
Attualità
I volontari di Federcaccia Bisceglie ripuliscono il bosco di Montevitolo
Raccolti svariati chili di rifiuti abbandonati
Bisceglie - lunedì 30 maggio 2022
11.28
I volontari della sezione di Bisceglie della Federcaccia, costituitasi nei mesi scorsi, hanno partecipato all'iniziativa nazionale "Paladini del territorio" promossa dalla Fondazione Una (uomo natura ambiente) e coordinata nella Bat dall'organizzazione provinciale Fidc guidata da Rossano Daleno.
Il gruppo biscegliese, presieduto da Franco Acquaviva, si è prodigato nelle attività di pulizia del bosco di Montevitolo, tra Andria e Spinazzola, nella giornata di domenica 29 maggio. Ci sono voluti oltre 10 sacchi per recuperare svariati chili di rifiuti abbandonati nell'area, che è stata ripulita almeno dai rifiuti meno ingombrati.
Hanno partecipato alle operazioni di ripristino ambientale Franco Acquaviva, Edoardo Ceci Ginistrelli, Nicola Pizzolorusso, Giulio Campanale, Mario Marmo, Giuseppe D'azzeo e Giuseppe Piccolo. Tutti cacciatori volontari, ai quali va riconosciuto un particolare encomio per l'impegno profuso a salvaguardia di un giovane bosco di pini e roverelle piantato agli inizi degli anni '80 in contrada Montevitolo, nel Comune di Andria, sulla via vecchia di Spinazzola.
«La qualità della vita dipende essenzialmente dall'ambiente che la circonda» ha commentato Acquaviva. «Ogni anno l'eccessivo inquinamento dei boschi, ma anche dei terreni circostanti, trasforma le nostre poche aree verdi in pericolosi depositi di rifiuti nocivi e tossici con gravissimi danni per la salute dell'uomo e dell'eco-sistema. E ancora: questa ultima giornata ecologica evidenzia una sorta di rassegnazione dell'uomo all'ineluttabilità del suo destino e alla grottesca inciviltà di coloro che continuano a creare disastri nell'agro andriese. Ma anche l'inerzia di chi non ha saputo prevenire un simile disastro con un'accurata analisi del territorio, un'azione di ripulitura delle aree a rischio, di comunicazione alla cittadinanza e di prevenzione attiva sfruttando appieno la tecnologia e trasformando gli illeciti in una risorsa pecuniaria in danno dei trasgressori».
Dinanzi agli occhi dei volontari, invece del rigoglioso bosco di querce, si è presentato il solito degrado ambientale che caratterizza tutto l'agro: copertoni, frigoriferi, fustoni di olio, buste, vetri, plastica, sacchetti ricolmi di immondizia e perfino una cyclette. Altro che raccolta differenziata, energia alternativa e transizione ecologica: l'ignobile abbandono dei rifiuti in campagna, sotto i ponti, nei campi e nei boschi sembra essere un serio problema culturale per anni trascurato da chi ne aveva in capo la responsabilità.
«È facile intuire come l'inquinamento dei boschi si traduce in un pericoloso degrado della qualità dell'aria e dell'ambiente circostante ma il problema presenta un ulteriore terribile aspetto: i rifiuti vengono sistematicamente bruciati da persone irresponsabili e le particelle inquinanti provenienti dalla combustione di plastica, polistirolo e copertoni si trasformano in diossina allo stato puro che, una volta immessa nell'atmosfera, ricade al suolo ed entra a far parte della catena alimentare. In altre parole: tutto ciò che di nocivo viene bruciato finisce nei nostri polmoni e sulle nostre tavole!» ha aggiunto il presidente della sezione biscegliese di Federcaccia.
«È il caso che i cittadini più avvezzi a tale ignobile comportamento comincino a pagare le prime sanzioni penali previste dal Codice dell'ambiente, oltre all'obbligo del ripristino dello stato di quei luoghi che oggi versano in condizioni di assoluta emergenza» ha sottolineato Acquaviva.
