Nubifragio Russia
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Attualità

Nubifragio Mosca, la testimonianza del biscegliese Pippo Todisco

«Mosca non si ferma mai. Quello che avrebbe bloccato l'Italia, per noi non è stato peggio di una nevicata»

16 morti, 70 feriti, alberi e tetti sradicati, vetture schiacciate, una priavera che quest'anno non arriva mai.
Il bilancio del nubifragio che ha colpito la Russia il 29 maggio è pesante. Pesante per qualsiasi stato, ma non per chi è preparato ad affrontare ogni genere di disastro naturale.
Pippo Todisco, chef che da 10 anni risiede e lavora a Mosca - presso il ristorante italiano "La Scala" - ci offre una testimonianza dal vivo dei fatti.
«Purtroppo sono decedute 16 persone per essere stati investiti da lamiere o da elementi di impalcature di palazzi in costruzione. Molte automobili sono state schiacciate nei loro parcheggi da alberi che non hanno retto la forza del vento. Alcuni tetti di vecchie case sono stati divelti, ma queste case erano disabitate. In alcune zone si offrivano scenari di teppismo urbano con strade invase da rami e altri oggetti improbabili ma l'unico terrorista è stato il vento accompagnato da una insolita aria tiepida ed una torrenziale pioggia e grandine. Sembrava per una mezz'oretta di essere nelle Filippine. In cucina e a casa nessun danno, stiamo bene».

Poi, da integrato moscovita, aggiunge: «Per la Russia non è stato uno stress peggiore di una nevicata eccezionale. Tutto ha continuato a funzionare come al solito. A dire il vero non capisco nemmeno perché se ne parli tanto nei notiziari stranieri. A parte i morti e feriti, che sono stati forse meno che negli incidenti stradali, Mosca ha reagito in fretta. La beffa è che si sia scatenato durante l'uscita dagli uffici; fosse successo due ore prima, probabilmente non si sarebbe ferito nessuno».
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