Aldo Moro
Aldo Moro
Buongiorno

L'eredità di Moro

Mai come in questo momento le parole del grande statista siano riferimento per il nostro agire quotidiano

Ci sono episodi di una portata talmente epocale che neppure un'emergenza in corso può accantonare del tutto. Lo scopriamo in questo 16 marzo, nel 42esimo anniversario della strage di via Fani, nella quale persero la vita i cinque agenti della scorta del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, ucciso in seguito - il 9 maggio del 1978 - dai suoi sequestratori.

Mai come in un momento del genere è necessario riannodare i fili della storia per cercare conforto e sostegno nelle parole dei grandi uomini del passato. Ecco perché ho pensato che fosse opportuno riprendere alcuni dei passaggi più significativi che l'immenso statista ci ha lasciato: un pezzettino di quell'eredità politica, filosofica, spirituale, sociale, ora più che mai stella polare dell'agire quotidiano di ciascuno di noi.

L'equilibrio tra le crescenti libertà della società moderna ed il potere necessario all'ordine collettivo è fra i più grandi, se non il più grande problema della nostra epoca.

Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell'uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l'uno all'altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo.

Non si deve riposare, ma vivere. La fede nella libertà, la volontà di difenderla ad ogni costo, un intelligente dominio della realtà sociale nella sua evoluzione sono la condizione perché il progresso che siamo chiamati a realizzare, e cioè la salvezza umana dell'intera società, si compia senza smarrire il primo ed essenziale valore, la padronanza, che ogni uomo è chiamato ad avere, del proprio destino e di quello della comunità... Bisogna, salvaguardando un modo umano di vita, trovare il senso della misura, le ragioni della compatibilità, la linea di uno sviluppo armonico e continuo... E, parimenti, un'alta coscienza civica deve dare ancora una volta ordine e misura all'esercizio dei diritti della libertà, alla vitalità profonda di una società non costretta in schemi mortificanti ed in continuo sviluppo.

Se fosse possibile dire saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà.

La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie.

Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante, ci aiuta ad essere coraggiosi.

Per fare le cose, occorre tutto il tempo che occorre.


Infine, la più nota, la più rilevante.

Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere.

  • Aldo Moro
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