma di Stato che di lì a poco il Regno d'Italia si impegnava ad assumere: "Monarchia o Repubblica?". Il 2 giugno 2025 ricorre il 79º anniversario da quel giorno, la Festa della Repubblica Italiana, che venne istituita nel 1949 con la legge n. 260 del 27 maggio, che stabiliva festività civili dello Stato italiano.

Ma Bisceglie, il 2 giugno 1946, scelse la Repubblica o la Democrazia? La risposta al quesito è facilmente reperibile consultando l'archivio storico online sulla piattaforma Eligendo promossa dal Ministero dell'Interno. Con un'affluenza pari all'87,62% (17.747 votanti) e con 16.752 schede valide, Bisceglie si espresse per il 61,81% (10.354 persone votanti) a favore della Monarchia, mentre solo il 38,19% (6.398 persone votanti) marcò la casella della "Repubblica".

Sarebbe troppo semplice spiegare questa espressione così chiara ed evidente dei biscegliesi e delle biscegliesi con un voto di ignoranza o di superficialità, anche perché l'espressione in favore della Monarchia da parte del Meridione rispose ad un fenomeno più ampio e culturalmente più complesso che chiaramente dipendeva dall'antichissima questione meridionale: ad aver influenzato il voto del Mezzogiorno furono in primo luogo le peculiarità culturali e socio-economiche del territorio, che rendevano il Sud molto più propenso ad un assetto di tipo monarchico che repubblicano. Ma la storia ci restituisce un quadro ancora più ricco: dalle manipolazioni politiche del ministro dell'Interno Giuseppe Romita, sino al "voto di protesta" per denunciare la marginalizzazione ad opera della classe politica settentrionalista, in particolare contro un Nord sotto l'influenza di Milano che decideva le sorti dell'intera Italia.

Un contesto difficile da comprendere con la lente del presente, ma che permette di aprire uno spiraglio con approccio meridionalista su quella che era la vita di Bisceglie e più in generale del Meridione appena uscito dalla dittatura fascista, che stava per attraversare un momento decisivo per la Storia d'Italia. E ai posteri oggi non resta che prendere atto della realtà storica per leggere con occhi nuovi e consapevoli il presente in questo 79º anniversario della Repubblica Italiana.
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