
Attualità
Gilet arancioni: «Ecco perché manifestiamo»
Decine di trattori, buona parte dei quali provenienti da Bisceglie, muoveranno dallo stadio San Nicola a piazza Prefettura
Puglia - lunedì 7 gennaio 2019
10.03
Sono delusi e arrabbiati ma intendono manifestare pacificamente, con l'obiettivo di ottenere dalle istituzioni ascolto e soprattutto sostegno. I rappresentanti e gli addetti del comparto agricolo pugliese, stretti nella morsa delle gelate dello scorso febbraio, della Xylella e della concorrenza sleale di mercati extraeuropei non sottoposti a regole, vincoli e controlli, hanno deciso di protestare a Bari presentandosi in piazza Prefettura a bordo dei loro trattori, di mezzi agricoli, auto private, pullman.
La mattinata di lunedì 7 gennaio è stata caratterizzata da inevitabili rallentamenti al flusso del traffico sulla strada statale 16 bis, specie in direzione sud verso Bari.
Decine di trattori, radunati davanti allo stadio "San Nicola", hanno marciato verso piazza Prefettura, zona scelta dai gilet arancioni per dare vita al presidio di protesta. «Una grande mobilitazione degli olivicoltori e agricoltori pugliesi, senza bandiere e sigle, se non il tricolore e appunto il gilet arancione per protestare contro l'immobilismo del governo nazionale e della regione Puglia» ha affermato Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei gilet arancioni. I gilet arancioni chiedono il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la Xylella, seguendo la scienza e non i santoni, lo sblocco delle risorse del Psr pugliese impantanato tra mille rivoli burocratici.
«Sarà un presidio pacifico di uomini e donne della terra, imprenditori ed operai, tutti insieme per rivendicare provvedimenti seri e concreti e attenzione verso l'agricoltura e l'olivicoltura, simbolo del Made in Italy nel mondo» ha aggiunto Spagnoletti Zeuli.
Accanto ai gilet arancioni – il coordinamento che raggruppa le organizzazioni Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori - scenderanno in piazza tra gli altri anche i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil), i comuni con l'Anci, l'ordine degli agronomi, il collegio regionale dei periti agrari.
«L'adesione dei comuni e dei sindacati dei lavoratori testimonia, qualora ce ne fosse bisogno, che il problema non riguarda solamente il settore olivicolo e l'agricoltura pugliese, messi in ginocchio dalle calamità e dall'assenza delle Istituzioni, regione e governo nazionale, ma tutto il sistema economico, produttivo e sociale pugliese: oltre un milione di giornate lavorative, lo ricordiamo, sono andate perse nel 2018» hanno spiegato i gilet arancioni.
La mattinata di lunedì 7 gennaio è stata caratterizzata da inevitabili rallentamenti al flusso del traffico sulla strada statale 16 bis, specie in direzione sud verso Bari.
Decine di trattori, radunati davanti allo stadio "San Nicola", hanno marciato verso piazza Prefettura, zona scelta dai gilet arancioni per dare vita al presidio di protesta. «Una grande mobilitazione degli olivicoltori e agricoltori pugliesi, senza bandiere e sigle, se non il tricolore e appunto il gilet arancione per protestare contro l'immobilismo del governo nazionale e della regione Puglia» ha affermato Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei gilet arancioni. I gilet arancioni chiedono il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la Xylella, seguendo la scienza e non i santoni, lo sblocco delle risorse del Psr pugliese impantanato tra mille rivoli burocratici.
«Sarà un presidio pacifico di uomini e donne della terra, imprenditori ed operai, tutti insieme per rivendicare provvedimenti seri e concreti e attenzione verso l'agricoltura e l'olivicoltura, simbolo del Made in Italy nel mondo» ha aggiunto Spagnoletti Zeuli.
Accanto ai gilet arancioni – il coordinamento che raggruppa le organizzazioni Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori - scenderanno in piazza tra gli altri anche i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil), i comuni con l'Anci, l'ordine degli agronomi, il collegio regionale dei periti agrari.
«L'adesione dei comuni e dei sindacati dei lavoratori testimonia, qualora ce ne fosse bisogno, che il problema non riguarda solamente il settore olivicolo e l'agricoltura pugliese, messi in ginocchio dalle calamità e dall'assenza delle Istituzioni, regione e governo nazionale, ma tutto il sistema economico, produttivo e sociale pugliese: oltre un milione di giornate lavorative, lo ricordiamo, sono andate perse nel 2018» hanno spiegato i gilet arancioni.