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Politica

Bartolo Sasso: «Festa della Repubblica e della Costituzione per un'Italia di pace»

L'intervento del componente dell'Assemblea nazionale del Pd

Il 2 giugno è la Festa della Repubblica ripristinata per forte volontà del Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Dopo il secondo conflitto mondiale e la liberazione dell'Italia dal regime nazifascista i problemi da risolvere erano tanti. Bisognava scegliere la forma dello Stato, era necessario dare al Paese una Costituzione, sottoscrivere un trattato di pace con i vincitori anglo-americani che ci consentisse di riconquistare la nostra sovranità, occorreva sfamare gli italiani, ricostruire le città devastate e distrutte dalla guerra, rimettere in moto, fra le priorità, la macchina dell'economia nazionale, scegliere tra monarchia e Repubblica.

Nel referendum costituzionale del 2 giugno 1946 il popolo italiano scelse la Repubblica. Il Re andò in esilio in Portogallo. Fu la nascita di un nuovo mondo politico, economico e sociale. Con grande impegno e passione civile, tra tensioni e distinzioni politiche, ma in piena concordia tra loro, i Padri costituenti misero a punto quel documento di norme e di regole, a cui doveva fare riferimento la neonata Repubblica democratica, che andò sotto il nome di Costituzione. Fu la Magna Charta della democrazia italiana e delle nostre libertà.

La nostra Costituzione ha posto le basi del funzionamento dell'impianto costituzionale, dei diritti e dei doveri dei cittadini, del potere legislativo, esecutivo e giudiziario della Nazione. Contempla principi e valori essenziali molto alti per raggiungere i traguardi di libertà, eguaglianza, giustizia e solidarietà. Questi valori costituiscono "patrimonio inalienabile della nostra civiltà. Benché l'orizzonte sia scuro di nubi, ci sorregge la fiducia nell'avvenire di libertà del popolo italiano", disse Aldo Moro.

La nostra Costituzione è nata rivoluzionaria e prefigura un intreccio nobile e significativo tra Resistenza, Repubblica e l'Europa disegnata a Ventotene. A chi oggi ci propina soluzioni pasticciate e confuse e cerca di far passare il sacro per profano diciamo che da oltre 70 anni l'Italia attraversa un lungo periodo di pace e di sviluppo. Da qualche mese, però, manifestazioni di violenza, aggressioni, scontri di piazza, perfino insulti al Pontefice, con evocazioni di un passato torbido e cupo, che sembrava sepolto, stanno avvelenando la vita quotidiana e portando turbamento nelle famiglie e nelle coscienze degli italiani. Meditiamo! Non rassegniamoci a chi "semina paure e rancore", il Partito Democratico vuole un'Italia di pace e benessere.
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