
Attualità
Ok del ministero della salute all'erogazione dei farmaci salvavita per fibrosi cistica e malattie rare
Risolto l'equivoco che ha tenuto in apprensione diversi pazienti biscegliesi e le loro famiglie
Bisceglie - sabato 2 febbraio 2019
Il pericolo pare scongiurato. Il ministero della salute ha sgombrato il campo, attraverso una nota inviata alla regione Puglia, riguardo la possibilità di erogare farmaci a pazienti affetti da fibrosi cistica e/o malattie rare. Nei giorni scorsi diversi pazienti biscegliesi hanno dovuto far fronte, loro malgrado, al pagamento delle cure di tasca propria, che in alcuni casi particolari si sarebbe potuto stimare in migliaia di euro mensili. Costi insostenibili in passato sempre coperti dal sistema sanitario regionale.
Causa scatenante dell'equivoco la necessità di ultimare i piani di rientro delle spese per quelle realtà - come la Puglia - costrette a ripianare situazioni risalenti a dieci anni fa. Integratori e medicinali fondamentali per migliorare la qualità della vita degli ammalati sono divenuti, di punto in bianco, a pagamento, dopo essere stati per lungo tempo garantiti a titolo gratuito pur se fuori dai livelli essenziali di assistenza coperti dal sistema nazionale. Un impegno valutato dal Coremar, coordinamento malattie rare pugliese, intorno ai due milioni di euro annui.
Il presidente Michele Emiliano ha definito «ottimo» il risultato raggiunto. «Mi sono impegnato, insieme agli uffici regionali competenti, affinché siano sempre salvaguardate la continuità delle cure e la tutela della salute delle persone interessate e oggi finalmente possiamo fornire indicazioni operative e precise alle aziende sanitarie» ha spiegato.
Il ministero competente ha sbloccato la situazione: «Risulta inclusa nei livelli essenziali di assistenza l'erogazione a titolo gratuito, per la cura a domicilio dei pazienti affetti da fibrosi cistica, delle prestazioni sanitarie, ivi compresa la fornitura gratuita del materiale medico, tecnico e farmaceutico necessario (ossia i farmaci necessari secondo le indicazioni terapeutiche prescritte dai Centri di riferimento regionali a prescindere dalla fascia di rimborsabilità appartenenza)».
A proposito delle malattie rare, il ministero ha introdotto una finestra di eccezionalità, pur ribadendo la linea generale, in base alla quale «non è prevista la rimborsabilità in regime di sistema sanitario nazionale dei prodotti extra-lea prescritti per gli assistiti residenti nelle regioni sottoposte a piano di rientro per la riqualificazione del sistema sanitario regionale».
Sarà possibile presentare, perciò, «specifica istanza alla Asl per l'emanazione di un provvedimento ad hoc che disponga l'erogazione dei prodotti in questione, a seguito di una valutazione clinica che ne attesti la "indispensabilità e insostituibilità"».
«Le istanze dovranno essere presentate al distretto socio sanitario di residenza dell'assistito – ha rimarcato Giancarlo Ruscitti, direttore regionale del Dipartimento promozione della salute e del benessere sociale – e dovranno essere corredate di dettagliata relazione clinica redatta dal Centro autorizzato dalla regione alla diagnosi e cura della malattia rara. Le istanze poi dovranno essere valutate ed approvate da apposita commissione costituita da direttore sanitario, direttore del distretto socio sanitario e direttore del servizio farmaceutico territoriale dell'Azienda Sanitaria Locale, ai fini della successiva eventuale erogazione diretta in regime di sistema sanitario nazionale».
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Causa scatenante dell'equivoco la necessità di ultimare i piani di rientro delle spese per quelle realtà - come la Puglia - costrette a ripianare situazioni risalenti a dieci anni fa. Integratori e medicinali fondamentali per migliorare la qualità della vita degli ammalati sono divenuti, di punto in bianco, a pagamento, dopo essere stati per lungo tempo garantiti a titolo gratuito pur se fuori dai livelli essenziali di assistenza coperti dal sistema nazionale. Un impegno valutato dal Coremar, coordinamento malattie rare pugliese, intorno ai due milioni di euro annui.
Il presidente Michele Emiliano ha definito «ottimo» il risultato raggiunto. «Mi sono impegnato, insieme agli uffici regionali competenti, affinché siano sempre salvaguardate la continuità delle cure e la tutela della salute delle persone interessate e oggi finalmente possiamo fornire indicazioni operative e precise alle aziende sanitarie» ha spiegato.
Il ministero competente ha sbloccato la situazione: «Risulta inclusa nei livelli essenziali di assistenza l'erogazione a titolo gratuito, per la cura a domicilio dei pazienti affetti da fibrosi cistica, delle prestazioni sanitarie, ivi compresa la fornitura gratuita del materiale medico, tecnico e farmaceutico necessario (ossia i farmaci necessari secondo le indicazioni terapeutiche prescritte dai Centri di riferimento regionali a prescindere dalla fascia di rimborsabilità appartenenza)».
A proposito delle malattie rare, il ministero ha introdotto una finestra di eccezionalità, pur ribadendo la linea generale, in base alla quale «non è prevista la rimborsabilità in regime di sistema sanitario nazionale dei prodotti extra-lea prescritti per gli assistiti residenti nelle regioni sottoposte a piano di rientro per la riqualificazione del sistema sanitario regionale».
Sarà possibile presentare, perciò, «specifica istanza alla Asl per l'emanazione di un provvedimento ad hoc che disponga l'erogazione dei prodotti in questione, a seguito di una valutazione clinica che ne attesti la "indispensabilità e insostituibilità"».
«Le istanze dovranno essere presentate al distretto socio sanitario di residenza dell'assistito – ha rimarcato Giancarlo Ruscitti, direttore regionale del Dipartimento promozione della salute e del benessere sociale – e dovranno essere corredate di dettagliata relazione clinica redatta dal Centro autorizzato dalla regione alla diagnosi e cura della malattia rara. Le istanze poi dovranno essere valutate ed approvate da apposita commissione costituita da direttore sanitario, direttore del distretto socio sanitario e direttore del servizio farmaceutico territoriale dell'Azienda Sanitaria Locale, ai fini della successiva eventuale erogazione diretta in regime di sistema sanitario nazionale».
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