Alfredino Rampi
Alfredino Rampi
Le ragnatele di Ersilia

Alfredino Rampi: una storia tutta nostra

Rubrica di cultura e società

Sono trascorsi quarant'anni da quel 10 giugno del lontano 1981. Quarant'anni sono davvero tanti eppure questa storia nei nostri cuori è tanto viva.
La storia di Alfredino, il bambino caduto in un pozzo a Vermicino, ci appartiene. E parlare di lui è come parlare di un amico, di un compagno, di un fratello.
Alfredino avrebbe avuto la mia età, oggi. E, oggi, come me, sarebbe stato testimone di un tempo che ha dimenticato quanto la televisione sia stata la nostra casa, il "focolare" sempre ardente.

Lo ricordo perfettamente quel giorno, di ritorno da scuola restai incollata alla sedia davanti allo schermo e guardavo mamma addolorata che immaginava suo figlio in quel vortice che aveva risucchiato un corpicino esile, talmente esile che scivolava sempre più nel fondo della terra.

La terra non è lieve se decide di tenerti sotto e non farti respirare. Un destino crudele, quello di Alfredino. Un bambino ed una mamma, il cui dolore divenne il dolore di tutte le mamme d'Italia. Una mamma china, adagiata per terra che chiamava il suo piccolo e cercava di consolarlo.

Per tanto tempo ho immaginato come potesse essere restare ore al buio senza ossigeno, e la mia mente cercava riparo nello schermo che mostrava al contempo il dolore.
In quegli anni la televisione era per noi il mondo intero, palesava le nostre virtù ma anche i vizi. E sembrava che tutto ciò che passasse attraverso lo schermo potesse trasformarsi in qualcosa di buono, che la notorietà rendesse tutti quanti più forti.
Poi c'era il "Presidente", quel Presidente che non dimenticheremo mai che consolava la mamma di Alfredino e dava a noi italiani la certezza di essere parte di un Paese che ama e che lavora, il Paese più bello del mondo.

Le ore passavano ma Alfredino restava incastrato lì sotto e più i soccorritori scendevano più il suo corpo cadeva giù, come se la terra avesse accolto e preparato per lui un posticino per proteggerlo per sempre.
La televisione era la nostra finestra sul mondo e una Rete che potesse farci stare insieme e connetterci in tempo reale non l'avevamo ancora immaginata. O forse sì, l'avevano fatto alcuni con le loro distopie più sfrenate. Perché di distopia si tratta se oggi quello che era uno strumento di condivisione è diventato il luogo del narcisismo più estremo e disperato.
  • Stefania D'Addato
Altri contenuti a tema
Giornata della memoria, Azione Bisceglie: «Importante non dimenticare» Giornata della memoria, Azione Bisceglie: «Importante non dimenticare» La nota della segreteria cittadina del gruppo politico
Ersilia, la città invisibile Ersilia, la città invisibile I cento anni di Calvino
Il "buongiorno" non si vede dal mattino Il "buongiorno" non si vede dal mattino Riflessioni domenicali
Stefania D'Addato responsabile regionale cultura di Azione Stefania D'Addato responsabile regionale cultura di Azione È stata nominata dal commissario Fabiano Amati
"Mattini d'aprile", due giornate dedicate all'ambiente "Mattini d'aprile", due giornate dedicate all'ambiente Ottimi riscontri per l'iniziativa dell'associazione "La città possibile"
Incontro sulla figura di Pasolini Incontro sulla figura di Pasolini Appuntamento promosso dalle associazioni "Terra e libertà" e "La città possibile"
Elezioni, Stefania D'Addato soddisfatta: «Risultato favorevole» Elezioni, Stefania D'Addato soddisfatta: «Risultato favorevole» La candidata per il terzo polo: «Azione ottiene a Bisceglie la più alta percentuale in Puglia»
Speciale elezioni, il voto a Bisceglie Speciale elezioni, il voto a Bisceglie Gli aggiornamenti in tempo reale
© 2001-2024 BisceglieViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
BisceglieViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.