
Attualità
Caso Sea Watch, fa discutere l'intervista di "Famiglia Cristiana" a monsignor Giovanni Ricchiuti
Il prelato biscegliese, Vescovo di Altamura-Gravina e presidente nazionale di Pax Christi: «Trovo scandaloso che alcuni cattolici possano ritrovarsi nelle parole di Salvini»
Mondo - giovedì 4 luglio 2019
11.46
L'intervista rilasciata nelle ultime ore da Monsignor Giovanni Ricchiuti a "Famiglia cristiana" ha suscitato reazioni di segno opposto. Il prelato biscegliese, Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente nazionale di Pax Christi, non è stato certo tenero col governo italiano sulla vicenda della Sea Watch 3.
Ricchiuti ha espresso indignazione «per come una priorità quale quella della persona umana e della vita umana possa essere barattata con questa continua ricerca di consenso elettorale» rilevando «una volontà perversa di chiudere a ogni tentativo di dialogo, di umanità, di comprensione. Il fenomeno migratorio non può essere affrontato in questo modo» ha ammonito il Vescovo biscegliese.
Toni perentori sulla scelta del comandante Carola Rackete: «Per me la decisione di forzare il blocco, poiché lo scopo era di salvare queste persone, si inscrive nel solco della disobbedienza civile rispetto al decreto e della obbedienza alle leggi internazionali che anche l'Italia ha sottoscritto. Non vedo delinquenti e criminali. E si squalificano da soli quelli che l'hanno accolta con quei cori irripetibili e quelli che anche sui social la ingiuriano in modo così volgare» ha tuonato Monsignor Ricchiuti.
«Tra quei leghisti che sono andati ad accogliere lo sbarco dei migranti e l'arresto di Carola scandendo slogan razzisti e sessisti spero che non ci fossero anche dei cattolici. Purtroppo temo di sì. Anche a loro vorrei dire che in nome di una umanità: perché bisognava essere contenti di un arresto? Quello era il livello di civiltà raggiunto dall'Italia? Non esito a dire che l'arresto, se fosse stato convalidato, sarebbe stato l'esito di una nazione, di una Italia profondamente incivile, di un Paese che noi pensavamo diverso» ha aggiunto.
«Mi dolgo e non capisco però come uomini e donne dotati di pensiero possano condividere la prospettiva indicata dal ministro dell'interno, trovo scandaloso che una parte del mondo cattolico possa ritrovarsi in quelle parole di odio. Se glielo fai notare rispondono di sentirsi offesi, ma non si sentono offesi dalle parole che sono state rivolte alla Rackete? È contro il Vangelo, non possiamo affrontare il problema in questo modo, augurandole lo stupro, con quegli insulti inammissibili da tutti i punti di vista, innanzitutto da quello umano. La misura è colma».
Parole pesantissime nei confronti di Matteo Salvini: «Possibile che un ministro dell'interno possa agire da solo e andare avanti così senza un minimo di coscienza, senza ascoltare chi non la pensa come lui, senza una resipiscenza?» ha concluso Ricchiuti.
Ricchiuti ha espresso indignazione «per come una priorità quale quella della persona umana e della vita umana possa essere barattata con questa continua ricerca di consenso elettorale» rilevando «una volontà perversa di chiudere a ogni tentativo di dialogo, di umanità, di comprensione. Il fenomeno migratorio non può essere affrontato in questo modo» ha ammonito il Vescovo biscegliese.
Toni perentori sulla scelta del comandante Carola Rackete: «Per me la decisione di forzare il blocco, poiché lo scopo era di salvare queste persone, si inscrive nel solco della disobbedienza civile rispetto al decreto e della obbedienza alle leggi internazionali che anche l'Italia ha sottoscritto. Non vedo delinquenti e criminali. E si squalificano da soli quelli che l'hanno accolta con quei cori irripetibili e quelli che anche sui social la ingiuriano in modo così volgare» ha tuonato Monsignor Ricchiuti.
«Tra quei leghisti che sono andati ad accogliere lo sbarco dei migranti e l'arresto di Carola scandendo slogan razzisti e sessisti spero che non ci fossero anche dei cattolici. Purtroppo temo di sì. Anche a loro vorrei dire che in nome di una umanità: perché bisognava essere contenti di un arresto? Quello era il livello di civiltà raggiunto dall'Italia? Non esito a dire che l'arresto, se fosse stato convalidato, sarebbe stato l'esito di una nazione, di una Italia profondamente incivile, di un Paese che noi pensavamo diverso» ha aggiunto.
«Mi dolgo e non capisco però come uomini e donne dotati di pensiero possano condividere la prospettiva indicata dal ministro dell'interno, trovo scandaloso che una parte del mondo cattolico possa ritrovarsi in quelle parole di odio. Se glielo fai notare rispondono di sentirsi offesi, ma non si sentono offesi dalle parole che sono state rivolte alla Rackete? È contro il Vangelo, non possiamo affrontare il problema in questo modo, augurandole lo stupro, con quegli insulti inammissibili da tutti i punti di vista, innanzitutto da quello umano. La misura è colma».
Parole pesantissime nei confronti di Matteo Salvini: «Possibile che un ministro dell'interno possa agire da solo e andare avanti così senza un minimo di coscienza, senza ascoltare chi non la pensa come lui, senza una resipiscenza?» ha concluso Ricchiuti.