Lella Di Reda (al centro)
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Associazioni

«Secondi in Puglia per numero di donazioni, fondamentale la promozione»

Lella Di Reda, presidente Adisco Bisceglie, delinea le attività future

Donare è uno degli atti più altruistici che possa esistere. Assicura un senso di appagamento personale che dura nel tempo, soprattutto quando il dono è rivolto al bene della comunità.
L'Adisco (associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale) è un'associazione che opera da 25 anni con l'obiettivo di promuovere la cultura del dono del sangue cordonale. Una realtà diffusa capillarmente sul territorio e rappresentata a Bisceglie dalla tenace Lella Di Reda, alla guida di una delle sezioni più attive con diverse iniziative.

«L'Adisco nasce per affiancare le attività e lo sviluppo dei centri di raccolta. Si è scoperta, col tempo, la presenza, nel sangue del cordone ombelicale, di cellule staminali cordonali utili nei trapianti per malattie ematologiche, come la leucemia o la talassemia e le malattie metaboliche» ha spiegato.

Qual è il funzionamento delle cellule staminali?
Oltre 80 malattie ematologiche possono essere curate da queste cellule che si definiscono "cellule farmaco" perché riescono, dopo aver effettuato il trattamento per eliminare le cellule cancerogene, a trasformarsi in globuli rossi, globuli bianchi e piastrine sani.
In principio ci si è resi conto che il sangue cordonale, raccolto nelle apposite sacche, poteva essere d'aiuto per i bambini malati di leucemia. Negli ultimi anni si è verificato che con due sacche di sangue di cellule del cordone ombelicale sia possibile salvare la vita di un adulto.

In cosa consiste l'iter della donazione?
Entrambi i genitori del nascituro devono concordare e sottoscrivere un apposito documento di consenso informato, altrimenti il cordone ombelicale verrà buttato via, dunque sarà sprecato. Se i genitori acconsentono alla donazione subito dopo il parto, sia spontaneo sia cesareo, si recide il cordone ombelicale senza creare particolari problemi al bambino. In seguito il personale abilitato effettuerà il prelievo del sangue contenuto nel cordone ombelicale e lo inserirà in una sacca sterile, che sarà inviata alla Banca di sangue del cordone ombelicale di riferimento (in Puglia ha sede a San Giovanni Rotondo ed è stata istituita nel 2008), dove sarà sottoposta alle analisi necessarie e, quindi, congelata a -196° entro 48 ore dalla raccolta.
In Italia esistono 19 banche in comunicazione tra di loro e in comunicazione con le strutture omologhe all'estero. In caso di necessità il trapiantologo si mette in rete e cerca le cellule staminali idonee; la banca che le possiede risponde all'appello. Una storia a lieto fine è avvenuta nel 2015 a Chicago. Una donna in fin di vita ha usufruito di due sacche di sangue cordonale prelevate dalla banca del sangue di San Giovanni Rotondo, donate da una mamma di due fratellini. Ora la signora è ancora in vita e ringrazia immensamente la banca del sangue pugliese e la mamma dei due bambini.

Quali sono i requisiti che si devono possedere per effettuare una donazione?
Affinché una coppia possa donare è opportuno che si sottoponga prima ad un counseling, un'intervista in cui si verifica che la coppia in questione non abbia malattie infettive - che rendono le cellule non idonee - e non presentino problemi di tipo genetico che possono impedire una donazione.
Motivi clinici che impediscano la donazione potrebbero verificarsi poco prima del parto, quando a causa di un'infezione il liquido amniotico di una donna diventa verde o può sopraggiungere la febbre. Inoltre, poiché alcune patologie possono risultare non riscontrabili con un unico controllo clinico ed ematologico, ci può essere la necessità di acquisire informazioni sullo statuto di salute del bambino a 6 e 12 mesi dalla nascita. Tutti i dati saranno, poi, custoditi presso la sede delle banche di sangue del cordone ombelicale.

Donazione o conservazione?
Oltre alla donazione del cordone ombelicale c'è l'opportunità della conservazione. Mentre la donazione è anonime e gratuita la conservazione ha un costo di circa 3000 euro. Si può conservare solo in banche estere perché in Italia non è consentito.

Qual è lo stato dell'arte dell'Adisco sul territorio?
In Puglia ci sono 16 centri di raccolta di sacche del sangue cordonale, individuati in base al numero e alla distribuzione delle nascite, al punto da istituire un centro in strutture ospedaliere con un numero di parti superiore a mille l'anno.
L'Adisco è sorta a Bisceglie nel 2009. La nostra città è la seconda in Puglia per numero di donazioni. So con certezza che alcune donazioni biscegliesi sono state importanti per salvare alcune vite. È doveroso sottolineare che le donazioni sono sempre anonime.
L'obiettivo principale dell'associazione è promuovere la cultura della donazione del cordone ombelicale e dei suoi benefici, oggi purtroppo non molto conosciuta. L'emergenza epidemiologica non ha influenzato più di tanto le donazioni, riprese regolarmente da circa una ventina di giorni, quando la situazione di allerta è rientrata.

Quali sono le attività dell'associazione a Bisceglie?
Siamo molto presenti nelle scuole di ogni ordine e grado con incontri e progetti idonei alla mission della donazione del sangue del cordone ombelicale. Distribuiamo anche dei gadgets per far conoscere la nostra associazione e i nostri propositi. È fondamentale, naturalmente, la collaborazione col personale del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale "Vittorio Emanuele II". Partecipiamo anche ai corsi prematrimoniali tenuti dal vicario episcopale don Franco Lorusso. Organizziamo anche convegni e congressi per promuovere la nostra causa.

Quali i progetti in cantiere?
Siamo soliti organizzare, alla conclusione della stagione scolastica, dei progetti coi ragazzi delle scuole medie e superiori. Abbiamo avviato anche di corsi sull'alimentazione a scuola, arricchiti con un approfondimento sul tema dell'inquinamento del mare e le possibili conseguenze sull'alimentazione. A causa dell'emergenza non abbiamo potuto affrontare il progetto sulle cellule cordonali staminali con gli studenti della "Battisti-Ferraris". È previsto anche un convegno nella sede di Roma Intangibile, dove abbiamo già presentato la nostra attività durante l'evento "Vita alla vita". Il prossimo incontro sarà dedicato alla conoscenza dell'uso alternativo delle staminali da cordone.

Quale messaggio diffonderebbe per promuovere la donazione del cordone ombelicale?
Bisogna donare. Donare è un atto d'amore. Donare serve a triplicare il numero delle sacche disponibili perché tutti abbiamo l'opportunità di trovare, nel caso ci sia bisogno, le cellule compatibili. La donazione non è mai un gesto inutile. Le sacche del sangue vengono utilizzate sia per salvare la vita di persone che purtroppo non godono di ottima salute o possono essere utilizzate nell'ambito della ricerca scientifica. Da almeno quattro anni alcune sacche vengono utilizzate nella medicina rigenerativa. Da queste sacche si prepara un gel piastrinico, utile a curare le ulcere diabetiche, le fistole anali o la epidermidosi bollosa nei bambini "farfalla". Donando di più si dà più opportunità di accesso alle cure mediche per tutti. Donare, dunque, è sempre la cosa giusta e in questa maniera si aiuta a salvare le vite di persone in difficoltà. Bisogna donare per amore.

Intervista a cura di Donatella Todisco

  • Adisco
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