
Sport
Eusebio Haliti: «Il bilancio è certamente positivo»
Il presidente FIDAL Puglia traccia un resoconto del suo operato
Bisceglie - mercoledì 27 agosto 2025
11.43 Comunicato Stampa
A meno di un anno dalla sua elezione, Eusebio Haliti, classe 1991, il più giovane presidente tra i comitati regionali FIDAL in Italia, traccia un resoconto del suo operato. Haliti ha alle spalle una brillante carriera da atleta: nove titoli nazionali, una partecipazione ai Mondiali di Mosca 2013 e un ruolo di rilievo come vicedirettore dei Campionati Europei di Roma 2024.
La sua elezione, avvenuta con il 62,2% dei consensi, ha segnato un punto di svolta per l'atletica pugliese. Con un programma intitolato "Idee chiare e concrete per un nuovo Comitato Regionale FIDAL Puglia", Haliti ha posto l'accento su innovazione, valorizzazione del settore giovanile, ottimizzazione dei calendari e potenziamento della comunicazione.
In questa intervista, Haliti condivide il bilancio del suo primo anno di mandato, le sfide affrontate e le prospettive future per l'atletica in Puglia.
Presidente, a quasi un anno dal suo insediamento, che bilancio traccia di questa prima fase alla guida del Comitato Regionale FIDAL Puglia?
«Il bilancio è certamente positivo. Tra le proposte fatte prima delle elezioni avevamo parlato di cambiare completamente il modo di comunicare l'atletica pugliese, e in questi pochi mesi questo obiettivo è stato raggiunto: oggi l'atletica della nostra regione gode di una copertura mediatica importante, sia sui canali tradizionali che su quelli digitali. Ritengo che sia il giusto riconoscimento ai tanti sacrifici di atleti, tecnici, dirigenti di società e organizzatori di eventi. Questa visibilità ha inoltre permesso di attrarre sponsor privati, risorse che ci hanno consentito di raggiungere un ulteriore obiettivo: maggiori contributi a società, atleti e tecnici. Li avevamo promessi e l'abbiamo fatto, nonostante un bilancio con meno 60.000 euro circa. Avevamo previsto contributi anche per i tecnici, cosa che prima avveniva tramite il contributo agli atleti, adesso invece ci sono risorse dedicate a loro. Nel 2026 daremo loro anche la visibilità perché ritengo sia opportuno che nelle prossime manifestazioni, quando premiamo un atleta, venga premiato anche il tecnico. Un altro punto che avevamo annunciato era il rinnovamento delle modalità di organizzazione delle gare, sia dal punto di vista tecnico sia sotto l'aspetto dello spettacolo e dell'allestimento degli impianti: anche questo è stato fatto, ora occorre estendere il modello a un numero sempre maggiore di manifestazioni durante l'anno. Infine, abbiamo rivisto la gestione dei comitati provinciali, nominando i delegati per tutte le province pugliesi come avevamo annunciato in campagna elettorale».
Del programma annunciato al momento dell'elezione, quali punti ritiene abbiano bisogno di più tempo o risorse per essere realizzati? C'è qualcosa che col senno di poi cambierebbe del suo programma iniziale?
«Sicuramente il consolidamento e l'ampliamento di queste iniziative richiedono più tempo, in particolare per quanto riguarda l'aspetto tecnico-agonistico: è necessario un maggiore coinvolgimento dei tecnici nella struttura regionale e un contatto più costante con loro e con gli atleti. Con il senno di poi non cambierei molto: ogni scelta fatta è stata dettata dalla volontà di dare stabilità e concretezza al nostro movimento».
Lei stesso è stato atleta e campione: rispetto alla sua esperienza diretta in pista, nota differenze significative negli atleti e nelle società di oggi, sotto il profilo tecnico, mentale o organizzativo?
«Le differenze ci sono, e sono legate soprattutto al contesto. Oggi i ragazzi hanno più opportunità e strumenti, ma anche tante distrazioni che rischiano di allontanarli dallo sport.
Dal punto di vista tecnico, la preparazione è molto più scientifica e precisa; sotto il profilo mentale, invece, c'è ancora bisogno di lavorare sulla capacità di affrontare le difficoltà e avere pazienza nei percorsi di crescita. Le società stanno svolgendo un grande lavoro, ma devono essere sempre più sostenute da una rete organizzativa solida».
La Puglia è da sempre terra di talenti nell'atletica: come giudica oggi il vivaio regionale? La nuova generazione è pronta a raccogliere l'eredità dei grandi nomi del passato, anche alla luce degli ultimi risultati degli U20 in Finlandia e ancor prima degli Europei U23 in Norvegia?
