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Cronaca

Presunte truffe alla Regione Puglia, sei persone ai domiciliari

Secondo l'accusa, avrebbero aperto di proposito una lunga serie di contenziosi per ottenere indennizzi in agricoltura

Avrebbero volutamente aperto una lunga serie di contenziosi con la Regione Puglia a proposito degli indennizzi in agricoltura nel periodo compreso fra il 2006 e il 2019 con l'obiettivo di mandare in tilt gli uffici e impedire agli enti preposti di potersi difendere in giudizio ed eventualmente vincere le cause.

Questa, in sintesi, l'accusa rivolta agli avvocati bitontini Michele Primavera e Enrico Domenico Primavera (rispettivamente padre e figlio), posti agli arresti domiciliari in base a quanto disposto da un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura del capoluogo pugliese al termine di un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza. I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari hanno eeguito il provvedimento secondo cui 6 persone (oltre ai due bitontini anche gli avvocati Oronzo Panebianco e Assunta Iorio, il presidente provinciale Bat di Asso-Consum Oronzo Pedico e Giuliana Tarantini, dipendente pubblico in servizio nell'esecuzione mobiliare del Tribunale di Trani) sono finite ai domiciliari e una - l'avvocato Francesca Fiore - è stata interdetta per sei mesi dall'esercizio dell'attività professionale. I destinatari delle misure cautelari sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falsità ideologica, corruzione in atti giudiziari ed autoriciclaggio. 21 in tutto le persone coinvolte nell'inchiesta "Leguleio" condotta dal procuratore facente funzione Roberto Rossi e dal sostituto Francesco Bretone.

Disposto, inoltre, il sequestro di beni mobili, immobili e di disponibilità finanziarie per un valore di oltre 22 milioni di euro, cifra che rappresenterebbe, approssimativamente, il valore della presunta truffa architettata.

L'indagine era partita dalla denuncia del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, che nel 2018 aveva segnalato l'insolita concentrazione di compensi professionali da parte di alcuni avvocati appartenenti allo stesso studio professionale.

«Mediante condotte fraudolente – hanno spiegato le Fiamme Gialle - gli indagati avrebbero indebitamente percepito compensi spettanti per il patrocinio in innumerevoli contenziosi civili intentati contro la Regione Puglia per conto di oltre 3000 agricoltori, al fine di ottenere il pagamento dei contributi di cui alla Legge Regionale n° 29/1982, a titolo di indennità compensativa (corrisposta negli anni 1989-1993) in favore di imprenditori agricoli operanti in aree geografiche svantaggiate».

Stando a quanto emerso dalle indagini - che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi documentali e verifiche finanziarie – si sarebbe trattato di una vera e propria «associazione per delinquere» che, «attraverso complessi e diversificati meccanismi fraudolenti, ha intrapreso nei confronti della Regione Puglia migliaia di contenziosi di natura civilistica, al fine di conseguire ed incrementare illecitamente i pertinenti compensi professionali».

«È stato accertato – si legge ancora nella relazione dei militari - in particolare, che la compagine criminale (utilizzando anche mandati difensivi falsi, perché riportanti le firme apocrife degli imprenditori patrocinati, oppure perché riferiti a persone decedute) ha artificiosamente frazionato i contributi complessivamente spettanti a ciascun agricoltore nelle diverse annualità. In tal modo i legali, componenti dell'associazione per delinquere, hanno intentato, per ciascuna annualità, altrettante cause civili finalizzate ad ottenere il pagamento sia delle indennità agricole spettanti, sia delle connesse spese legali, in questo modo indebitamente incrementate. Una volta ottenuta la corresponsione dei contributi spettanti agli agricoltori, l'organizzazione criminale ha provveduto ad attivare nei confronti della Regione Puglia nuovi contenziosi, questa volta tendenti ad ottenere il riconoscimento degli interessi di mora maturati sui ritardati pagamenti delle indennità agricole, nonché il pagamento di quelle spese legali che, benché riconosciute in giudizio, non erano state ancora rimborsate dal predetto Ente».

Una valanga di procedimenti resi ancora più difficili da seguire perchè gli avvocati coinvolti avrebbero volutamente promosso alcune di queste azioni giudiziarie, in violazione alle norme sulla competenza territoriale dei Giudici di Pace, innanzi a Tribunali di altre province del territorio nazionale, come Lecco, Crema, Como, Torino, Napoli, Vercelli, Matera, Trani e Pisticci.

I finanzieri avrebbero accertato anche «gravi condotte corruttive nei confronti di un infedele operatore giudiziario in servizio presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Bari, il quale, in violazione dei propri doveri di ufficio ed in cambio di denaro e di altre utilità, ha istruito le richieste di rimborso avanzate dagli indagati anticipando le udienze dell'esecuzione rispetto agli ordinari tempi di attesa». Dalle indagini sarebbero emerse anche «diverse operazioni di autoriciclaggio poste in essere da alcuni degli indagati che hanno trasferito su conti correnti bancari nella propria disponibilità parte degli ingenti proventi illeciti conseguiti».

Il commento del presidente dell'Ordine degli avvocati di Bari

«Abbiamo appreso della portata di questa vicenda, seppure datata, solo da quanto appreso in queste ore dagli organi di stampa. Rammarica il fatto che, quantunque previsto dalle norme professionali forensi, in questi anni non abbiamo ricevuto notizie e atti sull'indagine dall'autorità giudiziaria, circostanza che ci avrebbe messo nelle condizioni di attivare il Consiglio di disciplina del nostro distretto, deputato a prendere provvedimenti, anche di sospensione dell'attività professionale, qualora ne ricorrano i presupposti». Lo ha dichiarato Giovanni Stefanì, presidente dell'Ordine degli avvocati di Bari.

«Riponiamo massima fiducia nel lavoro della Magistratura che, qualora confermasse in giudizio le ipotesi di reato, è giusto che condanni i responsabili. Se necessario collaboreremo con la Magistratura a difesa della dignità e onorabilità dell'Avvocatura barese» ha sottolineato.
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