
Attualità
Giuseppe Mazzone, vittima biscegliese del nazifascismo dimenticata
L'Anpi lo ricorda nell'anniversario dell'uccisione. Doveroso un omaggio da parte della comunità
Bisceglie - domenica 13 febbraio 2022
La volontà dell'Anpi di Bisceglie, il dovere di custodire e coltivare la memoria. Giuseppe Mazzone, nato il 19 aprile del 1922, è stato ucciso dai nazifascisti il 12 febbraio del 1945 ma la città in cui è nato non gli ha mai tributato il giusto riconoscimento. Il piccolo Comune di Rocca de' Giorgi, nell'Oltrepò pavese, invece lo ha fatto, eppure ha appena 67 abitanti. Una lapide commemorativa, posta sulla facciata di Cascina Ottaviano, ricorda - al netto dell'errore di trascrizione del cognome - la tragica vicenda del 22enne biscegliese e del suo coetaneo Michele Guddemi, originario di Ribera (Agrigento), trucidati dalle milizie repubblichine.
Giuseppe Mazzone, contadino partito alla volta del nord per cercare un avvenire, fu arrestato dalla polizia autonoma "Sicherheits Abteilung", formazione della Repubblica sociale italiana, il 12 febbraio 1945, e fucilato insieme al giovane siciliano mentre un altro ragazzo, Francesco Stivaletti, scampò al rastrellamento frutto senz'altro di una delazione. La famigerata divisione costituita da fascisti alle dirette dipendenze del Comando tedesco nel nord Italia è ritenuta responsabile di 137 vittime in 66 agguati.
Il consigliere comunale Peppo Ruggieri, iscritto all'Anpi, si è attivato per ricostruire l'accaduto con il supporto della sezione di Pavia. «Certo è che, in una valle dell'Oltrepò Pavese, è ancora viva la memoria di un nostro concittadino ucciso dai nazifascisti nel fiore della sua giovinezza» ha commentato Rosalba D'Addato, presidente della sezione Anpi di Bisceglie. «Lo ricordiamo e facciamo memoria proprio nel giorno dell'anniversario della sua uccisione». Diventa essenziale, a questo punto, condurre ulteriori ricerche relative alla vita del ragazzo, per onorarne il sacrificio. Una stele, una strada, un piccolo monumento: la comunità di Bisceglie ha il dovere di tramandare la vicenda alle generazioni future.
Giuseppe Mazzone, contadino partito alla volta del nord per cercare un avvenire, fu arrestato dalla polizia autonoma "Sicherheits Abteilung", formazione della Repubblica sociale italiana, il 12 febbraio 1945, e fucilato insieme al giovane siciliano mentre un altro ragazzo, Francesco Stivaletti, scampò al rastrellamento frutto senz'altro di una delazione. La famigerata divisione costituita da fascisti alle dirette dipendenze del Comando tedesco nel nord Italia è ritenuta responsabile di 137 vittime in 66 agguati.
Il consigliere comunale Peppo Ruggieri, iscritto all'Anpi, si è attivato per ricostruire l'accaduto con il supporto della sezione di Pavia. «Certo è che, in una valle dell'Oltrepò Pavese, è ancora viva la memoria di un nostro concittadino ucciso dai nazifascisti nel fiore della sua giovinezza» ha commentato Rosalba D'Addato, presidente della sezione Anpi di Bisceglie. «Lo ricordiamo e facciamo memoria proprio nel giorno dell'anniversario della sua uccisione». Diventa essenziale, a questo punto, condurre ulteriori ricerche relative alla vita del ragazzo, per onorarne il sacrificio. Una stele, una strada, un piccolo monumento: la comunità di Bisceglie ha il dovere di tramandare la vicenda alle generazioni future.