«A cominciare da Stano, Palmisano e Fortunato, la Puglia continua ad esprimere talenti veri nella marcia. Recentemente a Tampere in questa disciplina abbiamo conquistato la medaglia d'argento con Giuseppe Disabato, atleta che per altro era il capitano della compagine italiana che per la prima volta nella storia ha conquistato il primo posto nel medagliere degli Europei U20. In precedenza, agli Europei U23 di luglio, Nicola Lomuscio ha ottenuto un ottimo quarto posto, sempre nella marcia. Da segnalare anche le prestazioni di Capobianco nei 400hs, di Anna Musci nel peso e di Stefano Cecere nei 10.000mt. Abbiamo inoltre un grande talento nell'asta: Gabriele Belardi. Direi quindi che il vivaio è valido e che i giovani pugliesi stanno dimostrando di avere tutte le carte in regola per raccogliere l'eredità dei grandi del passato».
Quali atleti pugliesi l'hanno colpita di più in questo primo anno di mandato per risultati, crescita o atteggiamento? C'è qualcuno che, secondo lei, ha le qualità tecniche e mentali per diventare protagonista dell'atletica italiana?
«Non mi piace fare classifiche, ma posso dire che diversi atleti pugliesi, sicuramente quelli da me citati prima, mi hanno colpito sia per i risultati raggiunti sia per la dedizione dimostrata. Abbiamo giovani che stanno crescendo in modo costante e che hanno le qualità per diventare protagonisti in futuro. La combinazione di talento, mentalità vincente e serietà nel lavoro è ciò che fa davvero la differenza, e in Puglia abbiamo più di un esempio in questa direzione».
Quali eventi sono in programma per la seconda parte della stagione agonistica? Da settembre la Puglia ospita il Meeting internazionale di Barletta, la finale B del CDS allievi, riprende il Corripuglia: quanto contano questi appuntamenti per la visibilità e la crescita del movimento pugliese? Quali sono le aspettative del Comitato?
«Sono appuntamenti di grande importanza, sia dal punto di vista tecnico che per la visibilità del nostro movimento. Il Meeting internazionale di Barletta rappresenta un'occasione unica per confrontarsi con atleti di livello internazionale e per dare visibilità alla nostra regione; la finale B del CDS allievi è un banco di prova importante per i nostri giovani; il Corripuglia, infine, è una manifestazione che coinvolge migliaia di appassionati e che porta l'atletica su tutto il territorio. Le aspettative del Comitato sono quelle di consolidare il ruolo della Puglia come terra di atletica, capace di organizzare eventi di qualità e di attrarre pubblico, atleti e sponsor. L'obiettivo è crescere non solo nei risultati, ma anche nella cultura sportiva e nella partecipazione».
La sua elezione, avvenuta con il 62,2% dei consensi, ha segnato un punto di svolta per l'atletica pugliese. Con un programma intitolato "Idee chiare e concrete per un nuovo Comitato Regionale FIDAL Puglia", Haliti ha posto l'accento su innovazione, valorizzazione del settore giovanile, ottimizzazione dei calendari e potenziamento della comunicazione.
In questa intervista, Haliti condivide il bilancio del suo primo anno di mandato, le sfide affrontate e le prospettive future per l'atletica in Puglia.
Presidente, a quasi un anno dal suo insediamento, che bilancio traccia di questa prima fase alla guida del Comitato Regionale FIDAL Puglia?
«Il bilancio è certamente positivo. Tra le proposte fatte prima delle elezioni avevamo parlato di cambiare completamente il modo di comunicare l'atletica pugliese, e in questi pochi mesi questo obiettivo è stato raggiunto: oggi l'atletica della nostra regione gode di una copertura mediatica importante, sia sui canali tradizionali che su quelli digitali. Ritengo che sia il giusto riconoscimento ai tanti sacrifici di atleti, tecnici, dirigenti di società e organizzatori di eventi. Questa visibilità ha inoltre permesso di attrarre sponsor privati, risorse che ci hanno consentito di raggiungere un ulteriore obiettivo: maggiori contributi a società, atleti e tecnici. Li avevamo promessi e l'abbiamo fatto, nonostante un bilancio con meno 60.000 euro circa. Avevamo previsto contributi anche per i tecnici, cosa che prima avveniva tramite il contributo agli atleti, adesso invece ci sono risorse dedicate a loro. Nel 2026 daremo loro anche la visibilità perché ritengo sia opportuno che nelle prossime manifestazioni, quando premiamo un atleta, venga premiato anche il tecnico. Un altro punto che avevamo annunciato era il rinnovamento delle modalità di organizzazione delle gare, sia dal punto di vista tecnico sia sotto l'aspetto dello spettacolo e dell'allestimento degli impianti: anche questo è stato fatto, ora occorre estendere il modello a un numero sempre maggiore di manifestazioni durante l'anno. Infine, abbiamo rivisto la gestione dei comitati provinciali, nominando i delegati per tutte le province pugliesi come avevamo annunciato in campagna elettorale».
