Blue bird bukowski
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Attualità

Maestri e Margherite, atto secondo

Tra Vecchie Segherie Mastrototaro, complesso Santa Croce e Teatro Garibaldi

Una storia tristallegra dei giorni nostri che intreccia, tra candore privo di speranza e arrivismo sgangherato, tre vite senza coraggio; la trasgressiva voce di un grande scrittore come Bukowski, con quel suo mondo alcoolico che non c'è più; i fatti poco noti che seguirono la funesta caduta di Icaro e le conseguenze che ancora oggi ne derivano.

La seconda giornata di Maestri e Margherite è ricca di appuntamenti. Si parte con un dialogo introduttivo sul "Nemo propheta in patria" alle Vecchie Segherie mastrototaro. A condurre il confronto l'attore Vittorio Continelli e il critico Nicola Delnero. Convocati i responsabili delle principali realtà regionali, per un confronto sulle difficoltà che incontra la produzione nel trovare spazi adeguati per essere presentata e valorizzata.
Per quanto infatti il sistema distributivo regionale si distingua come uno dei più ampi e attivi, la produzione pugliese stenta a trovarvi degna accoglienza. Laddove per degna s'intende non solo la disponibilità delle "piazze", ma anche la presenza di un pubblico interessato a un'offerta che non sia immediatamente riconoscibile per titolo o per fama televisiva degli interpreti. Un'occasione allora questa per vincere il pregiudizio. A favorirla: una scelta oculata, un prezzo molto contenuto (dai 5 ai 10€) e una città bella e accogliente.
A Santa Croce, alle ore 19:00, si parla di Cantare all'amore dei La Ballata di Lenna. Poi alle 21:00, il Teatro Garibaldi accoglerà Blue Bird Bukowski dei Teatri di Bari. E ancora alle 23:00, ancora a Santa Croce, andrà in scena Icaro Caduto di Pagine Bianche.
La successione di spettacoli lega la produzione di una giovane compagnia dalla forte identità drammaturgica, il lavoro che Vito Signorile ha affidato alla regia della sorprendente Licia Lanera (Fibre Parallele) per uscire dal solco e il primo studio per un'opera di Gaetano Colella, già direttore artistico del Crest e oggi solidale, per un nuovo progetto, con il regista Enrico Messina.
Contenuti attualissimi, scelte importanti, grande vitalità. E se la terna di spettacoli rappresenta plasticamente, varietà e forza della produzione teatrale pugliese, il tavolo di lavoro che apre questa giornata tratta proprio il tema centrale del prologo con cui il Teatro Garibaldi ha scelto di avviare la sua nuova stagione.L'appuntamento è per le 16.00, alla Libreria Vecchie Segherie Mastrototaro. Il titolo è tutto dire: nemo profeta in patria,

iniziativa realizzata anche in collaborazione con
Cea Zonaeffe - Kilkoa Teatro -La Luna nel Letto - Linea D'onda
Menhir Danza - Meridiani Perduti - Sidera - Squola Garibaldi

Info: sistemagaribaldi@gmail.com, 080.3957803, 3711189956. Botteghino online: bookingShow.


Nota in margine dei conduttori del tavolo:
a proposito di
NEMO PROPHETA IN PATRIA
una lettera introduttiva di
Vittorio Continelli e Nicola Delnero

In questi anni la Puglia teatrale si è distinta per una capacità produttiva e riproduttiva che ha avuto pochi eguali nell'intero sistema nazionale, seminando e facendo crescere un modello osservato e stimato anche oltre i propri confini territoriali. Ma quella che fino a pochi anni fa era considerata un'autentica "isola felice" del teatro italiano sta subendo un inesorabile e innegabile declino, ulteriormente accresciuto dalle difficoltà che le stesse compagnie di "casa" incontrano all'interno di un sistema distributivo regionale che, nonostante si distingua come uno dei più ampi e attivi, non sempre riesce ad accogliere buona parte delle proposte artistiche nate o consolidate in questo fecondo periodo.

Se da un lato si fatica a rinunciare a una logica di scambi che, sì, consente la sopravvivenza di una parte produttiva regionale ma ne estromette indubbiamente un'altra spesso altresì valida; dall'altro ci si ritrova a scontrarsi con un pubblico - elemento strategico imprescindibile per la vita dello spettacolo dal vivo e della stessa società - sempre più abituato a orientarsi verso un'offerta facilmente riconoscibile per popolarità dell'opera o, soprattutto, notorietà degli interpreti.

Tentando di limitare al minimo analisi e premesse, l'intento del tavolo di lavoro è di strutturare ipotesi e possibili pratiche che abbiano al centro il pubblico e non (solo) il lavoro delle compagnie. L'obiettivo è dunque tentare di trasformare lo spettatore da oggetto passivo a soggetto attivo attraverso azioni di condivisione utili a orientare le scelte che gli operatori teatrali e le istituzioni (Regione, TPP, Assessorati) si trovano a dover affrontare in fase di ideazione e creazione di un progetto culturale.

Spesso, troppo spesso, manca un dialogo e un rapporto sinergico e costruttivo tra questi ultimi, così come mancano pratiche che consentano una solida formazione del pubblico da affiancare alla semplice e immediata promozione. A tal proposito nel territorio sono già presenti alcuni sparuti e virtuosi esempi, ma forse mai come in questo momento occorre unificare le idee e creare una rete in grado di perseguire uno scopo comune. I teatri sono stati abitati, adesso probabilmente è tempo di aprirli senza rancori e senza rimpianti: aprire ad altri ma anche aprirsi. Soli si muore.
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