Un pediatra sul web
La scelta
Rubrica a cura del dottor Antonio Marzano - Ex pediatra di famiglia
martedì 3 settembre 2024
16.59
Durante i miei anni di servizio presso il Servizio SCAP di Bisceglie, mi sono ritrovato ad ammirare, apprezzare e ringraziare il lungimirante benefattore che, nel prendersi cura dell'arredo urbano di via degli Aragonesi, aveva optato per la piantumazione dei pini. Si sarebbe dovuta chiamare Viale degli Aragonesi, perché prima dell'intervento delle seghe elettriche era un viale stupendo, ombreggiato durante la lunga stagione estiva da questi pini, credo di Aleppo, nobilissimi, fieri, maestosi, di un verde lussureggiante. Questi alberi, a costo zero, garantivano a tutti i genitori che portavano i figli all'Ambulatorio Vaccinazioni, a tutti gli utenti che si recavano presso il CUP, a tutti coloro che si rivolgevano agli ambulatori di consulenza specialistica e, non ultimo, a tutti i genitori che portavano i bambini allo SCAP durante i fine settimana, un parcheggio all'ombra e una visione dolce e fresca nei mesi di luglio e agosto.
Per fortuna, la solerte mano umana ha risparmiato il filare di sinistra, ma quello di destra è stato completamente raso al suolo. Al loro posto, con tutto il rispetto, sono stati piantati alberi poco adatti: magari belli da vedere, ma non funzionali.
Qualche giorno fa, il mio dispiacere si è rinnovato nel vedere le seghe elettriche aggredire i pini di via Di Vittorio. Certo, non saranno belli come quelli di via degli Aragonesi, ma sono molto funzionali per la loro presenza. Vedo signore e signori che consumano colazioni e aperitivi seduti nei bar che si affacciano su via Di Vittorio, godendo dell'ombra garantita dalle chiome degli alti pini.
Certo, gli alberi si nutrono attraverso le radici. Le radici pescano nella terra, e i pini hanno la peculiarità di avere radici non particolarmente profonde, ma in parte superficiali. Il marciapiede che ospita i pini è stato sconnesso dalle radici. La pavimentazione si è in parte sollevata, creando buche certamente pericolose per tutti coloro che percorrono quel tratto di marciapiede per raggiungere i bar, i negozi, la farmacia, ecc. E allora, quale soluzione si decide di adottare? Una scelta radicale: tagliamo gli alberi. Piuttosto che riparare il marciapiede, sostituire le mattonelle, potare i rami e garantire il decoro, si decide di tagliare i pini.
Dopo tutto il servizio che un albero di pino garantisce con la sua bella presenza, siccome le radici rompono le mattonelle, cosa si fa? Non si sostituiscono le mattonelle, non si dà una nuova mano di asfalto alla strada, non ci si prende cura dell'albero... no, lo si taglia!
E allora, visto che l'asfalto di via della Libertà è in parte rovinato dalle radici dei pini, cosa si fa? Si tagliano tutti i pini di via della Libertà, che tra l'altro dovrebbe chiamarsi viale, e che con le loro chiome garantiscono ombra a tutti i bagnanti che parcheggiano l'auto per andare alle spiagge.
Un'ultima, ma non meno importante, location: via Lamaveta. Via Lamaveta è abbellita da bellissimi e ombreggianti pini lungo la strada, salendo a destra. Anche qui i benedetti pini marittimi hanno danneggiato il marciapiede, ma credo che più di un cittadino apprezzi il verde e l'ombra che i pini garantiscono. E allora, cosa si fa? Si può inciampare sulle mattonelle rotte e sulle buche che si sono formate! Vale la pena ripristinare la pavimentazione? Spero che la scelta non cada sul tagliare i pini, che, tra l'altro, non possono neanche difendersi dalla solerte mano dell'uomo.
Certo, prendersi cura del verde non è semplice: è impegnativo, oneroso, ciclico e continuo. Ma la scelta non può essere tagliare, deve essere curare.
Per fortuna, la solerte mano umana ha risparmiato il filare di sinistra, ma quello di destra è stato completamente raso al suolo. Al loro posto, con tutto il rispetto, sono stati piantati alberi poco adatti: magari belli da vedere, ma non funzionali.
Qualche giorno fa, il mio dispiacere si è rinnovato nel vedere le seghe elettriche aggredire i pini di via Di Vittorio. Certo, non saranno belli come quelli di via degli Aragonesi, ma sono molto funzionali per la loro presenza. Vedo signore e signori che consumano colazioni e aperitivi seduti nei bar che si affacciano su via Di Vittorio, godendo dell'ombra garantita dalle chiome degli alti pini.
Certo, gli alberi si nutrono attraverso le radici. Le radici pescano nella terra, e i pini hanno la peculiarità di avere radici non particolarmente profonde, ma in parte superficiali. Il marciapiede che ospita i pini è stato sconnesso dalle radici. La pavimentazione si è in parte sollevata, creando buche certamente pericolose per tutti coloro che percorrono quel tratto di marciapiede per raggiungere i bar, i negozi, la farmacia, ecc. E allora, quale soluzione si decide di adottare? Una scelta radicale: tagliamo gli alberi. Piuttosto che riparare il marciapiede, sostituire le mattonelle, potare i rami e garantire il decoro, si decide di tagliare i pini.
Dopo tutto il servizio che un albero di pino garantisce con la sua bella presenza, siccome le radici rompono le mattonelle, cosa si fa? Non si sostituiscono le mattonelle, non si dà una nuova mano di asfalto alla strada, non ci si prende cura dell'albero... no, lo si taglia!
E allora, visto che l'asfalto di via della Libertà è in parte rovinato dalle radici dei pini, cosa si fa? Si tagliano tutti i pini di via della Libertà, che tra l'altro dovrebbe chiamarsi viale, e che con le loro chiome garantiscono ombra a tutti i bagnanti che parcheggiano l'auto per andare alle spiagge.
Un'ultima, ma non meno importante, location: via Lamaveta. Via Lamaveta è abbellita da bellissimi e ombreggianti pini lungo la strada, salendo a destra. Anche qui i benedetti pini marittimi hanno danneggiato il marciapiede, ma credo che più di un cittadino apprezzi il verde e l'ombra che i pini garantiscono. E allora, cosa si fa? Si può inciampare sulle mattonelle rotte e sulle buche che si sono formate! Vale la pena ripristinare la pavimentazione? Spero che la scelta non cada sul tagliare i pini, che, tra l'altro, non possono neanche difendersi dalla solerte mano dell'uomo.
Certo, prendersi cura del verde non è semplice: è impegnativo, oneroso, ciclico e continuo. Ma la scelta non può essere tagliare, deve essere curare.