Mensa scolastica
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Mensa scolastica, Diritti in Comune: «Il servizio sarà sottodimensionato rispetto alla reale durata del calendario scolastico»

«Chiediamo subito un intervento del Sindaco Angarano e dell’assessorato competente»

Nei prossimi giorni si chiuderà la gara per l'affidamento quinquennale del servizio di mensa scolastica per le scuole dell'infanzia e primarie di Bisceglie che adottano il cosiddetto "tempo pieno". Si tratta di un servizio molto importante che sostiene le famiglie nella conciliazione vita-lavoro, di cui c'è un grande bisogno e che finalmente viene affrontato - almeno nelle intenzioni - in maniera strutturale e di lungo periodo.

Quello che emerge leggendo il Piano Economico Finanziario che accompagna bando e capitolato, però, è come il servizio alle famiglie biscegliesi sia parametrato su un periodo di soli 156 giorni, calcolati dal 1 ottobre al 31 maggio di ogni anno. E invece la Regione Puglia per l'anno scolastico 2025/26 ha assegnato 221 giorni scolastici per le scuole dell'infanzia e 203 per tutte le altre scuole. Giorni che, al netto degli adattamenti al calendario scolastico che le scuole possono adottare (per esempio eliminando la frequenza del sabato o anticipando l'inizio fissato dalla Regione al 16 settembre 2025) e considerando qualche giorno di inserimento (ma realmente necessario solo per le prime classi), devono per forza terminare il 30 giugno 2026 (scuole dell'infanzia) e il 9 giugno 2026 (tutte le altre).

Se i nostri calcoli sono giusti, mancherebbero circa 33 giorni di servizio mensa per la scuola dell'infanzia e circa 18 per le scuola primarie, privando così le famiglie, senza un'apparente giustificazione, di un servizio indispensabile che avrà ancora una volta pesanti conseguenze sui bilanci e l'organizzazione familiare. Inoltre Bisceglie si scosterebbe dai tanti comuni italiani che, invece, garantiscono il servizio mensa fino a fine anno scolastico, rispondendo adeguatamente ai bisogni reali delle famiglie, sempre più spesso prive di quella rete parentale che una volta rappresentava il sostegno esclusivo nella cura dei minori.

Il confronto con la rete di amministratori ed ex amministratori italiani dell'associazione "Tocca a Noi" di cui facciamo parte e con cui siamo in stretto contatto, fa emergere una realtà ben diversa in giro per l'Italia e conferma i nostri timori:
"A Bari dal primo all'ultimo giorno di scuola, salvo imprevisti" ci fanno sapere dall'assessorato competente.
"Da noi a Firenze fino all'ultimo giorno di scuola, che per la primaria è stato il 9 giugno e per l'infanzia il 30 giugno" ci ha detto Senka Majda, consigliera di quartiere a Firenze.
"Ciao, nel mio comune (Figline e Incisa Valdarno, provincia di Firenze), la mensa scolastica finisce sempre con la scuola (tranne l'ultimo giorno che I bimbi escono prima di pranzo). L'inizio è leggermente posticipato a volte (in questi anni è variato di anno in anno), ma di pochi giorni. Es. se il primo giorno era mercoledì partiva dal lunedì dopo." ci dice Kleoniki Valleri, attivista di Tocca a Noi.
"Qui Samuele Tedesco, Assessore Istruzione Aosta, da noi mensa garantita tutti i giorni scolastici a partire dall' infanzia, primaria e anche secondaria di primo grado, dal primo giorno sino all'ultimo giorno per ogni ordine e grado."
"A Monza copertura dal primo all'ultimo giorno fino alle medie." ci ha scritto la consigliera comunale Giulia Bonetti.
"A Torino il servizio ristorazione del comune garantisce la copertura della mensa fino all'ultimo giorno dell'anno scolastico e, se richiesto dalle scuole, il servizio continua anche per le attività estive" ci riferisce Ludovica Cioria, vicepresidente del consiglio comunale di Torino.
"A Correggio (RE) infanzia coperta dall'inizio alla fine dell'anno scolastico, con qualche oscillazione di giorni, le medie non hanno la mensa e le elementari stessa cosa dell'infanzia anche se alcune scuole non hanno ancora il tempo pieno." ci fanno sapere dall'amministrazione comunale.
"A Reggio Emilia, dove sono Assessora alla scuola (a scrivere è Marwa Mahmoud), funziona così: da 0 a 6 anni la refezione si collega al servizio per cui dal 1 settembre al 30 giugno, e anche il servizio per le primarie a tempo pieno va dal primo all'ultimo giorno di scuola quindi 15/09 - 06/06. Poi diverse primarie scelgono di attivare il pranzo dal terzo o quarto giorno di scuola, ma noi lo rendiamo disponibile da subito"

La situazione è confermata anche da una rapida ricerca in rete. Per esempio a Palermo, su protesta dei genitori, lo scorso giugno la mensa è stata prolungata fino al giorno 30 laddove la chiusura era prevista un mese prima. In una scuola di Bari nel 2024 il servizio è stato prolungato fino al 21 giugno. E anche in Campania i genitori hanno dato luogo a forme di protesta contro la sospensione anticipata del servizio mensa.

Non capiamo come questo sia potuto succedere in una città, Bisceglie, dove ci si vanta di stare costruendo addirittura 5 nuove mense scolastiche e il sindaco rilascia continuamente dichiarazioni roboanti di vicinanza e sostegno alle famiglie. Nei fatti, le cose stanno diversamente. Il servizio sarà sottodimensionato rispetto alla reale durata del calendario scolastico regionale, costringendo le famiglie a ripetere il solito copione che si verifica ogni anno: ritirare anticipatamente i figli da scuola a inizio giugno per provvedere con servizi privati, baby sitting e campi estivi, che incideranno sui bilanci e sugli "equilibri degli stessi nuclei familiari" che il Sindaco Angarano ha citato a tal proposito.

Con quale logica e su quali dati è stato scritto questo bando che interesserà i prossimi cinque anni? Come si concilia lo sbandierato investimento di milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture per la refezione da una parte, con la programmazione quinquennale di un servizio monco dall'altra, che genererà disservizi e ulteriore frustrazione tra le famiglie? Come si vuole contribuire al sostegno delle misure dirette a favorire l'occupazione femminile, finalizzate al più generale riequilibrio tra generi?

Chiediamo subito un intervento del Sindaco Angarano e dell'assessorato competente, che chiariscano i motivi di questa scelta e trovino soluzioni immediate o, in ultima analisi, annullino il bando per riformularlo in tempi rapidi, assicurando un reale sostegno alle famiglie per i prossimi cinque anni.

E che non sia la propaganda mediatica di cui i cittadini si accorgono e sono colmi.
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