Palazzo San Domenico
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Il gran ballo dei finti passi di lato

La bizzarra situazione del campo di centrosinistra a poco più di un anno dalla scadenza naturale per le prossime amministrative

È un campo di centrosinistra poco compatto, quello che si scorge dalla lettura dei fondi di bottiglia e delle poche carte messe sul tavolo a oltre un anno dalla scadenza naturale fissata per le prossime elezioni amministrative di Bisceglie. L'ultima raffica di attacchi sparata da Franco Napoletano nei confronti praticamente dell'intera classe politica locale (clic per saperne di più) ha rialzato il polverone in uno schieramento parso alla seria e costruttiva ricerca di una sintesi al fine di presentarsi quanto più unito alla prova del voto nel 2023. L'ex deputato, in sostanza, ha fatto comprendere di non gradire la candidatura di Vittorio Fata, sostenuta in modo chiaro dal Partito Democratico e da altri movimenti civici.

Napoletano ha fatto riferimento all'ipotesi di un "federatore" in grado di mettere d'accordo tutte le anime della larga coalizione, che tecnicamente dovrebbe comprendere anche il Movimento 5 Stelle e il gruppo Nelmodogiusto qualora lo si volesse collocare nel centrosinistra. Non è un caso che, in rapida successione e in modo talmente prevedibile da risultare stucchevole, prima Enzo Amendolagine (link all'articolo) e poi Gianni Casella (clic per saperne di più) sono intervenuti per darsi ragione l'uno con l'altro. I biscegliesi, senza dubbio entusiasti, ne hanno preso atto.

La verità, evidente a tutti, è che l'idea della "pesca miracolosa" di nomi della società civile credibili e spendibili sembra solo una scusa per temporeggiare. Persino i muri hanno capito che l'elenco dei pretendenti alla carica di primo cittadino non comprenderà novità sostanziali: ci sarà (a dispetto di tutte le illazioni) Angelantonio Angarano, in corsa per il secondo mandato consecutivo e alla sua terza campagna elettorale per la poltrona di Palazzo San Domenico dopo quelle del 2013 e del 2018. Non mancherà certo Francesco Spina, che si è presentato per diventare primo cittadino nel 2002 (senza esito), nel 2006, nel 2011 e nel 2013 (vincendo per tre volte) e ora è sulla rampa di lancio per la sua quinta candidatura. Fata è già avviato alla seconda campagna ma con prospettive - e una forza - decisamente diverse rispetto all'esperienza del 2018 mentre quello di Sergio Silvestris sarebbe un debutto, sempre che si decida ad uscire allo scoperto.

Nomi veramente nuovi? Non lo sarebbe Amendolagine (già in corsa nel 2018) come del resto lo stesso Casella, che ci ha provato nel 2013 e nel 2018 risultando sconfitto al ballottaggio in entrambe le circostanze. Quanto a Napoletano, finora ha avanzato la sua candidatura a Sindaco tutte le volte che si è votato dall'introduzione del sistema dell'elezione diretta con la sola esclusione del 2006, quando fu eletto deputato e ottenne comunque un seggio in consiglio comunale, istituzione della quale è stato presidente e di cui fa parte ininterrottamente dal 1980.

La ricerca, peraltro poco convinta, di professionisti disposti a rinunciare alla loro carriera (e a guadagni annuali spesso a cinque zeri) per barcamenarsi tra riunioni di maggioranza, conferenze di servizi, faccia a faccia con dirigenti, incontri con associazioni, privati cittadini davvero bisognosi e disturbatori seriali è sempre miseramente fallita. Del resto, anche soltanto pensare a una figura del tutto avulsa dalla politica, senza una vera esperienza amministrativa e priva di un qualsiasi consenso elettorale, collocata a capo di una coalizione tutta da comporre con il solo "merito" di "risolvere" la questione del ricambio generazionale con ex amministratori a vario titolo alle proprie spalle è un'ipotesi la cui praticabilità e l'eventuale presa sull'elettorato si possono facilmente immaginare.

L'impressione che l'unico collante tra Napoletano, Amendolagine e Casella in questo momento sia l'esigenza di non affrettare i tempi è molto netta: c'è chi ritiene questa apparente unità d'intenti nient'altro che un espediente tattico per rallentare la corsa di chi è già scattato dai blocchi ma la novità rispetto al 2018 è che Fata, Spina, Silvestris e Angarano non sembrano voler attendere. E mentre i quattro candidati praticamente certi (Silvestris al momento non ha alcun interesse ad ufficializzare la sua partecipazione ma si sta muovendo) proseguono per le loro strade, le sortite degli altri tre potenziali "costruttori" risultano oggettivamente prive di concretezza: senza un nome davvero spendibile che non sia il loro, qualsiasi prospettiva di "passi di lato" non potrà che andare a farsi benedire e a meno di convergenze su un altro big già in campo, a ciascuno non resterà altro che candidarsi a Sindaco. Per l'ennesima volta.
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