Palazzo San Domenico
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Buongiorno

Prima che ci passi la voglia

Il Documento strategico del commercio, questo sconosciuto

Sarebbe stato interessante poter prendere visione ufficialmente - senza dover chiedere cortesie a nessuno - del Documento strategico del commercio, che il consiglio comunale di Bisceglie ha approvato lunedì 30 settembre e che forse, in questa città, sarà stato letto finora da 30 persone (a stare larghi).

Il corto circuito mentale della politica tutta - nessuna distinzione fra maggioranza e opposizione - è tale da non riuscire a comprendere che non mandare il .pdf di questo famigerato testo ai giornalisti contribuisce alla percezione (sbagliata!) di un disegno voluto: nasconderne i contenuti ai biscegliesi. E non servirà a ripulirsi la coscienza inviarlo subito dopo la lettura di questo articolo: il rispetto nei confronti dei media - di tutti i media, sottolineo - l'avrebbe imposto immediatamente!
Certe cose non dobbiamo essere noi a chiederle, ma questa è una città davvero strana, nella quale consiglieri comunali fanno accessi agli atti per passarli - pur non potendolo - a giornalisti non biscegliesi per finalità non connesse all'esercizio delle loro funzioni e poi non si forniscono ai giornalisti documenti che riguardano davvero la vita di una comunità! È giusto che i lettori lo sappiano.

Sono perfettamente consapevole del fatto che, in realtà, non ci sia alcuna intenzione di celare la sostanza del Documento che la massima assise ha votato a Palazzo San Domenico, peraltro senza pareri contrari, col favore di alcuni consiglieri di opposizione e la benevola uscita dall'aula di altri. Perché forse in quel testo non c'è scritto nulla di trascendentale, perché molto probabilmente non impegna nessuno a niente di che, perché costituisce l'analisi di una situazione purtroppo da tempo nota e cristallizzata.

Il Documento strategico del commercio ha ricevuto il disco verde di un'assemblea composta da persone che, in parte, non l'hanno neppure consultato, figurarsi letto. E nessuno osi offendersi per questo: è la verità. Sarebbe stato molto più interessante seguirne la redazione, la sua evoluzione, gli eventuali incontri informativi e i confronti tra le categorie interessate. Ma qualcuno ne ha contezza?
Se cose del genere fossero mai accadute a Bisceglie, allora mi assumo la piena responsabilità per non essermene accorto, ma temo che la spiegazione più plausibile di quanto avvenuto risieda nel fatto che qualcuno si sarà reso conto della necessità di approvare il testo, per ragioni tecnico-amministrative, entro il 30 settembre e quindi non ci sia stato il tempo per discuterne. Questa, almeno, sarebbe una motivazione ragionevole.

Qualche spunto, nel corso del suo intervento in consiglio lunedì, l'ha fornito colui che dovrebbe essere l'autore dello studio alla base di questo Documento, un gentile e spigliato signore che dovrebbe essere stato presentato come "dottor Marchionna" ma siccome noi giornalisti, di questo Documento stategico, non abbiamo mai neppure conosciuto l'esistenza fino alla sua iscrizione nell'ordine del giorno (nonostante fosse, per l'appunto, "strategico"), non sono nemmeno sicuro di questo.

Il relatore ha snocciolato alcuni dati, secondo cui Bisceglie conterebbe al momento 607 esercizi di vicinato e 19 medie strutture. Dopo aver ribadito l'importanza - che condivido - dello strumento del Distretto urbano del commercio e spiegato che in Puglia ce ne sono 66 comprendenti complessivamente 98 comuni, il funzionario ha tirato fuori cifre che dovrebbero scatenare un dibattito ma che temo non sortiranno alcuna reazione. Le riporterò comunque, affinché non si possa sostenere che certe cose non sono state mai pubblicate.

Secondo le medie relative all'indice di servizio al consumatore, in ciascun comune dovrebbero essere destinate superfici pari a 700 metri quadri ogni mille abitanti per le attività commerciali (200 metri quadri per le attività di alimentari, 500 per tutte le altre). Ebbene, la statistica riferita dal relatore su Bisceglie è nettamente inferiore: la città sarebbe ferma a un dato di 218 metri quadri per 1000 abitanti. Meno di un terzo del "fabbisogno". Eppure i negozi continuano a chiudere. Per quali motivi?

Chissà, magari il Documento strategico del commercio conterrà proposte di soluzioni e altri rilievi preziosissimi. Per il momento, siamo in tantissimi a non saperlo. Prima che ci passi la voglia, qualcuno di buon cuore provveda. Giusto per farlo sapere ai biscegliesi.
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