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"Il 25 Aprile è divisivo sei sei fascista": storia di ANPI Bisceglie

In occasione del 25 Aprile, raccontiamo la storia della sezione locale di ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani

L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, è nata il 6 giugno 1944, mentre l'Italia del Nord si trovava sotto l'occupazione nazifascista e si configurava come un ente morale Istituito in maniera più chiara solo dopo la liberazione nel 1945. «Inizalmente - ha spiegato Rosalba d'Addato, presidente ANPI Bisceglie - potevano iscriversi solo i Partigiani ed eventualmente i loro familiari. In seguito fu aperta a tutte le persone che si rivedessero nei valori antifascisti, che poi coincidono con quelli su cui si basa la nostra Costituzione, e questo dice molto».

La sezione di Bisceglie è nata invece nel 2019, parallelamente alla nascita dell'ANPI Bat su impulso di Roberto Tarantini. «Su Bisceglie c'era già una sezione di ANPI solo non era più operativa e quindi abbiamo fatto in modo di farla rinascere e dopo l'abbiamo intitolata a Michele d'Addato, a mio papà». Michele D'Addato, infatti, è stato un importante calciatore e allenatore, molto conosciuto a Bisceglie. Del suo legame con la Resistenza però si sapeva davvero poco.

«Lui ne aveva parlato solo in parte. Un momento cruciale per noi fu quando dopo la morte di mia nonna trovammo a casa di nonna il suo brevetto da partigiano. Io aveva 30 anni, papà era già deceduto. Ho scelto di prendere quel brevetto e conservarlo come manifesto valoriale della mia famiglia». Ogni sezione territoriale di ANPI ha delle prerogative ben definite. La funzione delle Anpi meridionali consiste nel riscoprire il valore del contributo che i Partigiani del sud hanno dato nella lotta partigiana.

«Ci occupiamo di questo Perché sostanzialmente sono stati poche gli eventi resistenziali operativi al sud: il grosso contributo è stato dato dai Partigiani del sud ma comunque nelle formazioni del Nord» ha spiegato Rosalba. «Oltre a questa vocazione, il nostro gruppo si occupa anche di rintracciare la storia di donne che hanno fatto la resistenza, infatti ci abbiamo tenuto molto che il nostro primo incontro aperto al pubblico con l'ANPI effettivamente costituito si tenesse in occasione della presentazione del libro di Marisa Ombra "Libere sempre"».

Altro tassello fondamentale per la storia del gruppo locale e provinciale di ANPI, il libro di Roberto Tarantino "Deportati Internati Militari. Partigiani e Vittime della vendetta tedesca della provincia di Barletta - Andria - Trani", fonte di informazione davvero inestimabile. Si tratta di un catalogo dei nomi di tutte le persone dichiaratamente antifasciste, i partigiani, tutti gli anni fascisti e tutti gli IMI, gli internati militari italiani.

«Anche la questione IMI rappresenta per noi una prerogativa. Subito dopo l'8 settembre - ha aggiunto D'Addato - i militari che non confluivano nella Repubblica di Salò vennero arrestati e internati in Germania. Di fatto vivevano un regime di concentramento, non gli erano riconosciuti neanche i diritti di prigionieri politici».

Secondo le fonti anche di questi, moltissimi erano biscegliesi e su questo tema un lavoro importante di ricerca e scoperta è stato svolto da Pietro Preziosa, vice presidente di ANPI Bisceglie. «Sin dai primi anni di attività l'Amministrazione si è dimostrata molto disponibile, così come anche la cittadinanza o per lo meno una fascia che abbiamo raggiunto, ha reagito con interesse e curiosità» ha raccontato la presidente. «Oltretutto in questa tornata congressuale Bisceglie è anche sede della sede provinciale, in base alla rotazione che abbiamo deciso di svolgere in provincia e lo rimarrà per i prossimi tre anni circa».

Altre figure fondamentali con cui il gruppo di Bisceglie ha avuto modo di confrontarsi Adelmo Cervi, la partigiana Luciana Romoli, gli storici Avagliano e Gobetti, Marco Damiano, Benedetta Tobagi e Laura Boldrini a cui la sezione biscegliese ha donato una tessera onoraria ad ANPI. «Nel corso della nostra attività abbiamo avviato diversi progetti. Abbiamo patrocinato alcune presentazioni di libri, in quanto crediamo che il momento culturale sia un momento particolarmente importante. Abbiamo lavorato coinvolgendo anche le realtà scolastiche: ci sono docenti che ci sono particolarmente vicini» ha ricordato Rosalba d'Addato.

Durante la pandemia in alcune delle loro attività, ANPI Bisceglie ha coinvolto anche le scuole medie, ad esempio in occasione della presentazione del libro di Ugo Foà, «Il bambino che non poteva andare a scuola» sulle leggi razziali. Molte le collaborazioni tra associazioni in particolare con Amnesty International, Arcigay e Pax Christi, con cui ANPI condivide la visione pacifista. «Oggi l'ANPI vanta la presenza di diversi gruppi di lavoro e ricerca: un gruppo è molto impegnato sul tema della resistenza delle donne, c'è poi un piccolo gruppo che lavora sulla ricerca storica di figure antifasciste a Bisceglie ed ha come figura di riferimento Antonio Pasquale; sicuramente c'è un gruppo orientata alla ricerca storica sugli Emi. A questo si aggiunge il nostro impegno per le battaglie civili prima fra tutte tentare di attivare una resistenza alla legge dell'autonomia differenziata» ha spiegato la presidente.

Perché un giovane dovrebbe avvicinarsi ad ANPI?


«Sicuramente dalla memoria può trarre le gambe per quello che può essere il suo cammino futuro. Come diceva Canfora, del resto, "la storia non si querela ma si studia" e noi riteniamo un piccolo baluardo di difesa e promozione applicativa della Costituzione».

Prossimi progetti per l'associazione, la partecipazione all'Erienefest con una mostra, Atena pacifismo, sulle bandiere della pace. Durante l'epoca fascista infatti esse erano state cucite, ricamate a mano dalle donne partigiane della pace. Queste bandiere sono state poi ritrovate nella sezione di ANPI di Minervino. «Si tratta di Frammenti storici, che speriamo possano essere fondanti per percorsi attuali» ha concluso Rosalba.
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Il racconto di una Bisceglie per il Sociale - a cura di Serena de Musso

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