Vertigine
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Territorio

Presentato a Bisceglie il progetto Vertigine

Innovativo percorso di reinserimento nella società di soggetti destinatari di misure alternative alla detenzione o a fine pena

Sperimentare nuovi modelli di "presa in carico" di persone che versano in condizioni di fragilità tali da tradursi in situazioni di povertà materiale e deprivazione sociale. Presentato questa mattina il "Progetto Vertigine" del Centro di Servizio al Volontariato San Nicola – OdV in collaborazione con Terre solidali e gli altri partner del Tavolo di co-progettazione "Povertà", realizzato attraverso gli Avvisi pubblici Formazione Indiretta – Generazione 2030 e #Ideattiva 2ª edizione e rivolto a soggetti destinatari di misure alternative alla detenzione, oppure a fine pena. Un percorso basato su un'attenta programmazione e pianificazione delle attività, che inizia nel periodo in cui il detenuto è ancora in carcere per poi proseguire al suo esterno.

All'incontro hanno partecipato Angelantonio Angarano, sindaco del Comune di Bisceglie, Roberta Rigante, assessore alle Politiche Sociali, Integrazione ed Inclusione del Comune di Bisceglie, Rosa Franco, presidente CSV San Nicola OdV, Alessandro Cobianchi, direttore CSV San Nicola OdV, Piero Rossi, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà Regione Puglia, Don Raffaele Sarno, Cappellano carcere di Trani e presidente Terre Solidali Impresa Sociale, Giuseppe Altomare, direttore Carcere di Trani e Ibrahim Elsheikh, coordinatore Terre Solidali Impresa Sociale.

Vertigine nasce come un accompagnamento orientato alla riduzione dei rischi di esclusione sociale e di recidiva attraverso la creazione di un filo conduttore tra carcere e territorio. Il progetto intende agire in chiave innovativa rispetto alle azioni attualmente in campo attraverso: la creazione di un metodo condiviso di lavoro volto a superare la logica emergenziale di intervento; il coordinamento delle attività dei volontari delle diverse associazioni affinché l'azione di ciascuna vada ad inserirsi in un programma che non lasci il detenuto privo di qualsivoglia orientamento anche al termine delle attività; la costituzione di una cabina di regia formata da CSV San Nicola, associazioni, Istituzioni Penitenziare, mondo imprenditoriale, organizzazioni datoriali e enti locali volta alla definizione di strategie organiche di intervento.

Le attività progettuali, nella prima fase, concentreranno la propria attenzione sulla fondamentale azione formativa e informativa rivolta agli Enti del Terzo Settore che successivamente si occuperanno della presa in carico dei destinatari finali delle attività. Saranno dedicati a questo scopo diversi momenti formativi tenuti da esperti provenienti dal mondo istituzionale e privato.

Le attività saranno realizzate sia all'interno che all'esterno del carcere. Si partirà da un'analisi dei bisogni del soggetto detenuto che abbia fatto richiesta di adesione al progetto. Sulla base delle specifiche esigenze, sarà predisposto un percorso definito e omogeneo che tracci anche un primo percorso di reinserimento lavorativo attraverso l'attivazione delle associazioni di categoria di riferimento. In parallelo saranno poste le basi, nell'ambito del tavolo condiviso, per l'individuazione e la predisposizione degli interventi di accoglienza sul territorio, in una logica di prevenzione dell'emergenza.

La seconda fase operativa del percorso prevede la compartecipazione di più attività coordinate dal costituendo centro di ascolto. Nel caso di specie si procederà alla verifica e al monitoraggio delle azioni intraprese nella fase precedente e alla predisposizione di un programma personalizzato di orientamento e formazione che fornisca al detenuto le conoscenze di base in settori strategici per un migliore inserimento nella società.

