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Il pizzicotto

Il caso loculi e la storia che si cancella

Sta alla responsabilità delle famiglie salvare il salvabile entro i termini del Regolamento di polizia mortuaria approvato a giugno 2017

Interi pezzi di storia cancellati, perché non si potrebbe fare altrimenti.
Come quello di Elisa De Angelis Celentano Ungaro, moglie di quel Francesco De Villagomez (1848 – 1921) cavaliere del lavoro che fu consigliere comunale, assessore e sindaco facente funzione. Soprattutto fu colui che, dopo l'impresa di Sergio Musci a Torino e Milano, diede inizio all'era delle grandi esportazioni di uva da tavola oltreconfine, a partire dal 1880. Grazie al marchese De Villagomez, i cui discendenti sono vivi e residenti a Bisceglie, la baresana prodotta nella città del dolmen raggiunse con notevole successo Francia, Svizzera, Austria e soprattutto Germania. Per il suo impegno in campo agricolo e nel commercio, Francesco De Villagomez fu premiato, al concorso indetto dalla Scuola superiore di Agricoltura di Portici del 1890, con un diploma d'onore.
Di sua moglie, invece, non resta nemmeno la lapide, finita chissà dove dopo il nuovo sfratto di salme (279 loculi concessi prima del 1917, 48 loculi concessi tra l'anno 1917 e l'anno 1918, 68 ulteriori loculi privi di lapide o con iscrizioni illeggibili) annunciato solo con un manifesto pubblico affisso per la città. Le attività di "estumulazione" dei 395 loculi hanno dato luogo subito a rimpiazzi. Anche dov'erano le spoglie di Elisa, estumulate il 21 novembre scorso, ora c'è un altro defunto, la cui famiglia ha pagato – senza saperlo - perché venisse cancellato un importante pezzo di storia locale senza ulteriori avvertimenti.

Il copione di Elisa si sta ripetendo tristemente decine di volte, solo nelle ultime settimane. E, per quanto triste possa risultare, non si intravedono soluzioni.

Una falsa voce, messa in circolo dagli addetti alle attività di gestione e manutenzione del camposanto, vorrebbe ci fosse un espediente, che a conti fatti non può esistere.
Ai parenti che da un giorno all'altro scoprono di aver perso un antenato, viene detto, da soggetti che a vario titolo lavorano al camposanto, che pagando 3800 euro è possibile recuperare il loculo, ma in altra posizione.
«Nulla di più falso» - denuncia l'ufficio contratti e appalti, addetto alla concessione dei loculi. «Solo chi ha una cappella di famiglia, loculi o altro spazio in concessione può evitare che i resti delle salme finiscano nell'ossario comune inoltrando apposita domanda al comune allo scadere della vecchia concessione. Non esistono altre forme di compravendita».
Lo spazio al cimitero comunale è dunque in esaurimento per tutti. Solo comprovate ragioni artistico-culturali o «di tutela intrinseche alla memoria del de cuius quale figura che abbia dato particolare lustro e prestigio alla città», recita il Regolamento di polizia mortuaria approvato con deliberazione di consiglio comunale n.56 il 29 giugno 2017, rendono possibile l'applicazione di: «criteri di salvaguardia della sepoltura, e pertanto il dirigente del Servizio cimiteriale, sentito il responsabile tecnico del cimitero, valuterà le forme di tutela del caso».
Nella ormai infinita attesa della realizzazione di nuovo edificio all'isola IV con project financing, non ci sono sconti quasi per nessuno. Chi volesse salvare dalla distruzione la propria storia familiare, per motivi affettivi, dovrà farlo autonomamente presso gli addetti comunali nei tempi previsti dal regolamento (30 giorni prima della delle concessioni per i materiali e le opere installate sulle sepolture comuni e private e 12 mesi successivi all'estumulazione per suppellettili e preziosi).

Il Servizio lavori pubblici comunale ha a disposizione un censimento completo ed aggiornato di tutte le tombe e sa precisamente per quali tumulazioni è già scaduta la concessione novantanovvennale introdotta nel 1975 o quella "perpetua" già riconvertita in concessione a termine. Sta alla responsabilità delle famiglie la salvezza.
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