teatro Garibaldi. <span>Foto Vincenzo Cassano</span>
teatro Garibaldi. Foto Vincenzo Cassano
Attualità

SistemaGaribaldi: «Se fossimo dei politici chiederemmo lo scioglimento dell'amministrazione»

Lettera dello staff a Vito Troilo: «L'albero delle iniziative è sorretto dal tronco della stagione, segato il quale non ha più senso di esistere»

Il dibattito sulle vicende relative l'organizzazione degli eventi culturali a Bisceglie non si è certo spento in queste ultime ore, specie sui social. Lo staff di Sistema Garibaldi, a seguito dell'articolo comparso sulla rubrica di Vito Troilo del 19 gennaio e intitolato "Il caso SistemaGaribaldi è una sconfitta per tutti", ha indirizzato una lettera personale al giornalista. BisceglieViva - su autorizzazione espressa di mittente e destinatario - ne pubblica il contenuto con l'obiettivo di fornire al lettore ulteriori spunti, osservazioni e argomentazioni, restando a disposizione di qualsiasi successivo intervento sul tema per dare alla questione il maggiore rilievo e la maggiore pluralità possibile di opinioni.

Gentile Troilo,
con l'intento d'integrare la sua recente civilissima ricostruzione, teniamo a specificare alcune cose.
Poiché abitualmente in maggio si definiscono le stagioni teatrali, è da quel tempo che ripetutamente abbiamo chiesto a Sindaco e assessora quali fossero i loro orientamenti rispetto al sistemaGaribaldi. Abbiamo raccolto rinvii, ammiccamenti e silenzi: soprattutto silenzi. Dunque, ragione fondamentale dell'irreparabile disappunto, è l'aver appreso la scelta di escluderci dalla programmazione di prosa, senza alcun preavviso né successiva spiegazione, da una delibera dell'11 gennaio. Gennaio, per chi non lo sapesse, è un mese dell'anno in cui, per noi lavoratori dello spettacolo, tutto è stato definito, mese in cui diventa impossibile trovare alternative praticabili. Il tutto aggravato da condizioni contingenti (il Covid ha messo in ginocchio il nostro settore) che avrebbero piuttosto dovuto spingere un'amministrazione seria a preoccuparsi di questi.

La seconda questione riguarda la presunta chiusura della nostra direzione a proposte "diverse". Sorvolando sulla pluralità di una rete che in tutte le iniziative coinvolge decine di soggetti, include compagnie e artisti residenti e a differenza della maggior parte dei cartelloni pugliesi, pone particolare attenzione alla migliore produzione regionale, in merito al difetto d'apertura imputatoci, la memoria gioca curiosi scherzi. Fino a quando sistemaGaribaldi ha potuto disporre del Teatro comunale e di Santa Croce, le aperture relative a quanto definito dalla direzione artistica, sono state sempre inferiori a quelle destinate ad altro, a partire dalle espressioni del Teatro biscegliese, delle associazioni culturali, delle scuole Statali e private, di danza, musica, canto. Nell'ultima stagione (17/18), al Garibaldi, fra la seconda metà di novembre e la fine di maggio, le aperture sono state 114 e 54 gli eventi "faziosi" della rigida direzione artistica che, a proposito di teatro elitario, ha ospitato comunque da Orsini a Piovani, dal Circo El Grito a Cristicchi, da Albanese alla Gerini, da Alessandro Boni ad Ambra Angiolini e si apprestava, prima della chiusura per Covid, anche al Politeama, ad accogliere ignoti e oscuri personaggi come: Maddalena Crippa, Lillo e Greg o Isa Danieli ecc…
Difficile immaginare quali aperture avremmo potuto offrire senza uno spazio a chi contesta d'essere stato escluso. Anche se un'idea l'avevamo espressa (scripta manent), proponendo a questa amministrazione di affittare per dieci giornate in più il Politeama e di dedicarle agli "esclusi". Richiesta mozzata da un taglio netto del budget, diminuito di anno in anno, sino al paradosso di un'intera stagione "dimenticata" dal bilancio comunale e mai sanata (la invitiamo a verificare, è quella 19/20) …

Infine, il senso del sistema si fonda proprio sull'articolazione delle attività germogliate dalla "stagione". L'albero d'iniziative che esprime è sorretto dal tronco della stagione, segato il quale non ha più ragione d'esistere. Stagione che per noi non è stata mai una sequenza di giornate di spettacolo, ma tutto quello che c'è in mezzo. Il gruppo di lavoro si è impegnato, oltre che per gli spettacoli in programma, per tutte le altre esigenze culturali della città, ottimizzando costi e benefici, appunto, grazie ad un approccio sistemico. Il gruppo, mentre lavorava per la stagione, progettava Mediterraneo, inventava I Tavoli di Marzo, programmava 42 gradi, curava Radio Città Bambina, il Tempo dei Piccoli, collaborava alla realizzazione del Premio Strega, di Case di Carta, di Libridamare, della Parola che cura… Il tecnico che manuteneva il teatro, oltre ad assistere gli spettacoli, prima che entrassero i muratori, aveva smontato le quinte preservandole in un magazzino "inventato" da noi nella scuola Salnitro, in modo che "l'altro ieri" il Tpp potesse richiederle a chi? Visto che il tecnico adesso non c'è più? A un volontario che andrà a recuperarle?

Ha ragione Troilo: la perdita di sistemaGaribaldi segna un fallimento collettivo che avvertiamo anche come nostro, ma quello che ci conforta è quanto il Teatro possa ancora essere un'occasione preziosa per la comunità che grazie proprio a quest'anacronistica arte, alla sua "crisi", si sta interrogando sulla qualità di una classe dirigente e di fatto, sul suo futuro.

Con grande lucidità lei rappresenta il gioco dei rimpalli destra/sinistra usati da questa amministrazione come pretesto per giustificare fallimenti o immobilità. Ora, al netto di un'assessora espressa dalla destra che, mentre dialogava con noi facendo finta di niente, costruiva la stagione con il Tpp, c'è un Sindaco e tutta una Giunta che, votando quella delibera, hanno sepolto sistemaGaribaldi. Se fossimo dei politici, per le ragioni da lei riassunte, ne chiederemmo naturalmente lo scioglimento.

Lo staff di sistemaGaribaldi

Nota in margine
Forse perché questa è la modalità più comune, si sovrappone sistemaGaribaldi al nome di un'unica persona. Certamente è la più rappresentativa di un lavoro, di un pensiero, di un impegno collettivo. Aperto, appunto.

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