Saranno inoltre attivati servizi di consulenza specialistica (psicologica, assistenti sociali, giuridica, disbrigo pratiche) per la verifica dei percorsi intrapresi, lo scambio di informazioni, l'organizzazione del lavoro di accompagnamento, il coordinamento delle azioni da realizzare e una valutazione dei contatti da attivare. Tra i punti di grande innovazione del progetto Vertigine – in un'ottica di emancipazione dal passato - la previsione di un lavoro corale che preveda il coinvolgimento del nucleo familiare del soggetto e, se presenti, anche di minori. L'obiettivo sarà quello di mostrare, attraverso supporto specialistico, che esistono concrete alternative alle logiche criminali. I coniugi dei soggetti detenuti inoltre, potranno essere inseriti in percorsi di formazione per l'acquisizione di competenze necessarie all'inserimento nel mondo lavorativo.

«Vertigine è un progetto generativo – dichiarano la presidente e il direttore del Csv San Nicola OdV Rosa Franco e Alessandro Cobianchi -, concepito in modo che un domani possa avere un suo futuro, una sua autonomia: che possa, cioè, camminare sulle proprie gambe. Quello che abbiamo portato a compimento quest'anno è una vera e propria semina rivolta in particolar modo al mondo delle associazioni che davvero possono rappresentare un volano per migliorare la vita delle persone che escono dal carcere. L'idea è stata quella di partire dalla costruzione di una rete strutturata di soggetti che in futuro dovranno continuare a dialogare e interagire tra loro per la costruzione di azioni pianificate ad hoc per ciascun soggetto. L'obiettivo - nonché il senso di ciò che stiamo facendo - è quello di lavorare sulla continuità, sulla programmazione, e non sull'emergenza come troppo spesso accade».

«Un bellissimo progetto – le parole del sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano - che riguarda gli ex detenuti e la possibilità di restituire loro il futuro. Il comune di Bisceglie già nel passato ha realizzato progetti lavorativi per gli ex detenuti e per coloro che svolgono la pena al di fuori del carcere, progetti che si sono rivelati vincenti: tantissime persone hanno lavorato in campagna, la novità quest'anno è che nel documento strategico del commercio, approvato giorni fa, abbiamo previsto anche dei banchi dedicati alla vendita dei prodotti da parte di chi li ha coltivati. Si chiude così il cerchio e si prova a ridare non soltanto dignità, ma speranza per il futuro a coloro che fino a qualche tempo fa non avevano alternativa».

«L'attenzione del nostro Comune verso il tema dell'inclusione socio-lavorativa di ex detenuti o di persone che scontano misure alternative alla detenzione è sempre molto alta – sottolinea Roberta Rigante, assessore alle Politiche Sociali, Integrazione ed Inclusione del Comune di Bisceglie -. Il Comune di Bisceglie ha dal 2009 un progetto attivo in questo senso perché siamo convinti da un lato del principio costituzionale del fine rieducativo della pena e dall'altro, che lavorando in questo senso si possa garantire la legalità e la sicurezza della nostra comunità».

«Credo che l'importanza di questo progetto – spiega Don Raffaele Sarno, Cappellano carcere di Trani e presidente Terre Solidali Impresa Sociale - consista soprattutto nell'offrire anche alla società le ragioni di un'alternativa alla pena giacché continuamente ci lamentiamo dell'allarme sociale, però poi sostanzialmente si rimane inerti di fronte a quello che accade. Progetti di questo genere vogliono indicare una strada: se la società crea una rete perché si possa favorire l'inserimento sociale di questi detenuti o detenute, l'allarme, secondo me si attenua notevolmente».

«Un'attività di formazione è fondamentale, non è mai abbastanza – conclude Piero Rossi, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà Regione Puglia -. La partnership in campo è di tutto rispetto, perché sia il volontariato locale che il Csv - per definizione - sono estremamente maturi per lo svolgimento di questo tipo di attività. Offrire degli strumenti cognitivi ed esperienziali a chi si deve approcciare al mondo degli Istituti di pena è fondamentale e la collaborazione con L'Istituto di pena di Trani ci consente di avere un campo applicativo importante».

Le attività progettuali saranno realizzate all'interno dell'area geografica appartenete alla Provincia di Bari e BAT: la scelta deriva da una precisa mappatura che richiede interventi mirati a seconda della caratterizzazione territoriale.
  • Caritas Bisceglie
  • Roberta Rigante
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