Le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie
Le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie
Cultura

Vecchie Segherie, in settimana appuntamenti con Daniele Mencarelli, Elisa Ruotolo e Giorgio Ghiotti

Eventi in programma mercoledì, giovedì e venerdì

Settimana ricca di appuntamenti alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie. Ospiti della libreria saranno Daniele Mencarelli, Elisa Ruotolo e Giorgio Ghiotti.

Mercoledì 24 maggio (ore 19) tornerà Daniele Mencarelli per presentare "Fame d'aria", Mondadori, accompagnato da La libraria Misteriosa Ilenia Caito. L'evento sarà realizzato in collaborazione con il Circolo dei lettori di Bisceglie.

Tra colline di pietra bianca, tornanti, e paesi arroccati, Pietro Borzacchi sta viaggiando con il figlio Jacopo. D'un tratto la frizione della sua vecchia Golf lo abbandona, nel momento peggiore: di venerdì pomeriggio, in mezzo al nulla. Per fortuna padre e figlio incontrano Oliviero, un meccanico alla guida del suo carro attrezzi che accetta di scortarli fino al paese più vicino, Sant'Anna del Sannio. Quando Jacopo scende dall'auto è evidente che qualcosa in lui non va: lo sguardo vuoto, il passo dondolante, la mano sinistra che continua a sfregare la gamba dei pantaloni, avanti e indietro. In attesa che Oliviero ripari l'auto, padre e figlio trovano ospitalità da Agata, proprietaria di un bar che una volta era anche pensione, è proprio in una delle vecchie stanze che si sistemano. Sant'Anna del Sannio, poche centinaia di anime, è un paese bellissimo in cui il tempo sembra essersi fermato, senza futuro apparente, come tanti piccoli centri della provincia italiana. Ad aiutare Agata nel bar c'è Gaia, il cui sorriso è perfetta sintesi del suo nome. Sarà proprio lei, Gaia, a infrangere con la sua spontaneità ogni apparenza. Perché Pietro è un uomo che vive all'inferno. «I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria, e la malattia di un figlio, tanto più se hai un solo reddito, diventa una maledizione» Ma la povertà non è la cosa peggiore. Pietro lotta ogni giorno contro un nemico che si porta all'altezza del cuore. Il disamore. Per tutto. Un disamore che sfocia spesso in una rabbia nera, cieca. Il dolore di Pietro, però, si troverà di fronte qualcosa di nuovo e inaspettato. Agata, Gaia e Oliviero sono l'umanità che ancora resiste, fatta il più delle volte di un eroismo semplice quanto inconsapevole.

Con "Fame d'aria", Daniele Mencarelli fa i conti con uno dei sentimenti più intensi: l'amore genitoriale, e lo fa portandoci per mano dentro quel sottilissimo solco in cui convivono, da sempre, tragedia e rinascita.

Daniele Mencarelli, poeta e narratore, nasce a Roma nel 1974. Vive ad Ariccia. La sua ultima raccolta poetica è Tempo circolare (poesie 2019-1997), peQuod, 2019. Del 2018 è il suo romanzo d'esordio, La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima). Nel 2020 esce Tutto chiede salvezza, Mondadori (finalista al premio Strega, vincitore del premio Strega Giovani, vincitore del premio Segafredo Zanetti-un libro un film, vincitore del premio Anima per il sociale). Da questo romanzo è tratta per Netflix la serie omonima, con regia di Francesco Bruni. Con Sempre tornare (Mondadori, 2021, premio Flaiano per la narrativa) lo scrittore chiude la sua ideale trilogia autobiografica. Nell'aprile del 2022 è andata in scena al Centro Teatrale Bresciano, con la regia di Piero Maccarinelli, la sua prima opera teatrale: Agnello di Dio, che ora si appresta a girare i teatri d'Italia. Collabora scrivendo di cultura e società con quotidiani e riviste.

Giovedì 25 maggio (ore 19) Elisa Ruotolo presenterà "Il lungo inverno di Ugo Singer", Bompiani, accompagnata da Antonio Pasquale. L'appuntamento è promosso in collaborazione con il Circolo dei lettori di Bisceglie.

A volte gli amici si cercano, a volte sono loro a trovarci. Sam è un topo bambino, e trova Ugo – quando ancora non è Ugo – in uno scantinato umido. Insieme ai suoi fratelli chiassosi, il topo guarda con sospetto l'arrivo di Ester, una tartaruga sola al mondo, se non fosse per un piccolo uovo che protegge con amore e cura infiniti. Ma il sospetto lascia posto alla curiosità prima e alla premura poi. Ed è lì, tra i topolini, nel buio, al riparo di una vecchia macchina per cucire, che viene al mondo Ugo Singer. Sam diventa suo fratello nell'anima quanto non lo è nel corpo e nei moti: un topo e una tartaruga hanno tempi diversi, e questo Sam lo sa, noi lo sappiamo. Ugo no. Sarà Sam ad aiutare l'amico a esaudire il suo più grande desiderio: uscire dallo scantinato, vedere il mondo e assaporare l'inverno, nonostante la neve, nonostante le paure di Ester, nonostante il letargo. Nonostante tutto. Nella tradizione della favola, ma senza moralismi o messaggi enfatici, con la forza dell'evidenza, Elisa Ruotolo modella la sua parola poetica in una storia per tutti, che va al cuore delle cose importanti e non le spiega, semplicemente le mostra.

Elisa Ruotolo è nata a Santa Maria a Vico. Scrittrice, poetessa, ha esordito con Nottetempo nel 2010 per poi pubblicare con Interno Poesia, Feltrinelli, rueBallu. Il suo libro Quel luogo a me proibito è tradotto in Francia dall'editore Cambourakis.

Venerdì 26 maggio (sempre alle ore 19) Giorgio Ghiotti presenterà "Ipotesi del vero", Liberaria, accompagnato da Serena Mansueto. Il nuovo libro di Giorgio Ghiotti sono due: "Ipotesi del vero" e "L'andare e l'addio". Uno ha un titolo pacatamente razionale, l'altro ha un più incalzante passo sentimentale. Possono essere letti come due libri autonomi e persino molto eterogenei. Eppure l'autore ha voluto ricomprenderli sotto il titolo comune "Ipotesi del vero", come se il secondo fosse il rovescio e la verifica del primo. Il primo è un libro dei ritorni, possibili e impossibili: quello del poeta a Roma e quello dei morti. Il secondo è un libro dedicato a un bambino: non è un libro per bambini, ma la testimonianza affidata a un bambino da un adulto. Praticare la poesia come "Ipotesi del vero" significa per Ghiotti dire una cosa due volte: prima ai morti, e poi a un bambino. Fare in modo che le proprie parole inverino quelle dei morti e che un bambino non si senta un giorno tradito da ciò che gli è stato consegnato» (dalla postfazione di Carmelo Princiotta).
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