valentina romano e ruggiero mennea
valentina romano e ruggiero mennea
Speciale

Puglia Possibile: il welfare che diventa comunità

Un laboratorio di partecipazione e solidarietà per trasformare i bisogni in risposte condivise

La Puglia si mette in gioco e scommette su un welfare nuovo, capace di parlare alle persone prima ancora che ai numeri. "Puglia Possibile" non è un semplice bando regionale, ma un vero esperimento culturale che porta al centro il concetto di comunità generativa: non più destinatari passivi di risorse, ma protagonisti attivi di un processo collettivo che trasforma i bisogni in risposte condivise.

Promossa dal Dipartimento Welfare della Regione Puglia, la misura introduce uno strumento di partecipazione inedito: una piattaforma digitale di crowdfunding civico, pugliapossibile.regione.puglia.it, aperta dal 19 maggio 2025. Qui gli Enti del Terzo Settore – associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato iscritte al RUNTS e con sede in Puglia – possono proporre idee e progetti in ambiti cruciali per la vita quotidiana: dall'inclusione alla disabilità, dal sostegno alle famiglie alla lotta alla povertà, dalle politiche giovanili all'invecchiamento attivo, fino all'integrazione degli immigrati, al contrasto alla violenza di genere, alla promozione delle pari opportunità e all'innovazione sociale.

Il funzionamento è semplice ma rivoluzionario. Gli enti caricano il proprio progetto sulla piattaforma e lo mettono a disposizione della cittadinanza. Le persone possono partecipare con una donazione – a partire da soli dieci euro – oppure con un'idea, un suggerimento, un contributo creativo. Quando un progetto raggiunge il suo obiettivo minimo di raccolta, la Regione premia lo sforzo collettivo con un cofinanziamento fino al 20% del valore complessivo, con un tetto massimo di 10.000 euro. Le risorse inizialmente stanziate ammontano a 400.000 euro, ma il valore reale dell'iniziativa va ben oltre: non si tratta solo di somme di denaro, ma di fiducia, capitale sociale, volontariato, reti informali.

"Puglia Possibile" si presenta così come un laboratorio di democrazia partecipativa, in cui le istituzioni non calano soluzioni dall'alto ma mettono a disposizione un terreno fertile perché le comunità possano coltivare le proprie idee. La piattaforma è stata progettata per essere intuitiva, sicura e diretta: guida gli enti nella registrazione, garantisce accessi certificati tramite identità digitale, assicura la tracciabilità delle transazioni e la protezione della privacy. In questo modo digitalizza e semplifica il rapporto tra cittadini, associazioni e Pubblica Amministrazione, accorciando le distanze e rafforzando la trasparenza.

La vera innovazione, tuttavia, non sta nella tecnologia, ma in un'idea di welfare che stimola la costruzione di legami e la produzione di valore condiviso. È un modello che responsabilizza gli enti, chiamati non solo a realizzare i progetti, ma anche a raccontarne gli esiti: chi ha partecipato, chi ne ha beneficiato, quali cambiamenti concreti ha generato. Gli ETS dovranno produrre una relazione finale che descriva le attività realizzate e gli impatti sulla comunità di riferimento. Perché la vera ricchezza non è solo economica: è fatta di storie, relazioni, dignità riconquistata.

Il consigliere delegato al Welfare della Regione Puglia, Ruggiero Mennea, ha sottolineato come "Puglia Possibile" non sia solo un provvedimento amministrativo, ma una svolta politica e culturale per l'intera regione. «Questa misura – ha dichiarato Mennea – è un tassello fondamentale nella costruzione di un welfare che non si misura solo in termini economici, ma soprattutto in termini di relazioni, fiducia e trasformazione sociale. Nessun progetto è impossibile se condiviso e sostenuto da una comunità viva».

