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Economia e lavoro

Rsa e centri diurni, Fmpi: «Rischiamo di chiudere e non potere assistere gli utenti»

Il segretario Saracino: «Necessaria la rideterminazione delle tariffe»

«La Regione continua a ignorare i problemi di decine di strutture e di circa 1000 lavoratori, un comportamento che sta trascinando le imprese del settore sociosanitario verso un inevitabile tracollo». Lo ha affermato il presidente Fmpi Sanità Puglia Alessandro Saracino.

Non si ferma la protesta dei gestori e dei lavoratori delle Rsa e Centri diurni pugliesi che attendono da settimane un incontro con il presidente Michele Emiliano e dirigenti del settore Sanità. «Abbiamo protocollato la richiesta di un incontro da tenersi con urgenza martedì prossimo, 4 agosto; se il presidente non risponderà saremo costretti a indire il venerdì successivo, 7 agosto, una nuova manifestazione, alla quale aderirà anche l'associazione generale cooperative italiane (Agci)» ha aggiunto Saracino.

Le Rsa e dei Centri diurni della Puglia (che hanno già di recente protestato consegnando simbolicamente le chiavi delle strutture sotto la Regione lo scorso 8 luglio) sono oramai allo stremo stritolati tra la crisi economica Covid, che, tra l'altro, ha introdotto obblighi onerosi per le strutture non indennizzati dalla Regione, e i ritardi lungaggini e a volte inadempienze burocratiche e politiche.

«Presto le strutture non saranno più disponibili a prestare assistenza alle condizioni economiche cui sono state costrette dalla Regione» ha aggiunto il presidente di Fmpi Puglia, che chiede la rideterminazione delle tariffe, in assenza della quale «le strutture sarebbero costrette in tempi brevi alla sospensione delle attività con conseguente interruzione degli attuali rapporti lavorativi in essere e affidamento di tutti i loro lavoratori agli ammortizzatori sociali previsti».
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