Mamma e figlia
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Attualità

Le mamme si raccontano ai tempi del Coronavirus

«Non solo pazienza, noi siamo resilienti!»

Abbiamo deciso di raccogliere, attraverso le loro parole, le emozioni che le mamme vivono in questo periodo di grande responsabilità. Un racconto che ha come filo conduttore la resilienza ma anche, e soprattutto, l'amore per la famiglia.

Francesca

«Alle lenzuola con i colori dell'arcobaleno e agli applausi motivazionali dai balconi, per un'Italia che resiste alle tante difficoltà del momento, si unisce il ricordo di quell'ultima giornata di marzo, una giornata qualunque, uno dei tanti giorni dove la quotidianità era la normalità e dove mai e poi mai, nessuno di noi avrebbe pensato che un semplice abbraccio sarebbe stato poi cosi importante.

In queste settimane abbiamo imparato tante cose nuove, parole come Covid-19, Coronavirus; abbiamo imparato a uscire di casa una sola volta a settimana per fare la spesa con guanti e mascherina; abbiamo rispolverato vecchi ricettari e preparato pietanze cucinate ripensando alle nostre nonne; abbiamo imparato a usare, nel giro di pochi giorni, le piattaforme didattiche e a parlare in videoconferenza; abbiamo inoltre imparato che gli eroi non sono nei fumetti, ma accanto a noi: uomini e donne che hanno studiato e messo in pratica tutta la loro conoscenza e umanità impugnando il superpotere dell'aiuto al prossimo!»

Rosa

«Non avrei mai immaginato di ritrovarmi in una situazione del genere, una quotidianità nella quale fatico a riconoscermi, privata delle cose più importanti: gli abbracci e quelle azioni scontate a cui non facevamo caso, ma che ora ai nostri occhi assumono un valore immenso e prezioso.

Sicuramente questo virus, che abbiamo imparato a conoscere, ci ha tolto molto ma allo stesso modo ci ha permesso di ritrovare il tempo per fermarci a guardare i nostri figli, per parlare e giocare con loro.
Abbiamo rallentato i nostri ritmi frenetici e abbiamo capito chi ci manca veramente, ma anche chi vogliamo che continui a far parte della nostra vita... A cogliere sempre l'attimo e a non rimandare mai più a domani».

Isabella

«Ci siamo riscoperti impotenti di fronte a un virus! Un virus prepotente che non guarda in faccia nessuno! Un virus che non distingue tra uomo o donna, giovane o anziano e che non fa distinzione di classe sociale. Un virus in grado di unire un solo paese da nord a sud, isole comprese!
A volte mi sembra di essere rintanata in una gabbia dorata, sicuramente con tutti i comfort: è casa mia, ma ho quella sensazione di chiuso che mi attanaglia. Credo fortemente che la natura si sia fatta giustizia e che stia urlando cosi forte! Noi uomini abbiamo finalmente ascoltato!
Ho capito che a questo mondo siamo tutti utili ma non indispensabili, ma sopratutto poco capaci di difendere il nostro pianeta terra!
Ci siamo riscoperti tutti uguali! Grazie Covid19 per la bella lezione!».

Maria

«La mattina forse è il momento più difficile della giornata. Il virus ha cambiato radicalmente le nostre abitudini e il nostro stile di vita: per esempio, non riesco ad alzarmi più con la stessa motivazione di prima. L'idea della scuola e della spesa era la ragione per saltare dal letto: adesso, invece…

All'inizio della pandemia pensavo: prima o poi una soluzione si troverà! Ci sarà sicuramente! Ora invece sono un po' sconfortata, spesso penso che non usciremo più con la stessa normalità di prima, anzi, non è la mascherina ma è proprio la paura, non solo per noi ma soprattutto per i nostri figli.

Li guardo e penso: "Che forti che sono"! La loro forza è anche la nostra! Cerco di tenermi impegnata coi ragazzi, tra didattica a distanza, giochi e soprattutto cucina preparando per loro le pietanze che preferiscono. Ma i momenti corrono veloci e si ritorna dopo poco alla realtà: sono cosi stanca di sapere di morti, di seguire le notizie sconfortanti e di vivere nell'incertezza del futuro.

Spero solo che questo lungo periodo passi in fretta e, senza retorica, non vedo l'ora che sia un lontano ricordo. Per stemperare mi rifugio nella la musica con le mie amate cuffie e affronto le giornate».

Isa

«Quarantena da Covid-19? Il mio stile di vita è cambiato ben poco rispetto a prima: ciò che fa davvero male è la mancanza dei miei genitori. Mi manca la loro presenza, mi mancano le visite a sorpresa, mi manca sentirli dire: "Semb a drmé pinze?" o "Quella roba è da stirare?".
Quanto mi faceva innervosire quella frase! Ora mi manca, come mi mancano le pietanze che mia madre cucinava con tutto l'amore, dietro a una parmigiana preparata da mani sapienti le paranoie sparivano velocemente.

Più di tutto, sento il peso dell'impotenza nei confronti delle mie bambine; una ha quasi un anno e non ha di che lamentarsi, l'altra invece ne ha otto e molte volte, quando è in silenzio, la trovo dietro la finestra della sua stanza a guardare il parco a pensare, forse, come sarebbe bello ritornare sull'altalena col sole in faccia e i capelli al vento mentre, io, da mamma mi preoccupo perché può cadere e farsi male andando troppo in alto. Quando sta facendo i compiti la vedo fissare il cielo e mi chiedo cosa le passerà mai per la testa!

Cerco in tutti i modi di tenerla impegnata, di non farle sentire la mancanza del mondo esterno. Mi invento lavoretti con la pasta di sale, faccio attenzione a non gettare i rotoli della carta così da fare dei lavoretti, comprese le confezioni delle uova da cui si possono creare tanti fiori colorati.

La mia Gabriella mi chiede: "Mamma mi prepari i dolcetti al cioccolato? Mi prepari la pizza?"
Ma con un'accortezza: fare più impasto perché una piccola parte la vuole stendere lei.
"Mamma, fai il pane alle olive?"
E così via per giorni, settimane e speriamo non tanti mesi!
Si va a letto stanchi se non anche distrutti ma il solo pensiero di aver fatto divertire e imparare cose nuove a mia figlia mi fa dire paradossalmente: "Grazie Covid-19, abbiamo imparato tante cose e riscoperto i valori della famiglia!"».

Isabella

«Ehi, dico a te… Sì, a te, Covid-19. Sei molto silenzioso e quando attacchi affondi tutti. Ci hai tolto baci, abbracci con i nostri figli, mariti e parenti.

È vero: non guardi in faccia a nessuno, hai portato via con te giovani e anziani fregandotene anche dei nostri angeli (medici e infermieri) che stanno lavorando senza fermarsi un attimo che hanno dato la loro vita per salvare la nostra.

È vero: a te non importa della nostra vita, ma a noi si! Allora con il cuore in mano vi dico prendiamoci per mano virtualmente e preghiamo affinché tutto finalmente andrà bene! Perché sono convinta tutto andrà bene!».

Testi raccolti da Cinzia Montedoro

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