Proteste al Circo Bellucci. <span>Foto Serena De Musso</span>
Proteste al Circo Bellucci. Foto Serena De Musso
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Presidio anti-circo: i circensi «Non sanno di che parlano». Sui cartelli: «Animali da circo non artisti ma vittime»

Forti le tensioni in piazza tra i manifestanti e lo staff del Bellucci durante la contestazione di domenica 28 settembre

Si è infiammata la piazza antistante al Bellucci domenica sera in occasione del presidio contro il Circo con animali. «Gli animali non possono scegliere, ma noi sì!» gridavano i manifestanti, intercettando il pubblico tra lo spettacolo delle 17.30 e quello delle 19.30. Sul banco degli imputati lo sfruttamento di tigri, leoni e alligatori: "Non artisti ma vittime di abusi", campeggiava sugli striscioni. Diversi i momenti di tensione con lo staff circense.

«Il punto non è solo l'uso di fruste o psicofarmaci – hanno denunciato – ma il fatto stesso di trasportare animali che dovrebbero stare in natura, costringendoli a un contatto costante con l'essere umano. Non bisogna insegnare ai bambini che è normale sfruttarli per divertimento o per business». E ancora: «È vergognoso che la legge sul divieto di animali nei circhi sia stata rinviata al 31 dicembre 2026. Un altro anno di sofferenze e sfruttamento legalizzato».

In un primo momento lo staff del Bellucci ha ignorato la manifestazione, salvo poi replicare a ridosso dello spettacolo serale. «Chi parla non conosce le dinamiche interne al circo – ha ribattuto il giocoliere Emilio Martini –. I nostri animali non sono maltrattati: cresciuti in cattività, si sono adattati. Li abbiamo da generazioni, non vengono sottratti alla natura. Se fossero liberi, non sopravviverebbero. Queste proteste puntano solo a screditare il nostro lavoro».

Diversi gli animali che si sono esibiti per il Bellucci a Bisceglie: alligatori, frisoni olandesi, una leonessa, una tigre bianca e la tigre rosa esotica presente in natura come rara mutazione genetica della Tigre del Bengala. Si tratta di esemplari riguardo cui lo staff del circo promette di prendersi cura con strumenti e gabbie che rispettano e anzi superano i parametri stabiliti per legge, con addestramenti non traumatici, con affetto, passione e rispetto.

«Per quanto concerne gli spettacoli non è che entrano di colpo e stanno nello spettacolo, c'è anche qui un qualcosa di graduale: si mettono prima nella pista senza nessuno, senza il pubblico, senza musica e senza luce, di giorno. Piano piano si abituano finché quello non diventa una casa comune, come la gabbia esterna. Dopodiché a bassissimo volume si inizia a mettere la musica bassa e poi man mano si va avanti. Se avessero dei traumi per la musica, potrebbero mai essere così tranquilli durante l'esibizione?» hanno spiegato dal circo.

Perplessità dal circo in merito a spettacoli di "soli umani": «Il circo di solo umani si può anche fare, però c'è il pubblico che vuole anche vedere gli animali. E poi una volta che li hai levati al circo, che cosa hai concluso? Allora devi eliminare l'ippodromo, devi levare qualsiasi cosa anche i cavalli impiegati nei servizi di ordine pubblico, che in quel caso sono comunque addestrati ad andare in mezzo al traffico. Quindi, tutto sta all'addestramento e alle abitudini che tu gli dai da quando sono piccolini: se l'addestramento è realizzato con cura l'animale non ne sarà traumatizzato».

Ma la piazza non ha arretrato: «Anche provando a non mettere in dubbio l'amore che un domatore può avere nei confronti dell'animale domato questo non cambia il fatto che gli animali selvatici non devono avere questi rapporti innaturali con l'essere umano. La risposta della maggior parte dei circensi è sempre la stessa: "Questi animali con noi vivono meglio, sono animali che in natura starebbero male, morirebbero". Se tutti i circhi con gli animali venissero aboliti quelli stessi animali non verrebbero rimessi in natura ma in oasi o santuari dove la loro vita continuerebbe da animale selvatico, in semi libertà e in luoghi in cui almeno viene rispettata la biologia dell'animale».
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