Tari e quale show
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Tari e quale Show

Il blog di Vito Troilo

Sarà il leit motiv delle due prossime campagne elettorali: quella per le politiche (molto più accesa di quanto si possa immaginare: Francesco Spina non sarà l'unico biscegliese in corsa) e la successiva (se non addirittura contemporanea...) per le amministrative.

La vicenda rifiuti sposta tanti, troppi voti: ne sono tutti convinti. È per questa ragione che nessuno, specie tra chi vorrà candidarsi a sindaco, sembra avere la minima intenzione di combattere sul serio gli evasori Tari: lo scrissi già in questo stesso spazio del sito lo scorso 18 aprile e lo confermo.

Quelle 4000 utenze (e tengo basse le stime) sono facilmente individuabili: tutti i principali protagonisti sulla scena politica conoscono nel dettaglio in quale sezione andrà a votare ciascuno dei biscegliesi alle comunali del 2018. Sarebbe sufficiente incrociare i dati.

La realtà è un'altra: fino a quando non saranno stati individuati e regolarizzati tutti quelli che non hanno mai (o più) pagato il tributo perchè hanno smesso di ricevere le cartelle è illogico pretendere una città pulita. Perché gli evasori Tari continueranno a produrre immondizia senza poterla conferire attraverso i canali ufficiali. E dove potrebbero riversarla se non per le strade e nell'agro? Non che questo possa giustificarne i comportamenti ma sono dati di fatto incontrovertibili.

Mi è tornato in mente il fenomeno della vendita delle sigarette di contrabbando. Tutti erano al corrente di quel commercio, al punto che era piuttosto semplice acquistarle ma nessun personaggio politico si è mai impegnato per contrastarlo. La differenza è che un flusso di domanda e offerta può ciclicamente attenuarsi, l'esigenza (individuale e di un nucleo familiare) di disfarsi dei rifiuti no.

Credere che qualcuno possa "autodenunciarsi" presentandosi all'isola ecologica per richiedere i mastelli e il conseguente inserimento in un elenco di futuri pagatori di una tassa detestata è talmente improponibile che nessuno, per fortuna, l'ha ipotizzato. I programmi dei futuri candidati a Palazzo San Domenico conterranno solo generiche affermazioni ma la verità è che quel bacino potenziale di 6000-7000 voti fa gola, eccome.

Non sarà sfuggita, ai lettori più attenti, la nostra scelta editoriale di sottrarci agli schiamazzi dell'improvvisa verve polemica riguardo le condizioni igieniche della città. Bisceglie non è sporca soltanto quando lo ricordano coloro che intendono proporsi per amministrarla e non lo è diventata di più in questi giorni a seguito dell'invio degli avvisi di pagamento Tari. La situazione, nelle campagne, è la stessa di gennaio: differente sarà la percezione delle criticità nel centro urbano, solo perché farà più caldo.

La soluzione della questione Tari è semplice: tutte le forze politiche, comprese quelle non rappresentate in un consiglio comunale che più inutile non si può, dovrebbero sedersi intorno a un tavolo e decidere, all'unanimità, di "scoprire" gli evasori. Perché scaricare questo fardello sul gestore di turno del servizio di raccolta dei rifiuti è roba da immaturi.

Per il momento, sul tema dell'igiene pubblica, il circo della politica biscegliese ha completamente deluso: i principali protagonisti si sono travestiti da risolutori di un problema che faticano ad ammettere di non voler affrontare. Sembra la riproposizione di quel programma condotto da Carlo Conti nel quale ogni settimana un personaggio si trucca e cerca di imitare un cantante. Tari e quale show. Il guaio è che finora stonano tutti come Enrico Papi. Buonanotte.
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