Le ragnatele di Ersilia
Post-verità o verità dei post?
Rubrica di cultura e società
domenica 11 ottobre 2020
Vito Mancuso, grande teologo laico, sostiene che la paura ci renda più umani. E ancora, ti fa capire quali siano le persone dotate di profondi pozzi interiori e quelle che invece hanno solo acque superficiali, senza profondità.
Chi di noi non si è confrontato nella propria vita con la paura? Ma ora, con la pandemia, abbiamo lasciato che la paura prendesse il sopravvento su di noi e albergasse con una intensità più grande tanto da risultare insopportabile.
La paura non va certo demonizzata ma non va neanche amplificata e alimentata e di sicuro, oggi, l'eccessiva informazione sull'andamento della malattia da Coronavirus sta provocando un senso di sbandamento, di confusione, di una vera e propria alienazione.
La scienza ci pone di fronte tante soluzioni e tu devi decidere a quale scuola di pensiero appartenere.
Per alcuni l'uso della mascherina anche all'aperto lede la nostra libertà ed è dannosa per la salute. Per altri, invece, indossarla è un dovere sacrosanto, perché la mascherina è l'unico dispositivo in grado di difenderci dagli attacchi del virus. I virologi, del resto, non hanno una posizione univoca sull'evoluzione dell'epidemia e ci sono alcuni clinici che sostengono che il virus abbia ormai perso la sua virulenza mentre altri invece che si stiano selezionando ceppi non letali per l'ospite.
Le informazioni sono sovrabbondanti e spesso decontestualizzate. E la maggior parte di esse viaggiano in Rete senza nessuna possibilità di cancellazione.
Internet ha modificato il nostro approccio all'informazione e di certo potenziato le nostre capacità neurali e cognitive, ci aiuta meglio a localizzare velocemente e a valutare frammenti di informazioni indebolendo, però, la nostra capacità di pensiero profondo e di concentrazione.
La paura molto spesso deriva da una scarsa conoscenza delle cose. Esistono due tipi di conoscenza: quella che proviene dall'esterno e che spesso reperiamo da un motore di ricerca e quella che possediamo direttamente frutto di uno studio e di un ricordo accumulato nel tempo. Se ci abituiamo a prendere le informazioni dall'esterno e a non farle nostre, smetteremo di generare quella che in buona sostanza è la nostra memoria.
La Rete è un potente strumento democratico perché dà a tutti la possibilità di esprimere le proprie opinioni e i social network ne permettono la condivisione. Ma viene naturale chiedersi se siamo abbastanza maturi per meritarci tutta questa libertà.
La democrazia ha un costo e a volte può generare più vittime di un sistema coercitivo.
Le informazioni, oggi, di facile consultazione e reperibilità richiedono un lettore più attento e che, leggendo, metta in dubbio, sempre, la veridicità dei contenuti. Siamo chiamati, dunque, a dubitare sempre. La verità non esiste, siamo noi a costruirla. La scienza ci pone di fronte tante soluzioni e tu devi decidere a quale scuola di pensiero appartenere.
Non esiste più una verità data per scontata e bella e fatta. Ognuno avrà la sua verità.
Ma il risultato di una eccessiva e cattiva informazione quale sarà? Finiremo col diventare tutti quanti degli scettici seriali e come è accaduto per gli scettici che erano impossibilitati ad avere un controllo critico sulle cose e a distinguere il vero dal falso, diventeremo afasici senza più designare le cose con le proprie parole.
Non dimentichiamoci che le parole vanno maneggiate con cura e se non dicono la verità, se non suffragate da studi attenti e precisi, possono generare più danni di una potente malattia. E se la malattia muore con una cura, le notizie infondate e contraffatte restano e fanno male originando una realtà "altra" dalla quale sarà difficile uscire.
Chi di noi non si è confrontato nella propria vita con la paura? Ma ora, con la pandemia, abbiamo lasciato che la paura prendesse il sopravvento su di noi e albergasse con una intensità più grande tanto da risultare insopportabile.
La paura non va certo demonizzata ma non va neanche amplificata e alimentata e di sicuro, oggi, l'eccessiva informazione sull'andamento della malattia da Coronavirus sta provocando un senso di sbandamento, di confusione, di una vera e propria alienazione.
La scienza ci pone di fronte tante soluzioni e tu devi decidere a quale scuola di pensiero appartenere.
Per alcuni l'uso della mascherina anche all'aperto lede la nostra libertà ed è dannosa per la salute. Per altri, invece, indossarla è un dovere sacrosanto, perché la mascherina è l'unico dispositivo in grado di difenderci dagli attacchi del virus. I virologi, del resto, non hanno una posizione univoca sull'evoluzione dell'epidemia e ci sono alcuni clinici che sostengono che il virus abbia ormai perso la sua virulenza mentre altri invece che si stiano selezionando ceppi non letali per l'ospite.
Le informazioni sono sovrabbondanti e spesso decontestualizzate. E la maggior parte di esse viaggiano in Rete senza nessuna possibilità di cancellazione.
Internet ha modificato il nostro approccio all'informazione e di certo potenziato le nostre capacità neurali e cognitive, ci aiuta meglio a localizzare velocemente e a valutare frammenti di informazioni indebolendo, però, la nostra capacità di pensiero profondo e di concentrazione.
La paura molto spesso deriva da una scarsa conoscenza delle cose. Esistono due tipi di conoscenza: quella che proviene dall'esterno e che spesso reperiamo da un motore di ricerca e quella che possediamo direttamente frutto di uno studio e di un ricordo accumulato nel tempo. Se ci abituiamo a prendere le informazioni dall'esterno e a non farle nostre, smetteremo di generare quella che in buona sostanza è la nostra memoria.
La Rete è un potente strumento democratico perché dà a tutti la possibilità di esprimere le proprie opinioni e i social network ne permettono la condivisione. Ma viene naturale chiedersi se siamo abbastanza maturi per meritarci tutta questa libertà.
La democrazia ha un costo e a volte può generare più vittime di un sistema coercitivo.
Le informazioni, oggi, di facile consultazione e reperibilità richiedono un lettore più attento e che, leggendo, metta in dubbio, sempre, la veridicità dei contenuti. Siamo chiamati, dunque, a dubitare sempre. La verità non esiste, siamo noi a costruirla. La scienza ci pone di fronte tante soluzioni e tu devi decidere a quale scuola di pensiero appartenere.
Non esiste più una verità data per scontata e bella e fatta. Ognuno avrà la sua verità.
Ma il risultato di una eccessiva e cattiva informazione quale sarà? Finiremo col diventare tutti quanti degli scettici seriali e come è accaduto per gli scettici che erano impossibilitati ad avere un controllo critico sulle cose e a distinguere il vero dal falso, diventeremo afasici senza più designare le cose con le proprie parole.
Non dimentichiamoci che le parole vanno maneggiate con cura e se non dicono la verità, se non suffragate da studi attenti e precisi, possono generare più danni di una potente malattia. E se la malattia muore con una cura, le notizie infondate e contraffatte restano e fanno male originando una realtà "altra" dalla quale sarà difficile uscire.