Palazzo San Domenico
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Politica

Lo strano caso del centrodestra biscegliese

La coalizione che governerà il Paese è profondamente divisa in città tra i partiti che sostengono Spina (Fdi, Lega, centristi) e Forza Italia, che supporta Silvestris

Il conto alla rovescia per l'insediamento della 19esima Legislatura è quasi scaduto. Il nuovo Parlamento, con un numero ridotto di deputati (400) e senatori (200) secondo quanto previsto dalla modifica della Costituzione, entrerà nelle sue funzioni giovedì 13 ottobre e, con ogni probabilità, il Governo riuscirà a giurare davanti al presidente della Repubblica non più tardi di martedì 18.

Se fra Montecitorio e Palazzo Madama è pronta a materializzarsi una solida maggioranza di centrodestra, lo stesso non si può certo dire per Palazzo San Domenico. I partiti del centrodestra (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Udc e centristi) non sono neppure presenti nel consiglio comunale di Bisceglie: i loro simboli, peraltro, non hanno partecipato alle elezioni amministrative del 2018 - caratterizzate dall'assenza (salvo i 5 Stelle) di qualsiasi contrassegno di "levatura" nazionale, anche di quel Pd che poi ha "recuperato" successivamente - e nessun componente della massima assise ha dichiarato l'appartenenza ad un gruppo collegato a quelle forze politiche. Il caso più eloquente è quello di Sergio Ferrante, commissario cittadino di Forza Italia ma capogruppo di Bisceglie tricolore, una delle due liste di centrodestra che ha corso al fianco di Angelantonio Angarano alle ultime comunali e che fa parte dello schieramento a sostegno di Sergio Silvestris nelle primarie interne di coalizione che stabiliranno il candidato Sindaco unitario per la prossima tornata.

La partenza della corsa di Silvestris ha ingenerato ulteriore confusione al punto che i referenti territoriali dei partiti e dei movimenti di centrodestra hanno colto l'ennesima opportunità per ribadire le distanze rispetto all'amministrazione in carica e alle primarie, nel tentativo evidente di "stanare" Forza Italia: l'affondo porta le firme di Tonia Spina, Rocco Prete, Mimmo Preziosa, Loredana Acquaviva e Natale Monopoli, che hanno nuovamente sottolineato l'intenzione di supportare la candidatura di Francesco Spina. L'obiettivo è duplice: accreditarsi quali legittimi rappresentanti, a Bisceglie, della coalizione che governerà il Paese e fare in modo che il partito azzurro si esprima, una volta per tutte, sul "caso Silvestris".

Forza Italia, in realtà, non ha mai affrontato "di petto" la questione e peraltro è tutto da comprendere quale importanza avrebbe, per lo stesso Silvestris, poter utilizzare o meno un simbolo alle amministrative considerato che nel 2018 il problema non si è posto e la coalizione che ha sostenuto ha vinto comunque. Le elezioni comunali, con il loro sistema a doppio turno, si giocano tutte sulla "spendibilità" del candidato sindaco e sul peso specifico dei principali pretendenti inclusi nelle singole liste: la forza dei candidati al consiglio comunale è determinante per raggiungere il ballottaggio, autentico "faccia a faccia" nel quale di solito vince il meno inviso alla porzione di elettorato che al primo turno non ha votato per nessuno dei due rimasti in partita.

L'unità del centrodestra biscegliese, allo stato attuale delle cose, sembra una chimera: uno strano caso che non si comprende quanta pazienza e quanto tempo potrebbe richiedere tentare di risolvere. I mediatori (vertici provinciali, regionali e nazionali di partiti ora presi dalle questioni "di Governo") dovrebbero cercare una soluzione consistente nel convincere uno tra Francesco Spina e Sergio Silvestris a rinunciare alla propria candidatura a Sindaco per convergere su quella dell'altro o di un terzo soggetto da individuare. L'impressione è che sarebbe più semplice andare a piedi sulla Luna.
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