Ha aggiunto che il vero cambiamento politico consiste nel riportare la politica "al servizio delle persone", nel riaffermare un'idea di territorio in cui le istituzioni non siano percepite come entità lontane, ma come parte integrante del tessuto sociale. Mennea ha richiamato la necessità di politiche partecipative forti, che coinvolgano cittadini e associazioni fin dalle fasi iniziali, affinché le decisioni siano legittimate anche dal basso.

Secondo lui, Puglia Possibile è la risposta concreta a problemi strutturali come la marginalità, le disuguaglianze e l'isolamento sociale: «È tempo di restituire potere ai territori, riconoscendo la centralità delle comunità locali come motore del cambiamento».

Mennea ha inoltre ribadito che questo modello partecipativo si inserisce in una più ampia strategia politica della Regione: nella lotta alla povertà, allo spreco alimentare e farmaceutico; nella promozione di centri di servizio per le famiglie, come hub di innovazione sociale; nel rafforzamento del welfare per le persone più fragili, anziani e non autosufficienti.

Ha anche evidenziato come, per far funzionare davvero questa trasformazione, serve non solo finanziamento ma anche trasparenza, responsabilità e continuità: il monitoraggio dei progetti, la valutazione degli impatti, il racconto dei risultati, e l'impegno delle istituzioni nel garantire che le promesse non restino parole. Mennea ha altresì ribadito l'importanza che l'azione deve essere coerente con i valori di competenza, serietà e cittadinanza, con una visione che unisce welfare, innovazione sociale e partecipazione politica come leve del cambiamento.

In conclusione, Mennea ha fatto emergere come il welfare comunitario sia l'antidoto a una politica che separa i cittadini dalle decisioni, e come invece sia essenziale "ridare agio alle voci dei territori", "mettere al centro chi ha bisogno", e costruire un welfare che non sia sussidiario soltanto nei suoi effetti ma nella sua stessa genesi politica: costruito dal basso, co-progettato, partecipato, misurabile non solo nei numeri ma negli effetti sulle relazioni, sull'inclusione, sulla dignità.

La direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano, ha insistito invece sul metodo: "Non finanziamo soltanto progetti, ma diamo gambe a idee che costruiscono reti e generano cambiamento. Ogni euro investito deve produrre valore sociale misurabile ed è per questo che puntiamo su accompagnamento, monitoraggio e racconto.

Questa visione si riflette anche nella comunicazione visiva. Il logo di "Puglia Possibile" è un vero manifesto di intenti: due "P" inclinate a 45 gradi che si intrecciano formando un cuore stilizzato, simbolo universale di solidarietà ma anche richiamo alla forma geografica della Puglia. Le linee semplici e interconnesse richiamano un puzzle, metafora di una comunità fatta di pezzi diversi che si uniscono per costruire qualcosa di più grande. I colori brillanti trasmettono energia e fiducia, mentre la versione blu istituzionale garantisce coerenza con le linee guida nazionali AGID.

"Puglia Possibile" - prosegue la direttrice Romano - rappresenta uno strumento innovativo di finanziamento partecipativo che, ancor prima di agevolare la raccolta fondi, si pone l'obiettivo di valorizzare le iniziative locali, favorendone la visibilità e il radicamento sul territorio. Attraverso campagne trasparenti e accessibili, gli enti del Terzo Settore possono attivare processi di co-progettazione e co-finanziamento, che rafforzano il coinvolgimento diretto dei cittadini, che diventano promotori e custodi del progetto. Il crowdfunding civico, pertanto, non è solo uno strumento economico, ma un veicolo di empowerment collettivo, che moltiplica l'impatto delle iniziative promosse dagli ETS e contribuisce a costruire reti territoriali solide e sostenibili".

L'innovatività della misura introdotta richiederà tempi adeguati affinché sia pienamente compresa nella sua portata trasformativa, consentendo a tutti gli attori coinvolti di coglierne il potenziale e di integrarla efficacemente nelle proprie pratiche.
  • Regione Puglia
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