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Viaggio nell'Infinita Bellezza

I fiori dell' Agapantus

Rubrica di musica classica a cura di Antonio Marzano

«Antonio vorrei chiederti un favore, se puoi, se ti fa piacere. Nel prossimo mese di giugno, concluderò il mio primo anno di mandato in veste di Presidente della Associazione Mogli dei Medici qui a Bari. E come da tradizione, ci sarà una cena di auguri per le buone vacanze. Quest'anno saremo ospiti del Circolo della Vela. So di certo che li nel salone c'è un bel pianoforte a coda. Mi farebbe piacere far precedere la cena da un recital al pianoforte. Puoi accontentarmi visto che so della tua passione verso il pianoforte e delle tue conoscenze tra i pianisti?»


Musica. Manco a dirlo.

«Certo» le rispondo. Mia cognata Zaira propone ed il cognato si muove. Il caro amico pianista Michele Pentrella mi viene subito in mente ed ancora prima che inizi a spiegare il motivo della telefonata, mi precede solerte, felice e coinvolto.

«Ho, come allievo al Conservatorio, un ragazzino di vent'anni. È solo al primo anno di pianoforte, ma sembra già un pianista navigato. Si chiama Cristian De Martino, è nato e risiede a Gravina di Puglia. Devi sentirlo... tra un'ora ti mando il suo curriculum ed il programma. Il concerto dovrà essere breve, intenso e brillante. Un recital pre-cena deve predisporre il pubblico al miglior stato d'animo. Sarà per te una piacevole sorpresa e ti assicuro che Zaira farà un'ottima figura».

Ecco che dopo un'ora arriva la mail di Michele. Il curriculum è molto breve, il programma è molto interessante. E fedele alla richiesta, sommando la lunghezza dei brani, il recital non supererà i 35 minuti.

E il nostro appuntamento ieri l'altro è arrivato. Una serata magnifica lunedì 10 giugno.

Il Circolo della Vela è veramente alloggiato in un angolo magico del lungomare di Bari. Siamo tutti puntuali, Michele mi viene incontro e mi presenta Cristian. Vent'anni di età cronologica, quindici anni di età apparente. Poco più di un ragazzino, ma molto sicuro di sé. Sereno, cordiale simpatico.

«Sei figlio d' arte?» gli chiedo.

«No - mi risponde -. Mio padre è un operaio e mia madre casalinga. Sono nato a Gravina di Puglia e vivo a Gravina».

«Quando hai scoperto questa tua predisposizione per la musica e per quella classica in particolare?»

«Da subito. Mi sono reso conto che fin da piccolo riuscivo a suonare un po' tutti gli strumenti musicali, ma poi mi sono dedicato al pianoforte».

«Si - gli dico -, hai fatto bene».

«Vedrai e sentirai» mi dice Michele Pentrella.

«Certo - dico io -, ne sono certo».

Tra l'altro la scelta della Vallée d'Obermann di Liszt è indicativa già di una maturità di Cristian nonostante la sua giovane età.


Dopo una breve presentazione della presidente, con un applauso di incoraggiamento ecco Cristian al pianoforte. Un minuto di concentrazione ed in un rispettoso e compunto silenzio sboccia dal nulla così come sboccia il fiore dell'agapantus, la sua statura pianistica. È incredibile come un ragazzino dopo solo pochi mesi di studio, suona la Sonata K 310 di Mozart: TALENTO! E non è solo la padronanza del pianoforte a lasciare basiti gli spettatori, quanto la interpretazione della Sonata.

La K 310 fu composta da Mozart in occasione della malattia e della morte poi della madre. Il pensiero e la percezione della malattia e della morte sono entrambe molto ma molto lontane dalla percezione di un ragazzo di vent'anni. Eppure il Signore ha donato a Cristian non solo il talento del pianoforte ma anche la Sensibilità di entrare nel cuore del compositore e di rendere la composizione con la maturità di un cinquantenne. E a vent'anni lui ha trasmesso a tutti noi questo sentimento del "dolore" che solo la morte di una madre può suscitare in un figlio. Sembra proprio l'Ananke greca e la Nemesi romana. Il destino che ritorna per prendersi la sua supremazia e la vendetta che puntualmente colpisce coloro che avevano, hanno e continuano a pensare che la musica classica è morta e sepolta. Così come non potranno essere mai morti e sepolti Leonardo e Michelangelo, non potranno essere mai sepolti Mozart e Liszt.

Non contento ha poi affrontato di Liszt il famoso brano che il genio ungherese compose durante il suo viaggio in Italia. Nato nel suo cuore colmo di felicità, per la nascita della figlia, subito dopo, la grande sensibilità del compositore, paventava tutte le difficoltà, tutti i dolori e le sofferenze che la vita le avrebbe riservato. Il pianismo del ventenne Cristian ha fatto percepire tutta la complessità e l'affanno di questi sentimenti. Un capolavoro il brano, una interpretazione incredibilmente profonda.

È stata poi la volta dei tre Studi di Chopin. I primi due espressione di una vera rivoluzione pianistica dell'immortale Chopin: virtuosismo, potenza, esaltazione del suono, e poi il terzo Studio di una dolcezza e di un romanticismo assoluti. Le tossi stizzose degli spettatori sono la dimostrazione più puntuale della emozione degli spettatori. E la chiusura del Concerto è stata con uno Studio di Rachmaninoff. Il grande ultimo romantico.

L' applauso e la standing ovation hanno gratificato il giovane pianista e mentre lo abbracciavo e lo ringraziavo in privato, ho sentito dentro di me il piacere non solo della vera grande meravigliosa eterna musica che chiamiamo classica, quanto la soddisfazione che nei piani del Padre Eterno i talenti come Cristian, come i fiori dell'Agapantus, sbocciano sempre e saranno sempre il monito per coloro che "sono interessanti".

Nonostante la supponenza ed il biasimo di tanti cattivi soloni, sempre le donne e gli uomini corretti e sensibili, avranno non solo piacere ma anche bisogno di ascoltare i geni della musica, così come avranno sempre bisogno di ammirare la Pietà di Michelangelo e la Gioconda di Leonardo.
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Rubrica di musica classica a cura di Antonio Marzano

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