Antonia Monopoli
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Attualità

«La gente come te deve andare nei forni crematori». Vergognose offese a una donna transgender biscegliese

Antonia Monopoli, attivista lgbt, insultata dall'operatore di un call center

Definirla solo una disavventura sarebbe parecchio riduttivo. Dover riportare - ancora nel 2020 - simili episodi è persino sconfortante, oltre che indicativo di un livello socio-culturale rasoterra su cui si incastra alla perfezione il concetto di banalità del male. In quale altro modo si potrebbero classificare i termini utilizzati dal consulente di un call center nei confronti della biscegliese Antonia Monopoli a fronte della dichiarazione di essere una donna transgender?

Il vergognoso accaduto è stato raccontato anche dal Corriere della Sera. Antonia, impegnata nel movimento lgbt e attivista per i diritti dei trans, risiede da anni a Milano e combatte i pregiudizi da sempre. Interessata all'annuncio on line di una scuola privata, ha contattato la segreteria e ricevuto le prime informazioni a riguardo con la promessa di un successivo contatto con un consulente. La telefonata è poi giunta, da un numero fisso: alla richiesta dell'operatore di parlare con la signora Antonia Monopoli, la diretta interessante ha risposto di essere la persona interessata ai dettagli sui corsi ma a quel punto il consulente - a quanto pare con cadenza straniera - avrebbe risposto: «Non è possibile, lei è sicuramente il marito. Mi faccia parlare con sua moglie». A quel punto Antonia ha replicato: «Sono io. Sono un ex uomo e donna transgender». Di rimando, l'operatore l'avrebbe insultata mandandola a quel paese.

Tutto finito? Macché. Antonia è stata nuovamente contattata e una voce avrebbe proferito questa frase: «La conosci la storia di Hitler? La gente come te deve andare nei forni crematori». Sdegnata, non le è rimasto altro che chiudere la conversazione.
Come se non bastasse, l'attivista avrebbe ricevuto ulteriori e incessanti telefonate da numeri differenti con la stessa voce. I referenti degli uffici della società coinvolta - forse suo malgrado - nel "fattaccio" hanno riferito di non sapere nulla dell'accaduto.

«Non voglio che queste cose accadano di nuovo, e se non ci fossi stata io che sono un'attivista, ci fosse stata un'altra ragazza o donna transgender non attivista sarebbe caduta nello sconforto» ha commentato Antonia Monopoli. «Per mia fortuna sono circondata da persone che mi vogliono bene e che continuamente mi stanno vicini, altrimenti sarei crollata a livello psicologico» ha ammesso. «Sono talmente commossa che non riesco a trovare le parole adatte per esprimere il mio grazie a tutte le persone che in questi giorni mi stanno dimostrando affetto, vicinanza e solidarietà».

La vicenda personale della biscegliese, responsabile dello Sportello trans di Ala Milano aperto nel 2009, è stata raccontata in un libro scritto a quattro mani con Gerardo Maiello, pubblicato lo scorso ottobre. Il titolo, "La forza di Antonia", è quanto mai emblematico.
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