Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, a Bisceglie. <span>Foto BisceglieViva</span>
Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, a Bisceglie. Foto BisceglieViva
Cultura

L'Italia e l'incognita politica: crisi d'identità o identità in crisi?

Ospite del Bookstore Mondadori, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana ha presentato il suo libro "Un paese senza leader"

Scomoda ma alquanto efficace l'analisi sull'attuale situazione politica italiana che Luciano Fontana ha presentato nel suo ultimo libro intitolato "Un paese senza leader".
Ospite domenica 8 luglio del Bookstore Mondadori di Bisceglie, il direttore del Corriere della Sera ha avuto la possibilità di ricostruire, passo dopo passo, i momenti salienti che hanno condotto una classe dirigente già in declino ad una totale crisi d'identità, che lo stesso Fontana individua in un solo e preciso elemento: la mancanza del leader.

Secondo Fontana, quella del leader è una figura che si è inesorabilmente persa e fa da specchio alle tante difficoltà che l'Italia stessa si ritrova ad affrontare: «Non ci deve essere un uomo solo al comando» ha affermato Fontana, che ha dovuto tuttavia ammettere come, laddove ci fosse, il leader debba «tirar fuori dalle persone che gli sono intorno il meglio di loro», evitando così quello che si andrebbe a delineare come un potere decisamente autoritario.

In Italia, con le elezioni del 4 marzo, questo non è accaduto. Lo stesso Fontana si accorge di come, trascorsi quattro mesi dalle politiche, la situazione italiana non abbia trovato alcun impatto positivo: con Salvini, che paradossalmente - e non casualmente - è stato preferito a Conte come esempio, si è di fronte a un leader "incompleto", che ha saputo ben sfruttare il contro effetto dei migranti per salire al potere. Anche in questo caso Fontana non ha risparmiato una stoccata al neo ministro degli interni: «Bossi al giovane Salvini suggeriva di darsi allo studio, piuttosto che alla politica» ha raccontato il giornalista, consapevole tuttavia del fatto che «la teoria del pescatore, tecnica per la quale il politico, proprio come un pescatore, attende molto tempo per sperare poi di acciuffare qualche preda abbia portato non poca fortuna al leghista».

Nell'identikit tracciato dal direttore durante la conversazione che si è svolta presso il torrione di Sant'Antonio, sono numerose le personalità che il giornalista è riuscito ad intrecciare: da Massimo D'Alema al suo leader preferito Walter Veltroni, fino a Berlusconi, passando per Di Maio e Renzi. Proprio quest'ultimo ha permesso a Fontana di aprire una breve parentesi sulla difficile situazione del Partito Democratico: «Con il Pd siamo stati di fronte ad un progetto che racchiudeva al suo interno fin troppe sensibilità diverse» ha evidenziato il direttore del Corsera. «Dall'inizio della seconda Repubblica sono stati almeno dieci i leader di sinistra bruciati fondamentalmente per questo motivo» ha aggiunto.

Riflessione finale ancora sulla figura del leader: «Un tempo si pensava che per essere tale si dovesse incutere timore» ha affermato Fontana, con particolare riferimento a Bettino Craxi e Vladimir Putin, personaggi che ha conosciuto di persona: «Ora, al contrario, sembra che per diventarlo sia necessario essere simpatici».

Presenti all'evento tenutosi sul Torrione sant'Angelo, tra i tanti, il neo sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano e il governatore della regione Puglia Michele Emiliano. Ha moderato l'incontro il giornalista del quotidiano La Repubblica Goffredo De Marchis.
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