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Attualità
Martedì 4 novembre presidio contro il riarmo in piazza San Francesco
Appuntamento alle 18 in piazza San Francesco
Bisceglie - sabato 1 novembre 2025
11.03 Comunicato Stampa
In occasione del 4 novembre, festa delle Forze Armate, le associazioni Arci "Oltre i confini", Anpi sez. "Michele D'Addato", Articolo 31-20 Futuro Anteriore, Caritas zona pastorale Bisceglie, Cobas Scuola Puglia, Legambiente, Meic-movimento ecclesiale di iniziativa culturale, Movimento dei Focolari, Comunità Oasi2, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Pax Christi Bisceglie, Ziwanda, esprimono la propria contrarietà verso le politiche di aumento delle spese militari e di sostegno all'industria bellica, che sottraggono risorse a bisogni essenziali del Paese e alimentano un'economia di guerra, in un tempo così complesso e attraversato da conflitti armati.
Le associazioni facenti parte della Rete dei Diritti convocano, quindi, un sit- a Bisceglie, in piazza San Francesco, il 4 novembre, dalle 18 alle 21. Non è la nostra festa. Parliamo piuttosto di disarmo, di riduzione delle spese militari, di dissenso rispetto a tutto ciò che provoca ecocidi, genocidi e alimenta un'economia di guerra.
Ancora fortemente preoccupati per il futuro della Palestina, tuttora sotto occupazione israeliana, sosteniamo l'idea che la sicurezza dei popoli non coincida con il riarmo, bensì con il riconoscimento dei diritti essenziali delle persone e dei popoli stessi. Più armi non garantiscono pace, ma più guerre, più escalation di conflitti, più instabilità, più vittime.
Anche per il 2026 la spesa militare italiana è destinata a crescere. Secondo la Legge di Bilancio, il Ministero della Difesa disporrà di 32,4 miliardi di euro, oltre 1,1 miliardi in più rispetto al 2025 (fonte www.milex.org), in linea con gli impegni NATO, ma in contrasto con i nostri principi costituzionali di pace e di giustizia sociale che dovrebbero orientare la spesa pubblica.
Il 4 novembre non può essere soltanto memoria di guerre passate, ma scelta di discontinuità: chiediamo di uscire dalla logica armata, di disinnescare le radici economiche delle guerre, di orientare il Paese verso una pace costruttiva. Pace possibile solo se si ferma il trend di aumento delle spese militari, se si rivedono gli impegni assunti in sede NATO e UE, se si convertono le filiere belliche verso produzioni civili sostenibili e se si investe nel diritto internazionale e nell'Onu come mediatore dei conflitti internazionali in corso.
Ripartiamo da politiche che investano nei diritti essenziali come scuola, sanità, clima, cooperazione. Questa è la sicurezza che ci piace. Appuntamento il 4 novembre presso piazza san Francesco (Bisceglie), alle ore 18.
Le associazioni facenti parte della Rete dei Diritti convocano, quindi, un sit- a Bisceglie, in piazza San Francesco, il 4 novembre, dalle 18 alle 21. Non è la nostra festa. Parliamo piuttosto di disarmo, di riduzione delle spese militari, di dissenso rispetto a tutto ciò che provoca ecocidi, genocidi e alimenta un'economia di guerra.
Ancora fortemente preoccupati per il futuro della Palestina, tuttora sotto occupazione israeliana, sosteniamo l'idea che la sicurezza dei popoli non coincida con il riarmo, bensì con il riconoscimento dei diritti essenziali delle persone e dei popoli stessi. Più armi non garantiscono pace, ma più guerre, più escalation di conflitti, più instabilità, più vittime.
Anche per il 2026 la spesa militare italiana è destinata a crescere. Secondo la Legge di Bilancio, il Ministero della Difesa disporrà di 32,4 miliardi di euro, oltre 1,1 miliardi in più rispetto al 2025 (fonte www.milex.org), in linea con gli impegni NATO, ma in contrasto con i nostri principi costituzionali di pace e di giustizia sociale che dovrebbero orientare la spesa pubblica.
Il 4 novembre non può essere soltanto memoria di guerre passate, ma scelta di discontinuità: chiediamo di uscire dalla logica armata, di disinnescare le radici economiche delle guerre, di orientare il Paese verso una pace costruttiva. Pace possibile solo se si ferma il trend di aumento delle spese militari, se si rivedono gli impegni assunti in sede NATO e UE, se si convertono le filiere belliche verso produzioni civili sostenibili e se si investe nel diritto internazionale e nell'Onu come mediatore dei conflitti internazionali in corso.
Ripartiamo da politiche che investano nei diritti essenziali come scuola, sanità, clima, cooperazione. Questa è la sicurezza che ci piace. Appuntamento il 4 novembre presso piazza san Francesco (Bisceglie), alle ore 18.


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