Alloggio di edilizia residenziale pubblica nel centro storico
Alloggio di edilizia residenziale pubblica nel centro storico
Attualità

Alloggi popolari, il cittadino biscegliese replica a Rigante: «Non è stato risolto nulla»

«Il nostro centralizzato non può essere attivato se prima l'ufficio tecnico non corregge l'indirizzo, che è sbagliato»

Come minimo, è un'eloquente differenza di vedute. Il cittadino biscegliese invalido civile al 100%, assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica che nei giorni scorsi ha sollevato una serie di criticità relative alla complessa gestione del disbrigo delle pratiche necessarie alla presa in carico degli appartamenti dagli aventi diritto, con le occupazioni abusive e i successivi sgomberi a rendere tutto più intricato (link all'articolo), è intervenuto ancora una volta a margine di quanto dichiarato dall'assessore comunale ai servizi sociali e alle politiche abitative Roberta Rigante, che in una sucessiva nota ha rimarcato, tra l'altro, come i responsabili degli uffici competenti fossero al lavoro per snellire le varie procedure (link all'articolo).

«In merito al commento aggiunto dall'assessore Rigante vorrei portare a conoscenza che recentemente mi è stato riferito, dal personale dell'ufficio in cui mi sono recato per il cambio di residenza - al momento non ancora avvenuto -, che il nostro impianto di riscaldamento e raffreddamento centralizzato non può essere attivato se prima l'ufficio tecnico non corregge l'indirizzo, che è sbagliato, da strada Forno Piazzetta a via Forno Piazzetta» ha raccontato, lasciando trasparire, dalla sua testimonianza, aspetti che se fossero confermati avrebbero tratti tragicomici, specie considerando la lieve differenza di denominazione.

Oltre al danno, il rischio concreto sarebbe quello della beffa: «Mi hanno spiegato anche che, non appena ci forniranno i contratti, dovremmo iniziare a pagare con decorrenza dal momento in cui abbiamo allacciato l'energia elettrica nelle nostre abitazioni, pur senza usufruire del riscaldamento: è una vergogna!» ha tuonato l'assegnatario, puntualizzando che era già stata raggiunta l'intesa per la nomina di un amministratore che avrebbe dovuto stipulare i contratti. La vicenda inerente alla doverosa correzione dell'indirizzo ha causato ulteriori ritardi e disagi.

«Gli abusivi ormai non ci sono più da oltre una settimana ma continuiamo ugualmente a essere assegnatari, con chiavi in mano dal 21 dicembre 2020, senza residenza, senza contratto e soprattutto, senz'acqua!» ha sottolineato, con rammarico, il cittadino biscegliese. «Conduciamo una quotidianità di vita inaccettbile: ci rechiamo ancora alla fontana pubblica, 10 volte al giorno, coi secchi vuoti per riempire l'acqua necessaria ai nostri fabbisogni quotidiani. Vorrei proprio vedere se per ipotesi certe condizioni le vivessero altri quale sarebbe la loro reazione! Siamo abbandonati da chi avrebbe il dovere di rappresentarci» ha concluso.
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