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Nelmodogiusto chiede al sindaco di fermare l'installazione del 5G

Stop necessario «fino a quando gli studi sull'impatto sanitario e ambientale non saranno attendibili e indipendenti»

Un intervento immediato del sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria e ufficiale di governo, oltre che del dirigente della ripartizione ambiente e sanità, per imporre l'alt all'installazione alla diffusione della tecnologia 5G sul territorio di Bisceglie «fino a quando gli studi sull'impatto sanitario e ambientale non saranno attendibili e indipendenti».

Lo hanno chiesto i componenti del movimento politico Nelmodogiusto e in particolare i consiglieri comunali Alfonso Russo, Giorgia Preziosa, Mauro Sasso e Gianni Casella, presidente della massima assise cittadina, rimarcando due motivazioni fondamentali:

«Le connessioni senza fili (wireless) di quinta generazione o 5G (in Puglia in fase di sperimentazione solo nella città di Bari) così come sono oggi pensate, faranno uso per la prima volta e in modo ubiquitario anche della gamma millimetrica dello spettro delle microonde elettromagnetiche; ma a tutt'oggi non esistono studi di agenzie pubbliche, e tanto meno da parte delle aziende delle telecomunicazioni, sugli effetti biologici dell'esposizione a sorgenti reali di campi elettromagnetici artificiali, precipuamente di quelli artificiali generati dalle microonde; in particolare, per il caso italiano, le onde centimetriche e millimetriche della banda Shf che vanno da 10 cm a 10 millimetri di lunghezza e da 3GHz a 30 GHz di frequenza.

Esistono invece numerosi studi di Istituti di ricerca e scienziati indipendenti che dimostrano ormai inconfutabilmente che l'esposizione ai campi elettromagnetici, tanto più se è esposizione a campi elettromagnetici generati da microonde ad altissima frequenza, produce effetti assai nocivi; sia termici, cioè effetti di riscaldamento dei tessuti e relative conseguenze, sia non termici, cioè effetti biologici al livello della membrana cellulare, del nucleo del Dna e sul sistema immunitario.

Gli studi dell'Istituto Ramazzini di Bologna hanno dimostrato effetti altamente nocivi per la salute umana soltanto prendendo in considerazione l'esposizione alle reti di terza generazione, note come 3G (per esemplificare i cellulari Gsm), che fanno uso di frequenze fino a 900MHz.
Con le reti 5G, che in Italia faranno uso di microonde millimetriche a frequenze altissime ed inesplorate fino a 26GHz, cioè 26000MHz, è inevitabile che questi effetti si manifesteranno in forme ancora più gravi ed estese, sia sul vivente umano sia sul vivente non umano.

A livello internazionale centinaia di scienziati indipendenti hanno rivolto appelli ai governi e persino all'Onu perché si giunga subito ad una moratoria sul 5G finalizzata a test preliminari sugli effetti biologici di queste reti. Analoghi appelli sono stati lanciati anche da autorevoli studiosi italiani come la dottoressa Belpoggi (biologa dell'Istituto Ramazzini); il dottro Marinelli (genetista del Cnr), il professor Levis (già ordinario di mutagenesi ambientale all'Università di Padova).

Nelmodogiusto chiede inoltre che spazi liberi, soprattutto destinati ai bambini(parchi pubblici, asili, ecc.) vengano preservati e tutelati; che vengano promosse campagne d'informazione; e sollecita per molteplici ragioni un incontro con esperti e ricercatori liberi da conflitti d'interesse, confidando nella presa di consapevolezza che il destino delle reti 5G, in ultima istanza, non è nelle mani delle multinazionali o dei governi o delle authority bensì nelle nostre mani; ovvero nelle mani delle autonomie locali.

Il punto di forza del 5G è anche il suo punto di debolezza.
Sta a noi decidere, per mezzo di precipui strumenti amministrativi, se mettere al primo posto la sanità umana e ambientale del territorio di nostra competenza o i profitti delle corporation.
Ne è riprova la decisione del governo regionale di Bruxelles di interrompere il lancio della fase di sperimentazione del 5G, prevista per il 2020, in disaccordo con lo stesso governo federale».

Per Nelmodogiusto «non c'è tempo da perdere: occorre far valere il principio di precauzione, ricordando che le reti di quinta generazione non sono la semplice evoluzione delle precedenti reti, ma una tecnologia inesplorata assai più simile a modelli d'arma che a modelli di interconnessione; destinate ad incidere sul vivente, sulle dinamiche sociali e individuali e sulle stesse libertà fondamentali in forme mai conosciute prima».
  • Mauro Sasso
  • Gianni Casella
  • Alfonso Russo
  • Giorgia Preziosa
  • Nelmodogiusto
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