Alessia Ferrante
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Cronaca

Morte Alessia Ferrante, le indagini si concentrano sui tempi dei soccorsi

Gli inquirenti ipotizzano un ritardo nell'arrivo dell'ambulanza. Giovedì pomeriggio l'autopsia

Quanti minuti sono trascorsi tra la prima chiamata al 118 e l'arrivo dei soccorsi? È uno degli elementi su cui si è concentrata l'attenzione dei Carabinieri di Monopoli e della Procura di Bari, che indagano per ricostruire le dinamiche del decesso di Alessia Ferrante.

Le verifiche sui tabulati telefonici dello studio e sull'utenza personale del chirurgo plastico Francesco Reho consentiranno di definire il momento in cui sono scattate le richieste di aiuto alla centrale operativa. Lo smartphone del medico e il pc dell'ambulatorio sono stati acquisiti dagli inquirenti.

Trapela intanto la possibilità che la telefonata iniziale non abbia sortito effetti immediati, al punto da rendere necessario un secondo tentativo per ottenere l'arrivo di un'ambulanza sul posto. Reho, nell'attesa (quantificata dal suo legale in circa venti minuti), avrebbe praticato il massaggio cardiaco sulla biscegliese. Cosa sia successo in quegli istanti concitati è uno dei punti della vicenda senz'altro da chiarire. Gli operatori del 118, una volta giunti all'interno della struttura, avrebbero effettuato manovre rianimatorie per quasi mezz'ora.

Le cause della morte della 37enne influencer saranno ricostruite per filo e per segno nel corso dell'autopsia in programma giovedì pomeriggio nell'obitorio del cimitero di Monopoli, che sarà eseguita dal medico legale Liliana Innamorato alla presenza di uno specialista chirurgo plastico. Previsti anche accertamenti tossicologici per comprendere se la biscegliese potesse aver assunto, involontariamente, farmaci che potrebbero essere entrati in conflitto con l'anestetico.

La promoter si era mossa da sola, a bordo della sua auto, da Bisceglie per raggiungere il centro medico privato Reho Md di Monopoli con l'intenzione di sopporsi a un intervento di liposuzione. Le è stato quindi iniettato l'anestetico e, secondo quanto emerso, tempo pochi secondi ha accusato il malore che le è risultato fatale.

Un altro aspetto rilevante delle indagini è la verifica del possesso dei requisiti, da parte del dottor Reho, per continuare a tenere aperto il suo studio anche a seguito delle restrizioni imposte dal governo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. L'avvocato Gregorio Baldassarre è convinto che l'attività potesse essere svolta anche per garantire medicazioni a pazienti sottoposti ad altri interventi. Il suo assistito, con ogni probabilità, potrebbe essere indagato per omicidio colposo.
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