Del programma annunciato al momento dell'elezione, quali punti ritiene abbiano bisogno di più tempo o risorse per essere realizzati? C'è qualcosa che col senno di poi cambierebbe del suo programma iniziale?
«Sicuramente il consolidamento e l'ampliamento di queste iniziative richiedono più tempo, in particolare per quanto riguarda l'aspetto tecnico-agonistico: è necessario un maggiore coinvolgimento dei tecnici nella struttura regionale e un contatto più costante con loro e con gli atleti. Con il senno di poi non cambierei molto: ogni scelta fatta è stata dettata dalla volontà di dare stabilità e concretezza al nostro movimento».
Lei stesso è stato atleta e campione: rispetto alla sua esperienza diretta in pista, nota differenze significative negli atleti e nelle società di oggi, sotto il profilo tecnico, mentale o organizzativo?
«Le differenze ci sono, e sono legate soprattutto al contesto. Oggi i ragazzi hanno più opportunità e strumenti, ma anche tante distrazioni che rischiano di allontanarli dallo sport.
Dal punto di vista tecnico, la preparazione è molto più scientifica e precisa; sotto il profilo mentale, invece, c'è ancora bisogno di lavorare sulla capacità di affrontare le difficoltà e avere pazienza nei percorsi di crescita. Le società stanno svolgendo un grande lavoro, ma devono essere sempre più sostenute da una rete organizzativa solida».
La Puglia è da sempre terra di talenti nell'atletica: come giudica oggi il vivaio regionale? La nuova generazione è pronta a raccogliere l'eredità dei grandi nomi del passato, anche alla luce degli ultimi risultati degli U20 in Finlandia e ancor prima degli Europei U23 in Norvegia?
«A cominciare da Stano, Palmisano e Fortunato, la Puglia continua ad esprimere talenti veri nella marcia. Recentemente a Tampere in questa disciplina abbiamo conquistato la medaglia d'argento con Giuseppe Disabato, atleta che per altro era il capitano della compagine italiana che per la prima volta nella storia ha conquistato il primo posto nel medagliere degli Europei U20. In precedenza, agli Europei U23 di luglio, Nicola Lomuscio ha ottenuto un ottimo quarto posto, sempre nella marcia. Da segnalare anche le prestazioni di Capobianco nei 400hs, di Anna Musci nel peso e di Stefano Cecere nei 10.000mt. Abbiamo inoltre un grande talento nell'asta: Gabriele Belardi. Direi quindi che il vivaio è valido e che i giovani pugliesi stanno dimostrando di avere tutte le carte in regola per raccogliere l'eredità dei grandi del passato».
Quali atleti pugliesi l'hanno colpita di più in questo primo anno di mandato per risultati, crescita o atteggiamento? C'è qualcuno che, secondo lei, ha le qualità tecniche e mentali per diventare protagonista dell'atletica italiana?
«Non mi piace fare classifiche, ma posso dire che diversi atleti pugliesi, sicuramente quelli da me citati prima, mi hanno colpito sia per i risultati raggiunti sia per la dedizione dimostrata. Abbiamo giovani che stanno crescendo in modo costante e che hanno le qualità per diventare protagonisti in futuro. La combinazione di talento, mentalità vincente e serietà nel lavoro è ciò che fa davvero la differenza, e in Puglia abbiamo più di un esempio in questa direzione».
Quali eventi sono in programma per la seconda parte della stagione agonistica? Da settembre la Puglia ospita il Meeting internazionale di Barletta, la finale B del CDS allievi, riprende il Corripuglia: quanto contano questi appuntamenti per la visibilità e la crescita del movimento pugliese? Quali sono le aspettative del Comitato?
«Sono appuntamenti di grande importanza, sia dal punto di vista tecnico che per la visibilità del nostro movimento. Il Meeting internazionale di Barletta rappresenta un'occasione unica per confrontarsi con atleti di livello internazionale e per dare visibilità alla nostra regione; la finale B del CDS allievi è un banco di prova importante per i nostri giovani; il Corripuglia, infine, è una manifestazione che coinvolge migliaia di appassionati e che porta l'atletica su tutto il territorio. Le aspettative del Comitato sono quelle di consolidare il ruolo della Puglia come terra di atletica, capace di organizzare eventi di qualità e di attrarre pubblico, atleti e sponsor. L'obiettivo è crescere non solo nei risultati, ma anche nella cultura sportiva e nella partecipazione».