
Attualità
«Emiliano convochi tavolo per definire le condizioni dei lavoratori»
Nota congiunta di Cia, Confagricoltura e Copagri Puglia
Puglia - mercoledì 30 giugno 2021
12.40
«Esprimiamo cordoglio per le assurde morti di lavoratori avvenute in questi giorni di grande afa. Pur non contestando la tempestiva ordinanza del presidente Emiliano, riteniamo sia necessario definire con urgenza, chiarezza e soprattutto in maniera condivisa tutte le attività lavorative a rischio» hanno dichiarato le organizzazioni agricole Cia, Confagricoltura e Copagri Puglia, attraverso una nota congiunta, ritenendo sia opportuno manifestare la stessa attenzione e sensibilità per tutte le attività che, parimenti a quelli nei campi, espongono a rischio imprenditori e lavoratori.
«Pur non contestando le motivazioni umane che hanno spinto il governatore della Regione a emettere il provvedimento che vieta il lavoro agricolo "in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12 alle ore 16 fino al 31 agosto", rileviamo che nel mondo agricolo migliaia di aziende e lavoratori, quotidianamente, lavorano già da secoli rispettando il buon senso e le norme di legge a tutela della propria salute, iniziando prima dell'alba e sospendendo il lavoro nei campi nelle ore più calde. Per questo, non meritano un'ordinanza che ha l'amaro sapore di un atto di accusa nei loro confronti.
Non riteniamo giusto, di conseguenza, penalizzare l'impresa agricola che ha da sempre reso nobile e grande la nostra terra, tenuto conto che sulle morti di questi ultimi giorni sono ancora in corso indagini della Magistratura mirata ad appurare circostanze ed eventuali responsabilità» hanno aggiunto.
«Riteniamo maturi i tempi per un intervento generale della Regione Puglia su tutti gli asset economici della nostra terra, e non solo sull'agricoltura, che non può fungere sempre da capro espiatorio. Pertanto, nel condividere l'impegno sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro, chiediamo al presidente Emiliano di convocare tutte le organizzazioni, anche non agricole, per una concertazione complessiva e per definire puntualmente e con chiarezza tutto ciò che sarebbe possibile fare in questo periodo estivo per migliorare le condizioni di lavoro di imprenditori e lavoratori. Ciò, al fine di poter consentire alle aziende di poter programmare con serenità al meglio il proprio lavoro senza correre il rischio di atteggiamenti discrezionali degli organi di controllo» hanno concluso le tre organizzazioni.
«Pur non contestando le motivazioni umane che hanno spinto il governatore della Regione a emettere il provvedimento che vieta il lavoro agricolo "in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12 alle ore 16 fino al 31 agosto", rileviamo che nel mondo agricolo migliaia di aziende e lavoratori, quotidianamente, lavorano già da secoli rispettando il buon senso e le norme di legge a tutela della propria salute, iniziando prima dell'alba e sospendendo il lavoro nei campi nelle ore più calde. Per questo, non meritano un'ordinanza che ha l'amaro sapore di un atto di accusa nei loro confronti.
Non riteniamo giusto, di conseguenza, penalizzare l'impresa agricola che ha da sempre reso nobile e grande la nostra terra, tenuto conto che sulle morti di questi ultimi giorni sono ancora in corso indagini della Magistratura mirata ad appurare circostanze ed eventuali responsabilità» hanno aggiunto.
«Riteniamo maturi i tempi per un intervento generale della Regione Puglia su tutti gli asset economici della nostra terra, e non solo sull'agricoltura, che non può fungere sempre da capro espiatorio. Pertanto, nel condividere l'impegno sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro, chiediamo al presidente Emiliano di convocare tutte le organizzazioni, anche non agricole, per una concertazione complessiva e per definire puntualmente e con chiarezza tutto ciò che sarebbe possibile fare in questo periodo estivo per migliorare le condizioni di lavoro di imprenditori e lavoratori. Ciò, al fine di poter consentire alle aziende di poter programmare con serenità al meglio il proprio lavoro senza correre il rischio di atteggiamenti discrezionali degli organi di controllo» hanno concluso le tre organizzazioni.