«I volontari della Federcaccia, come sempre, saranno disposti a fare la loro parte ma la gestione dell'ambiente deve assolutamente cambiare: non c'è più tempo per rimediare e per le promesse, ma soprattutto non c'è più spazio per la comune inciviltà!» ha concluso.
Il gruppo biscegliese, presieduto da Franco Acquaviva, si è prodigato nelle attività di pulizia del bosco di Montevitolo, tra Andria e Spinazzola, nella giornata di domenica 29 maggio. Ci sono voluti oltre 10 sacchi per recuperare svariati chili di rifiuti abbandonati nell'area, che è stata ripulita almeno dai rifiuti meno ingombrati.
Hanno partecipato alle operazioni di ripristino ambientale Franco Acquaviva, Edoardo Ceci Ginistrelli, Nicola Pizzolorusso, Giulio Campanale, Mario Marmo, Giuseppe D'azzeo e Giuseppe Piccolo. Tutti cacciatori volontari, ai quali va riconosciuto un particolare encomio per l'impegno profuso a salvaguardia di un giovane bosco di pini e roverelle piantato agli inizi degli anni '80 in contrada Montevitolo, nel Comune di Andria, sulla via vecchia di Spinazzola.
«La qualità della vita dipende essenzialmente dall'ambiente che la circonda» ha commentato Acquaviva. «Ogni anno l'eccessivo inquinamento dei boschi, ma anche dei terreni circostanti, trasforma le nostre poche aree verdi in pericolosi depositi di rifiuti nocivi e tossici con gravissimi danni per la salute dell'uomo e dell'eco-sistema. E ancora: questa ultima giornata ecologica evidenzia una sorta di rassegnazione dell'uomo all'ineluttabilità del suo destino e alla grottesca inciviltà di coloro che continuano a creare disastri nell'agro andriese. Ma anche l'inerzia di chi non ha saputo prevenire un simile disastro con un'accurata analisi del territorio, un'azione di ripulitura delle aree a rischio, di comunicazione alla cittadinanza e di prevenzione attiva sfruttando appieno la tecnologia e trasformando gli illeciti in una risorsa pecuniaria in danno dei trasgressori».
Dinanzi agli occhi dei volontari, invece del rigoglioso bosco di querce, si è presentato il solito degrado ambientale che caratterizza tutto l'agro: copertoni, frigoriferi, fustoni di olio, buste, vetri, plastica, sacchetti ricolmi di immondizia e perfino una cyclette. Altro che raccolta differenziata, energia alternativa e transizione ecologica: l'ignobile abbandono dei rifiuti in campagna, sotto i ponti, nei campi e nei boschi sembra essere un serio problema culturale per anni trascurato da chi ne aveva in capo la responsabilità.
«È facile intuire come l'inquinamento dei boschi si traduce in un pericoloso degrado della qualità dell'aria e dell'ambiente circostante ma il problema presenta un ulteriore terribile aspetto: i rifiuti vengono sistematicamente bruciati da persone irresponsabili e le particelle inquinanti provenienti dalla combustione di plastica, polistirolo e copertoni si trasformano in diossina allo stato puro che, una volta immessa nell'atmosfera, ricade al suolo ed entra a far parte della catena alimentare. In altre parole: tutto ciò che di nocivo viene bruciato finisce nei nostri polmoni e sulle nostre tavole!» ha aggiunto il presidente della sezione biscegliese di Federcaccia.
«È il caso che i cittadini più avvezzi a tale ignobile comportamento comincino a pagare le prime sanzioni penali previste dal Codice dell'ambiente, oltre all'obbligo del ripristino dello stato di quei luoghi che oggi versano in condizioni di assoluta emergenza» ha sottolineato Acquaviva.
«I volontari della Federcaccia, come sempre, saranno disposti a fare la loro parte ma la gestione dell'ambiente deve assolutamente cambiare: non c'è più tempo per rimediare e per le promesse, ma soprattutto non c'è più spazio per la comune inciviltà!» ha concluso.